Stop all’escalation imperialista nel Caucaso!

 

Da diversi giorni la situazione si è di nuovo pericolosamente infiammata nel Caucaso.

Spinto dall'imperialismo USA, il regime reazionario georgiano ha aperto le ostilità con un'operazione militare, il cui scopo dichiarato era di riprendere il controllo del territorio "separatista" dell’Ossezia del Sud,  sostenuta da Mosca.

La Russia di Medvedev e di Putin ha risposto con una contro-offensiva militare di grande portata.

Le bombe dei due campi si sono abbattute sulle popolazioni civili in Ossezia del Sud, ma anche in Abkhazia e in diverse città di Georgia, provocando numerose vittime e centinaia di migliaia di profughi.

Non si è trattato di un "fulmine a ciel sereno", ma il risultato di una lunga escalation che ha per sfondo le lotte tra grandi potenze imperialiste per il controllo di una regione ricca di idrocarburi.

La Georgia rappresenta nel Caucaso ciò che l’Afghanistan rappresenta in Medio Oriente: è una zona di transito per istradare il petrolio dell’Azerbajan dal Mar Caspio al Mar Nero (e il Mediterraneo, NdT).

Come la maggior parte delle vecchie repubbliche del Sud dell'Unione Sovietica, la Georgia è lo strumento di una politica di destabilizzazione condotta dall'imperialismo USA contro la Russia. Questa politica, che ha già messo a ferro e fuoco i Balcani, ha preso un aspetto sempre più aggressivo e provocatorio con l'installazione del famoso "scudo anti-missili" nell’Europa dell'Est e con le pressioni per accelerare l'integrazione della Georgia nella NATO.

Non lasciamoci ingannare, così come per il Kosovo, non si tratta per gli Stati Uniti ed i loro alleati di difendere la democrazia ed i diritti dei popoli a disporre di loro stessi! Sullo sfondo della crisi energetica e della recessione economica, si tratta proprio di una guerra di ripartizione imperialista! La violenza della risposta russa, qualificata dalle potenze occidentali come "sproporzionata", è un segnale dato da Mosca sui limiti che non intende far superare.

Sarkozy ed il suo ministro degli affari esteri sono andati a giocare il ruolo di mediatori a nome dei "27." Se le posizioni dei governi dell'Unione Europea sono assai lontane dall’essere unificate, essi comunque non vogliono un conflitto aperto con la Russia, e nemmeno una situazione troppo instabile, dove sarebbero in prima linea.

Il nostro Partito denuncia questa guerra tra due campi reazionari, in cui i popoli del Caucaso ne fanno le spese.

Conferma, se ce n’era bisogno, il pericolo della politica "atlantista" sviluppato da Sarkozy. Questa politica, che recentemente si è manifestata in un rafforzamento della presenza francese in Afghanistan - in risposta alle aspettative di Bush - e per una reintegrazione della Francia in tutte le strutture della NATO, è una politica aggressiva e bellicista.

Stop alle provocazioni imperialiste! Stop ai bombardamenti!

Lavoriamo per  rafforzare la solidarietà internazionale dei popoli nella loro lotta contro l'imperialismo guerrafondaio!

 

Parigi, 12 agosto 2008

 

PARTITO COMUNISTA DEGLI OPERAI DI FRANCIA

 

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