ALITALIA: «Meglio falliti che morti!», è il grido di un lavoratore

 

La vergognosa vicenda dell'Alitalia è lo specchio dell'Italia capitalistica, prodian-bersaniana di ieri e saccon-berlusconiana di oggi.

Incompetenza, insipienza, conti truccati, oscure manovre finanziarie,  bugie a non finire, cinismo di banche e di gruppi imprenditoriali italiani e stranieri di null'altro preoccupati che dei loro profitti, arroganza e prepotenza governativa contro il personale di terra, gli assistenti di volo e i piloti.

C'è mai stata una «trattativa sindacale» che meritasse questo nome? «O conclusione entro oggi, o tutti a casa», titolava ieri un giornale. Questo, in buon italiano, si chiama ricatto. E i capi sindacali hanno sostanzialmente  ceduto a questo ricatto: «Buffone, buffone!», hanno urlato a Roma contro Bonanni i dipendenti dell'Alitalia che hanno manifestato in Via Nazionale.  Sacrosanta la rabbia dei lavoratori contro il cosiddetto «piano industriale Cai», che mette a rischio il posto di lavoro di migliaia di dipendenti. Piloti e assistenti di volo si sono giustamente scagliati contro i rappresentati sindacali che continuavano a cedere, per… evitare il fallimento della compagnia. 

«Meglio falliti che morti!», ha gridato giustamente un lavoratore al Tg2 delle 13 di oggi.

Comunque la vicenda vada a finire, chi ci rimetterà sono i lavoratori e i contribuenti italiani, che pagheranno un conto salatissimo, sia nel caso di fallimento, sia nel caso di «salvataggio» della cosiddetta «compagnia di bandiera».

Lo ripetiamo, è il volto dl capitalismo che si rivela ogni giorno di più nella sua brutale realtà. Ma a poco a poco, nella parte più consapevole dei lavoratori (purtroppo, ancora una minoranza), si fa strada la consapevolezza che col capitalismo bisogna farla finita. Che è necessario un altro sistema economico e sociale, il quale assicuri lavoro e sicurezza a tutti. Fabbriche, imprese industriali, aziende agricole, compagnie di trasporti, debbono essere di proprietà d tutta la collettività, e non di un pugno di sfruttatori. Debbono essere interamente nazionalizzate e gestite secondo un piano economico nazionale sotto il dominio politico del proletariato. Questo sistema si chiama socialismo.

Alcuni giorni fa, negli Stati Uniti, due grandi agenzie finanziarie in stato prefallimentare sono state nazionalizzate dal governo per evitare gravi conseguenze su tutta l'economia americana. E' qualcosa che non accadeva  dall'epoca della grande crisi del 1929. Certo, lo hanno fatto soltanto per salvaguardare il sistema capitalistico in crisi profonda. Ma perché non rifletterci attentamente?  E' un segno dei tempi. L'avvenire è del socialismo!

 

12 settembre 2008                                       Piattaforma Comunista