Fabbrica Graziano Trasmissioni, India
Le
conseguenza della violenza industriale e del rifiuto della
democrazia
Un
manager di una famosa multinazionale italiana è stato ucciso? Si è trattato di
un volgare assassinio a colpi di spranga, come si lamentano industriali e mass
media? Perchè sono stati arrestati centinaia di operai?
Il
Ministro del Lavoro indiano, Oscar Fernandes, in un
primo momento, ha rilasciato dichiarazioni “sorprendenti”. Ha menzionato fatti
“innominabili”.
Quali
sono questi fatti? Che le società come Graziano abitualmente
violano le leggi, incluso quelle sul salario minimo; che si perpetrano
continuamente abusi sul contratto di lavoro, sugli orari di lavoro, sui diritti
sindacali; che si calpestano le libertà e i diritti umani dei lavoratori sul
posto di lavoro.
Ed
ha aggiunto che il linciaggio del manager della Graziano dovrebbe servire come
un 'monito' per gli industriali che scontentano a
lungo gli operai.
Chiaramente,
il Governo indiano, fedele servitore dei capitalisti, non poteva sopportare
tale verità. Ed il Ministro è stato costretto a chiedere scusa.
Ciò
non toglie che lo “sgradevole incidente” avvenuto nella fabbrica Graziano segna
un'esplosione della rabbia repressa e del risentimento dei lavoratori di fronte
allo sfruttamento sistematico ed alla soppressione della democrazia in
fabbrica.
La
versione ufficiale del “linciaggio” richiede un'investigazione seria da parte
di un'agenzia imparziale. Negli interrogatori rappresentanti sindacali e operai
hanno testimoniato il fatto che Graziano aveva licenziato illegalmente
lavoratori regolari, hanno illustrato le condizioni di lavoro bestiali.
La
fabbrica Graziano impiega 1200 lavoratori, di cui solo 500 regolari. Da mesi l’azienda
licenziava gli operai regolari per rimpiazzarli con gli “irregolari”. Il
salario degli operai è di 150 dollari al mese per i
lavoratori regolari, gli irregolari prendono 100 dollari. La giornata di lavoro
è di 12 ore. Gli operai subiscono regolarmente abusi e punizioni di ogni tipo
da parte dei cani da guardia del padrone.
Nove mesi di proteste pacifiche sono stati ignorati; i
tentativi dei lavoratori di registrare la loro unione sindacale sono stati
negati per tre volte; gli attivisti sono stati licenziati.
Riguardo
lo svolgimento dei fatti si deve segnalare che la
polizia era deliberatamente assente su richiesta della direzione della
Graziano, che, a quanto pare, aveva organizzato agenti provocatori per
bastonare una delegazione di lavoratori entrata in fabbrica con il pretesto di
colloqui.
Quando
un operaio è corso ai cancelli (che erano stati chiusi) avvisando di quanto
stava succedendo, gli operai riuniti all’esterno sono entrati in fabbrica.
Negli scontri molti lavoratori hanno subito danni, finendo in
ospedale colpiti da provocatori privati e dalla polizia giunta in
seguito.
La
storia di Graziano non è un caso isolato. Le imprese nelle nuove aree
industriali come Noida, Gurgaon,
Pantnagar sono note per le loro violazioni di leggi e
diritti, per la repressione dei lavoratori e la violenza dei loro dirigenti.
La
stessa regione è nota anche per le proteste di contadini, soddisfatte con
pallottole e bastoni. Lavoratori e contadini poveri vedono i profitti aziendali
volare in alto, mentre pagano spesso con la vita lo sfruttamento del loro
lavoro, retribuito con paghe da fame. Vedono capitalisti e latifondisti violare le leggi,
vedono la loro impunità e la connivenza dello Stato.
Le
loro proteste sono schiacciate spietatamente, mentre i violatori della legge si
ingrassano a forza di sussidi.
C’è
qualcuno allora che può meravigliarsi per quanto successo alla fabbrica
Graziano?
Ci
meraviglieremmo se non vedessimo crescere la solidarietà e la resistenza
intorno alle lotte dei lavoratori e contadini in questa regione.
E’ importante che giunga agli operai indiani della fabbrica Graziano la
solidarietà degli operai e dei sindacalisti combattivi italiani. Scrivete a:
grazianoworkerssolidarity@yahoo.com