VOI NON CI RAPPRESENTATE!

Nessun  voto ai partiti della borghesia!

 

La campagna elettorale è in corso. Sui muri delle città, nei media, nelle piazze è in atto uno scontro senza esclusione di colpi tra gruppi oligarchici, lontani anni luce dalle masse e dai loro problemi, pronti ad installarsi nei palazzi del potere con il loro codazzo di galoppini.

Qualsiasi sarà il risultato numerico, sappiamo già che il prossimo premier attuerà un programma ancora più antioperaio di quelli precedenti, con la benedizione di Montezemolo, Ratzinger e dell’ambasciata USA.  

Che siano elezioni-farsa non c’è dubbio. Nessun governo borghese potrà risolvere i molteplici problemi della classe operaia e delle masse lavoratrici. Nessuna forza politica borghese o piccolo-borghese potrà superare la crisi italiana, ma solo renderla più acuta e convulsa.

Sia ben chiaro. Noi comunisti non siamo né astensionisti per principio né volgari parlamentaristi che ingannano le masse con la balla opportunista del 51%. Per noi la tribuna parlamentare è uno degli strumenti ausiliari della lotta di classe, un megafono da utilizzare per sviluppare la coscienza di classe e la lotta contro la borghesia, per aiutare la rivoluzione proletaria.

In questo senso abbiamo proposto nei mesi scorsi la costruzione di liste elettorali di “unità proletaria”, sulla base di alcuni punti di programma, quale aspetto dell’azione che i comunisti devono svolgere per la formazione di un fronte in difesa degli interessi politici ed economici del proletariato. Purtroppo, invece della ricerca di un accordo politico-programmatico, delle necessarie alleanze, della condivisione di una battaglia da sviluppare su scala nazionale, hanno prevalso altre logiche: da quella rinunciataria alla confluenza con i trozkisti, dal voto per i socialdemocratici o addirittura per il carrozzone centrista del PD.

Non per questo cadremo nell’indifferenza, nell’assenteismo o nella passività. Al contrario dobbiamo utilizzare la campagna elettorale per intervenire attivamente, per denunciare la politica borghese, sostenendo le esigenze fondamentali della classe operaia e delle masse lavoratrici, facendo conoscere le nostre posizioni e diffondendo la prospettiva dell’unica alternativa possibile: la rivoluzione ed il socialismo.

Quanto al voto non ci sono dubbi. In primo luogo, bisogna fare del tutto per boicottare la propaganda e negare qualsiasi consenso alle destre reazionarie, clericali e fasciste, che hanno già spadroneggiato per lunghi anni con i governi Berlusconi ed ora si preparano di nuovo ad andarci con la loro politica brigantesca, di difesa ad oltranza dei privilegi, di occupazione dell’apparato statale e di attacco frontale al movimento operaio e popolare.

In secondo luogo, bisogna fare in modo che dalle elezioni esca indebolito, incrinato, isolato, il progetto politico conservatore, neoliberista e securitario che il confindustriale Veltroni, sempre pronto a mettersi d’accordo con Berlusconi, intende imporre alla vita politica italiana.

In terzo luogo, devono essere castigati i saltimbanchi della sinistra borghese, che in nome della governabilità hanno appoggiato tutti i provvedimenti odiosi, filo-padronali e filo-USA del governo Prodi (per poi cadere sulla moglie di Mastella) e dopo aver cancellato falce e martello chiedono voti per salvare le poltrone, pronti a tornare alla corte di Veltroni.

Soprattutto è importante che da queste elezioni esca rafforzata la mobilitazione e la protesta operaia e popolare contro un sistema affamatore, oppressore, ingiusto, escludente, che si levi più forte il grido di rivolta degli operai e degli altri lavoratori sfruttati!

Altro che tregua elettorale: le lotte non devono cessare un minuto! Diamo vita ad una combattiva campagna elettorale, chiamando gli sfruttati ad annullare le schede con frasi che bollano a fuoco la politica di miseria, di guerra, di corruzione, di sopraffazione imposta dai monopoli capitalisti, a negare in tutti i modi possibili il voto ai partiti borghesi e piccolo-borghesi. Voltiamo loro le spalle e rivendichiamo un vero governo operaio, mettendoci sulla via della ricostruzione del partito comunista per conquistarlo.

Feb. 2008