EDITORIALE DEL N. 7 DI
TEORIA & PRASSI
(1° NUMERO DELLA NUOVA SERIE,
OTT. 2002)
La nuova serie di Teoria &
Prassi è il frutto della decisione di alcuni circoli comunisti che hanno
dato vita ad un collettivo redazionale sulla base dei documenti che
riproduciamo nelle pagine seguenti (all. 1 e 2)*. Tale scelta rappresenta sia il
risultato dei passi di integrazione compiuti, sia un mezzo per avanzare
verso una superiore unità sulla base dei
principi marxisti-leninisti.
Nel dare alle stampe il periodico riteniamo doveroso spiegare, in poche parole, i
compiti che ci proponiamo ed il modo con il quale intendiamo realizzarli.
Il momento storico che stiamo
vivendo è caratterizzato dall'
ampliamento e dalla acutizzazione delle
contraddizioni fondamentali del sistema imperialista. In un decennio il
sogno borghese della "fine della storia" si è trasformato nell'
incubo dei collassi finanziari e della
recessione globale. ll capitalismo parassitario sta andando verso uno
stadio più grave della sua crisi
generale e permanente. Mentre sul piano economico e sociale la classe
proprietaria colpisce duramente le grandi masse lavoratrici, a livello politico
la crisi si manifesta nel deterioramento della democrazia borghese, nella
tendenza alla reazione aperta.
I fatti della storia insegnano che i
capitalisti sono capaci dei peggiori crimini per salvare i propri interessi e
la propria esistenza in quanto classe. E' chiaro che l' aggressione
imperialista degli USA e dei loro
alleati, chiamata ipocritamente "Enduring Freedom",
rappresenta un punto di svolta nello sforzo della borghesia di salvare a tutti
i costi la traballante "civiltà del profitto". La guerra di lunga
durata dell' oligarchia finanziaria esprime a pieno la contesa per ridefinire
le sfere di influenza, per proseguire il saccheggio delle risorse dei popoli ed
accrescere il brutale sfruttamento del proletariato internazionale. Altrettanto
chiaro è che l'aggressione crea il suo opposto: l' aumento delle rivalità fra i
briganti imperialisti, l'accentuazione della collera dei popoli e delle nazioni
soggiogate, il risveglio del gigante proletario.
Sotto l'offensiva multiforme ed
incessante della borghesia la classe operaia
- che su scala internazionale ha continuato il suo sviluppo e maturato
un'estensione senza precedenti - è
costretta ad entrare in lotta aperta con il capitalismo ed i suoi governi per difendere le precedenti
conquiste e diritti. Il malcontento e le proteste crescono e si generalizzano,
l'aspirazione ad un cambiamento sociale si amplia.
Anche nel nostro paese siamo
entrati in una situazione in cui riprende slancio ed estensione la lotta
operaia e delle masse lavoratrici contro l' attacco capitalista. Indipendentemente
dalle forme in cui si svilupperà, ed indipendentemente dalla volontà dei
protagonisti, il conflitto di classe è destinato ad inasprirsi, ponendo di
fronte agli sfruttati questioni e compiti non risolvibili sulla base dei vecchi
partiti corrosi dal collaborazionismo e del cretinismo parlamentare. Questi
partiti socialdemocratici e riformisti, ed i vertici sindacali a loro connessi,
per la loro natura di classe ed il loro programma non possono utilizzare il
flusso ascendente della lotta proletaria per sviluppare un movimento cosciente
per la rivoluzione socialista. Al contrario possono solo indebolire la lotta
delle classi subalterne con la loro politica riformista, elettorale o
referendaria. Le vicende degli ultimi mesi sono un' ulteriore riprova della
loro linea fallimentare ed illusoria.
Sappiamo bene che il proletariato non è
ancora pronto per il nuovo periodo di
conflitti aperti che dovrà affrontare. Da una parte non si è ancora del tutto
ripreso dalla demoralizzazione e dalla depressione causata dalla sconfitte precedenti; dall' altra non ha iniziato a
riorganizzare le proprie forze per risolvere i nuovi compiti. Non dobbiamo
inoltre dimenticare che la borghesia imperialista mantiene la capacità di
corrompere economicamente alcuni settori della classe operaia e di gestire la
burocrazia sindacale per prevenire il pericolo della sollevazione degli
sfruttati. Questi fattori hanno finora influenzato profondamente il livello
della lotta di classe in Italia, mantenendola ad un basso livello e dentro i
confini del riformismo borghese. D’altro canto non possiamo nemmeno
ignorare che il peggioramento delle
condizioni materiali di esistenza cui sono sottoposti milioni di lavoratori
determina obiettivamente una spinta
alla rottura dei vecchi schemi riformisti e appronta il terreno per l'
acquisizione di più alti livelli di coscienza.
