IL GOVERNO BORGHESE DEL PASOK È ARRIVATO PER "FINIRE IL LAVORO"

Il Movimento per la Riorganizzazione del KKE (1918-55), dopo l'annuncio delle scorse elezioni (v. "Anasintaxi", no. 306, sett. 2009), aveva sottolineato che il crollo del partito monarco-fascista ND era dovuto al disastro dell'economia e alla bancarotta causata dalla sua politica neo-liberista estrema, al furto dei finanziamenti pubblici e ad altri scandali. Il fallimento era un fatto già prima dell'inizio della crisi di sovrapproduzione capitalistica. La situazione ha raggiunto, naturalmente, un vicolo cieco dopo lo scoppio della crisi e ha portato il governo del ND alla sua caduta definitiva.

Il fallimento economico attuale non è né virtuale, né un gossip. Non è una sorta di "trucco", uno "spauracchio costituito dai corvi del capitale straniero" ("Rizospastis", 27/1/2010, p.31). Non è un semplice "fattore di paura per spaventare la gente" ("Rizospastis", 29/1/2010, p.25), al contrario,  costituisce un fatto oggettivo e una dura realtà per il nostro paese.

Ciò è dimostrato da: il livello incredibilmente elevato di deficit di bilancio e di debito pubblico; il prestito usurario realizzato a condizioni che si applicano solo ad economie in fallimento; gli attacchi speculativi; il tipo di "sorveglianza" coloniale imposto dal capitale finanziario internazionale ed il continuo calo della Borsa. Tutti questi sono fatti reali, con gravi conseguenze sulla vita quotidiana delle masse lavoratrici e degli strati poveri.  Il paese è in balia:

a) degli speculatori internazionali e degli usurai;

b) dei Commissari dell'Unione europea imperialista;

c) di una dipendenza di tipo neo-coloniale.

Il partito borghese del PASOK è venuto a "finire il lavoro", per concludere la gestione del fallimento cercando di trasferire, nel modo meno doloroso, i suoi effetti sulla classe operaia, sui contadini poveri e medi, sugli strati della povera gente.

Improvvisamente, seguendo la “dottrina dello shock”, tutti i dati - nascosti per anni - che riflettono le condizioni dell'economia sono stati portati alla luce, spesso con toni drammatici. Gli imperialisti (l'UE e il FMI), assieme ai loro alleati locali, dopo aver drenato tutto quello che era rimasto agli strati popolari e portato il paese alla bancarotta, ora si contendono chi assumerà il controllo della situazione.

Costoro stanno chiedendo alle vittime della politica che ha portato alla bancarotta il paese di pagare ANCORA UNA VOLTA per superarla, promettendo alcune briciole per la sopravvivenza, in modo che possano essere di nuovo vittime in futuro.

 · Riduzione diretta delle retribuzioni o “congelamento delle paghe", che farà diminuire il potere d'acquisto, riduzione della metà degli scarsi guadagni in regime di esenzione fiscale che porterà certamente ad un'ulteriore contrazione del reddito.

 · Aumento della disoccupazione, non solo senza una politica di protezione del lavoro, ma, al contrario, con più occupazione "flessibile", come chiedono i capitalisti, senza nemmeno la parvenza di "politica di assistenza sociale", tranne il vergognoso buono per alcuni disoccupati, un'elemosina che viene direttamente dalla immondizia dei capitalisti.

 · Continuo aumento del costo della vita, compresi gli aumenti dei prezzi degli articoli più necessari, della tassazione del carburante, delle imposte indirette e un aumento quasi certo nella aliquota più bassa dell'IVA per i beni basilari.

 · Un colpo al sistema di assicurazione con tagli nel settore della medicina e delle prestazioni sanitarie (che i lavoratori hanno pagato a caro prezzo) e una aperta confessione, per la prima volta, che l'età di pensionamento salirà a 67 anni. Un colpo finale sarà inferto all'istituzione dei lavori pesanti e nocivi, la cui esistenza è per lo più occultata (dobbiamo ricordare che il lavoro degli infermieri non è ancora incluso in questa classificazione). D'altra parte, ci sarà piena tolleranza per l'appropriazione capitalistica delle detrazioni dell'assicurazione dei lavoratori, che assieme all'appropriazione indebita di Stato, hanno messo in ginocchio l'intero sistema assicurativo.

Nonostante il fatto reale del fallimento dell'economia, e proprio per questo, la classe operaia e il popolo devono resistere attivamente alle nuove misure di rapina attraverso scioperi unitari e di  massa per rivendicare: che paghino gli industriali e i banchieri con i loro enormi profitti, assieme a tutti i capitalisti che evadono le tasse ed illegalmente e provocatoriamente trattengono le detrazioni dell'assicurazione; l'aumento delle imposte per le imprese, che sono state ridotte dal governo Karamanlis dal 35% al 25%; la tassazione delle innumerevoli proprietà della Chiesa; non dimenticare ciò che è rimasto del diritto dei lavoratori all'assicurazione, per non far passare quelle misure!

Non solo non ci sarà alcun consenso o tolleranza, come il leader socialdemocratico del K"K"E-SYN balbetta mentre corre ad incontrare il Primo Ministro per un “aggiornamento” e per anticipare con paura l'imminente sollevazione sociale. Al contrario, attraverso l'unità di lotta, la classe operaia, gli strati della popolazione colpita, i contadini poveri e medi, la gioventù, renderanno questa sollevazione non solo "eroica", ma anche efficace.

Nessuna tolleranza per coloro che hanno portato il paese alla bancarotta e ora tentano di scaricare i loro crimini sulle spalle della povera gente.

Febbraio 2010

Movimento per la Riorganizzazione del KKE (1918-55)