RISCALDAMENTO DEL PIANETA, SICCITA’, DISSESTO AMBIENTALE: UN’ALTRO ASPETTO DELL’IMPERIALISMO

 

Le temperature torride dell’ultima estate, con la loro tragica conseguenza di migliaia di morti tra gli strati più deboli dei popoli colpiti, la conseguente siccità con la distruzione di quantità enormi di derrate alimentari e gli aumenti speculativi dei prezzi, hanno costretto i media alla massima attenzione verso un problema che avrebbero voluto rinviare sine die.

Perchè il problema del riscaldamento del pianeta e del complessivo dissesto ambientale è in realtà il problema del violento e crescente conflitto tra sviluppo imperialista e biosfera, tra gli interessi dei percettori di profitto (che, mai dobbiamo dimenticarlo, trae origine solo dal processo di produzione di merci), e quelli della intera popolazione mondiale.

Tale conflitto, nel suo precipitare, coinvolge non solo gli antagonisti “naturali” della borghesia sfruttatrice, la classe operaia industriale ed agricola, ma la globalità delle masse popolari, coinvolte in una spirale di invivibilità complessiva di cui il riscaldamento della Terra è solo un aspetto, per quanto il più vistoso, e, oggi, quello che appare il più pericoloso.

E’ un elemento di oggettiva coesione tra tutte le classi oppresse, coesione che costituisce il terrore della borghesia imperialista che, fino ad oggi ha costruito il suo potere frammentando in mille rivoli l’attenzione e gli interessi delle masse popolari.

Non meraviglia quindi che sulla questione nodale della rapida presa di coscienza  della incompatibilità tra l’attuale sistema economico mondiale e la vivibilità della terra, si stiano scatenando le furie dell’apparato di disinformazione e di mistificazione planetaria imperialista.

Uno dei tasselli più preziosi all’imperialismo di quest’opera di mistificazione è la più o meno consapevole azione dei fautori della “ecocompatibilità”, che assumono prevalentemente la veste di fautori delle energie pulite” o “rinnovabili”.

Confutare un atteggiamento mentale che è oggi estremamente diffuso, anzi dominante, tra vaste frange del movimento no-global, dei verdi, della piccola borghesia “di sinistra”, è compito che richiede di precisare in modo accurato i fondamenti fisici di ogni attività economica, di ogni produzione ed anche di ogni commercializzazione di merci.

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