RIFIUTIAMOCI DI PAGARE LA CRISI DEL CAPITALE

Unire tutte le resistenze! Ricostruire il partito comunista!

 

S

iamo di fronte ad un salto di qualità dell’offensiva capitalista. La politica seguita nei primi mesi del governo Berlusconi presenta infatti aspetti diversi rispetto al passato, tanto nei contenuti quanto nel modo di portarla avanti.

Con il “pacchetto Tremonti” e la vicenda Alitalia, è stato dato un chiaro segnale: sempre più tagli, miseria e ricatti per i lavoratori. Ma siamo ancora all’antipasto, sta per arrivare l’aggressione frontale alla classe operaia, sospinta dalle tempeste finanziarie.

I prossimi colpi saranno: ondate di licenziamenti, smantellamento dei CCNL (per ridurre ancor più i salari, aumentare gli orari e impedire gli scioperi), federalismo fiscale che porterà il sud alla bancarotta, nuovi assalti alle pensioni, favori alle sanguisughe capitaliste, tra cui il rilancio del nucleare.

Cosa significano questi cambiamenti? Significano che per i parassiti dell’alta finanza non sono più possibili “mezze misure”, nel quadro dell’acutizzazione della crisi economica e dell’aumento della rivalità inter-imperialista. Devono passare ai lavoratori il conto del fallimento del neoliberismo, delle speculazioni, e per farlo è necessario dare un pesante giro di vite al movimento operaio, realizzare brutali controriforme, trasformare in senso reazionario lo stato, le relazioni sindacali, l’intera società.

Il governo di Berlusconi è dunque chiamato a prendere decisioni tempestive rimovendo ogni ostacolo, dividendo e reprimendo i movimenti di lotta, per procedere a tappe forzate nel programma di demolizione delle conquiste operaie, di salvaguardia degli interessi monopolisti (per primi i suoi), di avventure militari. Su ciò il gruppo di avvoltoi che banchetta sui resti del capitalismo italiano, si gioca la propria affidabilità ed esistenza politica.

Da parte loro socialdemocratici, riformisti e vertici sindacali sono obbligati a riposizionarsi rispetto alle nuove esigenze borghesi. Alcuni settori partecipano in pieno alla loro applicazione, favorendo la “complicità fra capitale e lavoro” invocata dal governo; altri si distaccano, continuando però a spargere illusioni su un impossibile ritorno al capitalismo “sano” ed alla concertazione. Cosa li accomuna? Che entrambi vogliono salvare la baracca dei padroni, evitando la mobilitazione rivoluzionaria del proletariato e degli altri lavoratori contro lo sfruttamento, la miseria, le guerre di rapina.

Nonostante questa pesante situazione, negli ultimi mesi i movimenti di lotta non si sono fermati, dando vita ad un’accanita resistenza: dagli operai delle fabbriche colpite dagli “esuberi” ai lavoratori pubblici, da Napoli a Vicenza, dall’Alitalia ai migranti, si è risposto colpo su colpo ai pescecani che comandano in Italia. Giorno dopo giorno si sviluppa un processo di ripresa, che deve proseguire con più ampie e decise mobilitazioni di massa operaie e popolari!

E’ importante giungere ad una piattaforma di lotta generale, unitaria, imperniata sulla difesa intransigente degli interessi di classe; sviluppare e rafforzare le posizioni combattive e  di classe nei sindacati e unificarle con le realtà di lotta che esistono al loro esterno. Solo unendo tutte le resistenze, rompendo con la politica neoliberista e social-liberista, lottando per un vero Governo Operaio, potremo alzare una diga efficace e preparare la riscossa!

Non c’è dubbio che più la borghesia mostrerà il suo vero volto, più la lotta fra le classi sociali divamperà acuta. Il proletariato sarà costretto a difendere non solo gli interessi particolari di categoria, ma i propri interessi generali di classe, che in definitiva consistono nella rivoluzione e nella costruzione del socialismo, unica via di uscita dalla barbarie di un sistema che si fonda sul massimo profitto.

Per affermare questi interessi c’è bisogno della lotta politica, del partito indipendente del proletariato, strumento indispensabile di direzione, di organizzazione e di lotta, basato sul marxismo-leninismo, senza il quale non c’è vittoria. A tal fine chiamiamo tutti i sinceri comunisti e i lavoratori coscienti a unirsi e compiere i passi necessari a rendere più vicina la sua ricostruzione, rafforzando le nostre posizioni.

Ott. 2008                                             

Piattaforma Comunista