Cosa significa oggi preparare la classe
operaia? Significa per prima cosa che
il reparto avanzato del proletariato si deve
costituire in partito politico indipendente per allontanare il movimento operaio dalle
tendenze borghesi, dall' economismo e dalle illusioni riformiste, per
organizzarlo ed unirlo nella lotta per
il potere attirandolo sotto la bandiera del socialismo proletario. La questione
dunque non sta nel movimento spontaneo in quanto tale o nel corteggiamento nei suoi confronti. La
questione è la diffusione delle idee rivoluzionarie nel movimento, è la capacità dei comunisti a dirigere ideologicamente e politicamente le diverse fasi della lotta
di classe, lavorando da marxisti-leninisti (e non da socialdemocratici un po'
più combattivi) dentro il movimento di
massa, specialmente nel movimento operaio.
Da ciò ne deriva che la questione del
partito è il problema principale e di estrema attualità che deve essere messo
all' ordine del giorno da ogni sincero comunista, da ogni operaio avanzato.
Questa tesi ci differenzia da tutte quelle forze che, seppure si richiamano al
comunismo e dicono di volere il partito, lo concepiscono come un problema di
tipo "storico", rinviando alle calende greche il problema della sua
formazione. In realtà le posizioni attendiste, settarie o liquidazioniste hanno
tutte una stessa radice, essendo funzionali alla borghesia ed ai revisionisti.
La classe dominante ed i suoi agenti nel movimento operaio sono infatti
perfettamente consapevoli che sulla questione "partito" si combatte
una battaglia decisiva - quella della indipendenza politica del proletariato -
e pertanto cercano di impedire con tutti i mezzi (dalla repressione alla
corruzione, dalla diversione ideologica al terrorismo) che la ideologia
proletaria si tramuti in organizzazione politica della classe operaia. Come affermò Terracini al processo contro il
gruppo dirigente del PCd'I, "il fatto puro e semplice dell' esistenza del
partito comunista è sufficiente, di per se stesso, a porre in pericolo grave e imminente il regime".
Da
quanto detto se ne trae una prima
indicazione. Teoria & Prassi, sarà uno strumento per
intervenire nella battaglia per la ricostruzione del partito comunista nel nostro
paese. Una rivista dedita a superare la confusione attuale, volta a liberarci
dal meschino settarismo e dal gretto praticismo, a superare la spregevole
situazione di frazionamento organizzativo, di sbandamento e di infatuazioni
ideologiche che esiste nel movimento comunista del nostro paese.
Un quadrimestrale teorico e politico,
dunque, che ci permetterà di offrire il
nostro contributo al dibattito, di intervenire nella configurazione dei
requisiti ideologici, organizzativi e programmatici necessari alla
ricostruzione del reparto di avanguardia della classe operaia. Gran parte dei saggi e degli articoli della
rivista, siano essi redazionali, traduzioni o ripubblicazioni saranno dedicati
soprattutto a tale scopo che riveste una importanza storica.
Mentre esigiamo che si passi ad una forma
superiore, più unita e cento volte meglio
organizzata dei comunisti, mentre ci proponiamo di
approfondire i vecchi e nuovi problemi
della rivoluzione e del socialismo, dichiariamo che daremo battaglia all' ideologia
borghese ai suoi sottoprodotti, alle sue proposte e mistificazioni.
Continueremo in particolare la lotta a viso aperto contro il revisionismo e l'opportunismo,
contro lo spontaneismo e l' estremismo, contro tutti i tentativi di travisare
il socialismo scientifico o di prendere posizioni "intermedie". Su
queste basi tracceremo di numero in numero una netta linea di demarcazione
rispetto le concezioni borghesi e piccolo borghesi, presenteremo un
orientamento coerente che si faccia carico di contribuire allo sviluppo
teorico, poiché "non tutto è stato detto", così come è necessario
saper riconoscere i limiti, gli errori delle precedenti esperienze
rivoluzionarie per poterli correggere.
Sbaglia chi vede questi problemi come
problemi astratti. Sono invece problemi che hanno immediati riflessi nella
pratica, dal momento che senza una vera e salda unità ideologica non avrebbe
alcun senso avviare un processo di strutturazione organizzativa.
