IRAN: FRA MINACCE IMPERIALISTE E LOTTA POPOLARE

IL REGIME ISLAMICO VACILLA

 


La situazione in Iran continua ad essere caratterizzata da una duplice pressione che viene esercitata sul regime teocratico.

Da una parte l’imperialismo USA che per le sue mire petrolifere e di supremazia mondiale continua a stringere la morsa sull’Iran in vari modi: minacce militari, pressioni diplomatiche, sostegno alle forze monarchiche per provocare un cambio di regime favorevole alla cricca di Bush. Non è una novità che la CIA finanzia con milioni di dollari gli agenti dell’ex Scià di Persia, il sanguinario e traditore sovrano che fu rovesciato dal popolo iraniano.

Dall’altra il movimento degli studenti che rivendicano i diritti democratici e si oppongono al dispotismo del regime islamico, trascinandosi dietro altri settori sociali scontenti (operai, insegnanti, donne del popolo, artisti, ecc.). Sono però ancora molte le illusioni che gli studenti nutrono sulla possibilità di rovesciare il regime capitalista dei Khamenei, dei Rafsanjani e dei Khatami. Se gli studenti non si connettono al più generale movimento delle masse, ed in particolare al movimento della classe operaia iraniana, se non si organizzano politicamente sulle basi del marxismo-leninismo rimarranno sempre un movimento secondario che può essere facilmente schiacciato dalle forze reazionarie e strumentalizzato dai briganti imperialisti.

La situazione iraniana insegna che una sollevazione vittoriosa è impossibile senza la massiccia partecipazione della classe operaia e senza degli scioperi politici generali diretti da un partito proletario esperto e temprato. Insegna che senza questa direzione proletaria le rivendicazioni delle masse possono andare a beneficio della controrivoluzione che si nasconde sotto lo slogan “tutti insieme contro il regime” e si mette la maschera democratica.

In questo quadro i comunisti iraniani  stanno lavorando per garantire uno sbocco positivo nella situazione creatasi, appoggiando fortemente le rivendicazioni operaie (sono note le lotte degli operai del settore petrolifero e tessile) e studentesche, chiamando masse più ampie nella lotta e cercando di unire tutte le forze progressiste della società iraniana sotto la direzione del partito del proletariato, al fine di conquistare la vittoria finale sul regime capitalista della Repubblica Islamica.

Per tutta risposta il regime degli ayatollah sta intensificando - assieme alla politica antioperaia e distruttiva che provoca licenziamenti e tagli salariali - una repressione brutale contro gli oppositori, con il duplice scopo di fermare le proteste pubbliche ed ingraziarsi Banca Mondiale e FMI.

In particolare gli “Hezbollah”, i tribunali islamici e la polizia in abiti civili si stanno distinguendo per soffocare ogni protesta con il terrore (dalle punizioni pubbliche alle esecuzioni senza processo). Ma questa è anche un’indicazione del fatto che il movimento comunista ed operaio in Iran è sempre più determinato e continua la sua battaglia per ottenere cambiamenti fondamentali nella società.

Assicurando tutto il nostro appoggio al movimento iraniano per la libertà, contro il dispotismo e la dominazione imperialista, pubblichiamo il seguente appello, allo scopo di denunciare anche nel nostro assai interessato paese (al petrolio) le infamie perpetrate dalle autorità della Repubblica Islamica.


 

APPELLO URGENTE PER LA LIBERTA’ DI AFSANEH  NOROUZI

 

Alle organizzazioni ed ai  partiti fratelli marxisti-leninisti

Alle organizzazioni rivoluzionarie e progressiste

Agli attivisti per i diritti umani ed alle persone di idee avanzate

 

I

l regime della Repubblica Islamica dell’Iran ha condannato a morte Afsaneh Norouzi. Nel 1997 un ufficiale delle forze di sicurezza della Repubblica Islamica cercò di violentarla. Nel corso della sua autodifesa Afsaneh uccise lo stupratore. Diversi appartenenti alle forze di sicurezza del regime, ufficiali medici legali ed il primo giudice che esaminò il suo caso, hanno confermato che Afsaneh ha agito per difesa personale. Ma il suo caso è stato attribuito ad un’altra Corte e lei è stata condannata a morte. La Corte Suprema della Repubblica Islamica ha confermato il verdetto di morte per Afsaneh e l’ha costretta a sottoscrivere la sentenza.

Afsaneh si trova in prigione dal 1997 ed i suoi giovani figli hanno avuto il permesso di visitarla solo poche volte durante gli ultimi sei anni. Secondo le autorità della Repubblica Islamica Afsaneh sarà impiccata a breve.

La condanna di Afsaneh è il risultato della politica oppressiva e misogina della Repubblica Islamica. Sotto l’odierno regime le donne iraniane non hanno il diritto di difendersi. La barbarie cui esse sono sottoposte è inimmaginabile. La sentenza di morte di Afsaneh è il risultato del sistema giudiziale islamico reazionario e del regime che cerca la vendetta.

Noi chiamiamo i nostri compagni a protestare contro la sentenza di Afsaneh in tutti i modi possibili. Vi chiediamo di mandare lettere di proteste alle ambasciate ed agli uffici della Repubblica Islamica per esprimere contrarietà verso questa barbarie. Facciamo appello a tutta l’umanità progressista affinché denunci il regime Islamico dell’Iran per le azioni inumane e medioevali perpetrate contro Afsaneh Norouzi ed a richieda che la sentenza contro Afsaneh sia revocata e che essa sia immediatamente ed incondizionatamente rilasciata.

L’ufficio estero del Partito del Lavoro dell’Iran (Toufan)

11 ottobre 2003