Cuba rivoluzionaria non si arrende!

 

Tra i molti comunicati di solidarietà internazionalista con l’eroico popolo cubano, sottoposto ad un feroce attacco da parte dei briganti imperialisti - USA in testa - abbiamo deciso di presentare ai lettori italiani la traduzione di un  breve comunicato redatto dai compagni colombiani del PCdC (m-l,)  in quanto ci rispecchiamo nelle sue posizioni.

L’oscena campagna anticubana portata avanti dai liberal-DS, che si sono uniti al coro dei radicali e dei fascisti pur di accreditarsi quali fedeli prosecutori della politica berlusconiana, la vergognosa assenza dei quadri “rifondaroli” alle manifestazioni di massa in difesa dei diritti inalienabili del popolo cubano, la dicono lunga sulla subalternità di queste forze alle politiche imperialiste. Subalternità certamente non condivisa – ma anzi avversata - da ampi settori della base che guardano con simpatia alla resistenza cubana e concretizzano assieme alle forze comuniste e rivoluzionarie il sostegno internazionalista.

Gravi sono le responsabilità dei gruppi dirigenti dei partiti borghesi-riformisti: che se oggi favoriscono l’ isolamento e l’escalation delle misure punitive contro Cuba in combutta col governo italiano e l’Unione Europea, domani forniranno le giustificazioni per l’intervento militare contro un popolo che si oppone strenuamente ai diktat del capitalismo monopolista. Il passo tra l’una e l’altra di queste infamie è breve. e può essere sempre compiuto in nome della “democrazia e dei diritti umani nel mondo”.

Ai comunisti e a tutti sinceri democratici spetta di denunciare tali squallide ed ipocrite manovre, di fornire la più ampia solidarietà ai popoli colpiti dalle aggressioni imperialiste e soprattutto di lottare contro il proprio governo ed i suoi agenti di “sinistra” per difendere Cuba e contribuire in tal modo a sostenere il processo rivoluzionario nell’isola.

 

A

 metà di aprile Cuba ha ricominciato ad essere oggetto di ingiusti e temerari attacchi del governo fascistoide di Bush che, con gran dispendio di mezzi  pubblicitari, continua ad atteggiarsi quale massimo difensore dei diritti umani, cercando con ciò di lavare il sangue delle migliaia di iracheni sacrificati per il bottino petroliero e geostrategico del Medio Oriente.

Sospinti dagli incompleti risultati in Iraq, il cui popolo non ha smesso un attimo di resistere, i terroristi di stato della Casa Bianca vanno avanti coi loro piani di dominazione mondiale. Rumsfeld, il Segretario alla Difesa, intervistato su  una possibile aggressione a Cuba ha detto: "per adesso, no, ora stiamo occupandoci dell'Iraq e ci preoccupa la Siria ...però, ebbene, se nel futuro vedremo che a Cuba ci sono armi di distruzione in massa, allora, dovremmo agire.". Meno male che hanno già dato per conclusa la guerra contro l'Iraq…

In maniera documentata le autorità dell'isola maggiore delle Antille hanno dimostrato che mister Cason, addetto al commercio degli Stati Uniti presso L'Avana, non solo non applica gli accordi sulla migrazione tra i due stati, ma, insieme alla mafia fascista dei gusanos cubani di Miami, ha diretto attività di destabilizzazione che vanno dal sequestro di imbarcazioni, all’incoraggiamento ai “balseros”, fino al finanziamento di alcuni giornalisti, scrittori ed altri traditori della patria, completate con iniziative di ingiuste ed ingiustificate risoluzioni di condanna nella Commissione di Diritti umani dell'ONU al fine di  rilanciare la campagna mondiale contro l'indipendenza di Cuba. In generale, si tratta di un piano di destabilizzazione.

L'aggressione yankee non è consistita solo nel disumano blocco economico approvato con la legge Helms-Burton deli 1992, poi indurita nel ‘99. Ricordiamo che nel 1996 e ‘97 ci sono stati attentati terroristici negli hotel di Cuba per sabotare le entrate del turismo. Sono state fatte esplodere anche delle bombe, a pochi giorni della visita del Papa, nel 1997. Inoltre oggi, di nuovo e come parte del complotto eversivo, quegli stessi servizi segreti che viaggiavano con le telecamere nei carri armati statunitensi che distruggevano all'Iraq, hanno installato le telecamere in diversi posti dell'estesa costa della Florida per filmare lo show dell’arrivo dei balseros che “scappano dal regime cubano" aspettandoli con in mano la legge di Riparazione Cubana, (detta “piede bagnato-piede asciutto”) che non li considera migranti al pari dei messicani che attraversano illegalmente il confine, bensì "esiliati"," “eroi" o "dissidenti che fuggono", quando in realtà possono uscire legalmente da Cuba se solo gli Stati Uniti attuassero gli accordi sulla migrazione.

L'Isola di Martì, facendo uso del suo diritto all'autodeterminazione ed alla sovranità nazionale non si arrende. Le sue istituzioni statali, rappresentative della volontà popolare, hanno preso nuove misure e applicato la legge condannando i cospiratori con le sanzioni stabilite dal suo codice penale; tra esse, la pena di morte per i sequestratori di un'imbarcazione che hanno minacciato o messo a rischio la vita dei suoi occupanti. Un'azione legale e legittima che gli aggressori yankee utilizzano per deformare la realtà dell’Isola.

La decisione del popolo cubano, del suo Stato e del suo governo è di non capitolare davanti all'imperialismo yankee, così come è stata ratificata, per l’ennesima volta, nel discorso del Presidente della Repubblica di Cuba, Fidel Castro, pronunciato nella Piazza della Rivoluzione lo scorso Primo Maggio: "In un giorno come oggi, data gloriosa dei lavoratori che commemorano l’assassinio dei cinque martiri di Chicago, dichiaro, a nome del milione di cubani qui riuniti che faremo fronte a tutte le minacce, non cederemo davanti ad alcuna pressione, e siamo disposti a difendere la Patria e la Rivoluzione, con le idee e con le armi, fino all'ultima goccia di sangue".

Le forze e le persone amanti del progresso sociale, della democrazia per il popolo e della sovranità nazionale devono serrare le file sviluppando attività solidali con Cuba rivoluzionaria ed antimperialista. La principale minaccia per i paesi del mondo è l'imperialismo, specialmente quello yankee.

Colombia, maggio 2003

Partito Comunista della Colombia (marxista-leninista)

Comitato Esecutivo Centrale