Dal nostro punto di vista non è importante chi arriva per primo in Italia
a risolvere il problema del partito (se vi riuscisse qualcuno saremmo assai
felici e vi aderiremmo immediatamente); l'importante è deciderlo su giuste
basi. Una aggregazione di gruppi, circoli e singoli compagni con una diversa
concezione del mondo, con diverse linee e diverso contenuto del loro lavoro
provocherebbe infatti non il sorgere del partito ma il suo preventivo
affossamento.
Ma cosa è necessario, da un punto di vista
teorico e nel campo dell'attività pratica, per gettare le fondamenta di un vero
partito comunista? Vogliamo qui evidenziare soltanto due capisaldi, lasciando
agli articoli che si succederanno nel tempo il compito di illustrare i vari
aspetti
Il primo punto, il più importante, sta
nel riconoscimento che il compito essenziale
del partito comunista, la sua ragione di esistenza, è dirigere ed
organizzare la lotta per la rivoluzione socialista e l'instaurazione della
dittatura del proletariato.
Non siamo estremisti o avventuristi e
non pensiamo che la rivoluzione avvenga domattina. Pensiamo semplicemente che
il capitalismo è gravido di una rivoluzione che si ponga il compito di
accordare la proprietà dei mezzi di produzione al carattere sociale delle forze
produttive, essendo stramature le condizioni materiali per il passaggio a rapporti
di produzione nuovi, socialisti. La comprensione della funzione storica del
proletariato, la dichiarazione della necessità della sua dittatura per creare
la società socialista è il tratto distintivo tra il marxismo-leninismo e tutte
le altre correnti socialiste borghesi o piccolo borghesi. Comprendere tale
esigenza vuol dire impugnare la teoria scientifica dello stato, cimentarsi con
"l'analisi concreta della situazione concreta", porsi la questione
della conquista della maggioranza della classe operaia, delle necessarie
alleanze di classe, dell' egemonia. Significa unire le organizzazioni di classe
ed educare il proletariato alle concezioni
rivoluzionarie, partecipare attivamente nella vita politica sviluppando
una adeguata direzione tattica e strategica. Significa cogliere le forme
concrete di lotta e di organizzazione che permettono il passaggio delle masse a
posizioni più avanzate, valorizzando quello che di nuovo, di originale, di
valido si sprigiona nel conflitto contro l'ordinamento sociale esistente.
Chiunque può capire che si tratta di un approccio assai diverso rispetto a chi
da decenni lancia qualche frasetta
altisonante sul socialismo in generale e sul sindacalismo in particolare.
La questione dello stato diretto ed
organizzato dal proletariato, basato sui consigli operai, è quindi un problema vivo che deve essere
agitato tra le masse nelle lotte quotidiane, che va mostrato assieme alla
denuncia della dittatura borghese, della pesante e multiforme oppressione che
colpisce la maggioranza della popolazione.
Il secondo punto – indissolubilmente
legato al primo - vede il partito comunista quale organizzazione politica di
una sola classe, il moderno proletariato. Lo è perché la sua ideologia e la sua
politica rispondono ai fondamentali interessi dell' unica classe antagonista al
capitalismo, capace di dirigere le altre classi e strati sociali oppressi. Lo è
perché composto organicamente dalla parte più cosciente del proletariato, che
assimila e diffonde il programma rivoluzionario del socialismo scientifico.
Dunque non un partito di "chiunque la pensi allo stesso modo", non un
partito interclassista che cerchi una sintesi di diversi interessi, ma un
partito unico, centralizzato e coeso della classe operaia, che ne rifletta le
caratteristiche qualitative e sia
strettamente legato alla sua vita ed alle sue sorti.
Da ciò ne consegue che la nostra
pubblicistica si distinguerà per non fornire alcun appoggio ai partiti del
capitalismo. Formare un partito comunista vuol dire prendere una posizione chiara
di opposizione ai partiti borghesi, fare chiarezza sul fatto che oggi in
Italia, nonostante le sfaccettature di programmi, esiste un solo grande partito
della classe dominante mentre non c'è alcun vero partito comunista del
proletariato. Appoggiare in qualunque modo le fazioni borghesi sarebbe di
conseguenza un danno per la classe operaia.
Sulla
base di queste convinzioni svilupperemo la nostra attività redazionale,
indirizzandola in tre precise direzioni.
Anzitutto rivolgendoci ad un settore
molto importante del proletariato: ai nuclei di operai rivoluzionari, agli
operai avanzati, ed in particolare ai giovani operai che
capiscono che i partiti del capitalismo non rappresentano i loro interessi.
