Un'infamia del governo Berlusconi contro i perseguitati politici

 

Nel Consiglio dei Ministri che si è svolto a Napoli Berlusconi e Maroni hanno presentato il loro cosiddetto «pacchetto sicurezza»: un decreto-legge, un disegno di legge e tre decreti legislativi. Molto hanno parlato i giornali e le televisioni delle misure liberticide previste contro gli immigrati e i rom, criticate e denunciate anche dall'Unione Europea e da alcuni ministri del governo spagnolo per il razzismo che le ispira.

 Poco o nulla è stato detto, invece, di un'altra infamia, contenuta nel  decreto Maroni a proposito dei rifugiati politici in Italia.

Uno straniero di un paese dove è in corso una guerra o che fugge da una persecuzione politica, al quale la Commissione prevista dalla legge Bossi-Fini abbia negato lo status di rifugiato politico da lui richiesto, poteva - fino a ieri - presentare ricorso in Italia contro il diniego, e il ricorso aveva effetto sospensivo nei confronti del decreto di espulsione. Chi aveva chiesto l'asilo politico aveva il diritto di rimanere in Italia fino all'esito del ricorso.

 Adesso, con la nuova normativa berlusconiana: 1) il rifugiato viene rispedito nel suo paese d'origine, dal cui territorio potrà presentare il ricorso (se la guerra non lo abbia già ammazzato, o il suo governo non lo abbia messo in galera); 2) il prefetto ha, in ogni caso, il potere di limitare la libertà di movimento di chi chiede asilo politico in Italia.

Che ne è di quel «diritto di asilo nel territorio della Repubblica», riconosciuto dall'art 10 della nostra Costituzione allo «straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche»? Durante il ventennio fascista, l'Italia fu un paese di perseguitati politici: molti furono i comunisti, i socialisti, i democratici antifascisti, che dovettero espatriare per non finire nelle galere di Mussolini e poter continuare all'estero la lotta per la liberazione del loro paese dalla tirannide fascista. Oggi altri perseguitati fuggono dalla barbarie delle varie guerre fomentate dall'imperialismo, o dalle rappresaglie dei loro governi antidemocratici.

Berlusconi e Maroni, tra le flebili proteste della cosiddetta «opposizione» veltroniana, stanno facendo strame dei diritti garantiti agli stranieri dalla Costituzione italiana conquistata col sangue dei partigiani.  Ai perseguitati politici di altri paesi va la solidarietà internazionalista di tutti i comunisti!

 

21 maggio 2008                                        Piattaforma Comunista