Questi operai sono concentrati negli strati più bassi e peggio pagati, sono i
più sfruttati e i meno garantiti. Oggi si trovano alla testa delle lotte e si
rivelano i più pronti ad abbracciare gli ideali socialisti, elevandosi dalla
attività pratica locale alla lotta politica. La loro preparazione in quadri del
futuro partito sarà al centro del nostro impegno.
In secondo luogo, rapportandoci a
quelle organizzazioni, gruppi e singoli compagni che sono usciti indenni dalla
corruzione e dalla corrosione provocata dal moderno revisionismo, a tutte
quelle realtà marxiste che sorgono e sorgeranno nel vivo della lotta di classe,
da ogni sciopero, da ogni scontro con la borghesia. Il nostro intento è quello
di favorire il confronto e l'avvicinamento
tra le sincere forze comuniste, di approfondire la differenziazione fra le
posizioni corrette e quelle influenzate da correnti antileniniste.
In terzo luogo, dialogando con tutti
quei compagni proletari che ancora militano nei partiti revisionisti,
socialdemocratici o liberal-riformisti. In queste ed altre formazioni c'è un
numero significativo di elementi onesti e combattivi che per varie ragioni sono rimasti all' interno di tali
formazioni pur trovandosi in conflitto con le rispettive direzioni. Pensiamo
sia necessario che questi compagni, che hanno convincimenti rivoluzionari, debbano rompere ideologicamente, politicamente ed
organizzativamente con i partiti in cui militano, per unirsi con i
marxisti-leninisti e contribuire con le loro forze alla costruzione di un forte
partito comunista in Italia.
Questa rottura non è possibile farla se
non si instaura un confronto che porti
gli elementi sani ad afferrare saldamente la teoria scientifica della
rivoluzione. La ricostruzione del partito comunista non può avvenire infatti né sulla base dei "sentimenti", né
sulla base di una divergenza superficiale con l'ala sinistra della borghesia.
Ciò condurrebbe ad un partito con una facciata più militante ma con la stessa essenza revisionista, formalmente
vivo ma politicamente morto.
Nel presentarci pubblicamente non
vogliamo nascondere i nostri limiti, che sono molti ed assillanti.
Teoria & Prassi è prodotta da
un piccolissimo collettivo di compagni che si basa sulle proprie forze e
possibilità. E' nostra intenzione dare una certa diffusione alla rivista, che
cercheremo di far arrivare più nelle piazze che nelle librerie. Abbiamo bisogno
di compagni che ci possano aiutare a portare il marxismo-leninismo nel
movimento di classe, di tutti coloro che possono afferrare le idee contenute
nella rivista ed ordinare intorno ad
esse dei lavoratori, in particolare degli operai. Oggi esistono gruppi
spontanei di lavoratori, di giovani rivoluzionari ed altri circoli che hanno
legami con gli operai. Li invitiamo a prendere contatto con la rivista per
avanzare più velocemente, facendo arrivare la coscienza di classe nelle
organizzazioni operaie.
Abbiamo bisogno del rapporto fraterno e
del sostegno di tutti coloro che sono d'accordo con i nostri principi
fondamentali. Coloro che sono d' accordo solo parzialmente ci potranno dare un appoggio
parziale, non per questo meno apprezzato.
Ci proponiamo di apparire regolarmente
e perciò abbiamo bisogno di abbonamenti, di sottoscrizioni, di contributi regolari
poiché al di fuori dell'autofinanziamento
da queste parti è sicuro che non pioverà un euro.
Intendiamo infine consolidare ed
ampliare un corpo di redattori e collaboratori regolari, di diffusori, di
propagandisti, che ci permetterà di realizzare
in futuro un vero giornale politico nazionale che è il più rivoluzionario tra
tutti i compiti immediati, condizione indispensabile per fondere il
lavoro locale dei gruppi e dei circoli
comunisti in un solo lavoro nazionale.
Facciamo appello a tutte le
organizzazioni comuniste che si riconoscono negli scopi che abbiamo delineato,
a tutte le avanguardie di classe, ai simpatizzanti ed agli amici ad unirsi
alla nostra attività. La vita e lo sviluppo di Teoria & Prassi
dipenderà dallo sforzo che compiremo insieme per realizzarla con qualità, darle
continuità e assicurarle vasta
circolazione, dipenderà dai successi che registreremo nell’unificazione delle forze di avanguardia
della classe operaia del nostro paese.
* Per gli allegati 1) e 2) vedere le dichiarazioni comuni di Circolo Lenin, Politica Comunista e Scintilla nella pagina dei comunicati.