AVANZARE
SUL SENTIERO DELL’UNITA’ DEI COMUNISTI
N |
ell’editoriale dello scorso numero scrivevamo che per giungere ad uno stadio superiore di organizzazione dei comunisti (creazione di un’organizzazione di tipo intermedio pre-partito) bisogna che si compiano due fenomeni interdipendenti e strettamente legati fra di loro: la formazione di nuclei di operai rivoluzionari e la graduale unificazione delle forze comuniste esistenti.
Essendoci già soffermati sul primo aspetto, vogliamo
ora concentrarci sul secondo, che non ci sta meno a cuore ed i cui risultati
condizioneranno in senso favorevole gli ulteriori svolgimenti.
Più volte abbiamo voluto richiamare l’attenzione dei
compagni sostenendo un’esigenza tanto sentita, quanto difficile e lenta da
realizzare: l’unità dei sinceri comunisti.
Questo obiettivo è uno dei fattori fondamentali per
avanzare nel processo di ricostruzione del partito comunista come reparto di
avanguardia, organizzato e cosciente, della classe operaia.
Le ragioni che motivano l’unità dei comunisti sono
evidenti. In Italia non c’è alcuna organizzazione che svolga un ruolo di
direzione politica del proletariato. Un gruppo locale, una minuscola realtà
nazionale non possono offrire una soluzione credibile agli elementi migliori
della classe operaia, a quelli che si staccano dai partiti riformisti o che
cercano una valida alternativa rivoluzionaria.
La mancanza di un vero partito comunista che incarni
ed affermi gli interessi della classe operaia è a sua volta uno dei fattori che
spiega la relativa debolezza del movimento operaio e degli altri movimenti
sociali, la subordinazione alla borghesia ed alla aristocrazia operaia, il
predominio del gretto praticismo riformista.
Basterebbe questa deprecabile situazione a spingere
verso l’aggregazione, poiché sarebbe da irresponsabili e da scellerati agire in
senso contrario agli interessi del proletariato.
Anche l’avanzare della guerra imperialista e
l’offensiva multiforme, permanente e preventiva della borghesia, che vorrebbe
far sparire qualsiasi istanza rivoluzionaria, rendono l’unità dei comunisti una
necessità strategica, prima ancora che una possibilità. Essa matura nella
coscienza dei compagni giorno dopo giorno, ma si manifesta ancora come
tendenza, come propensione che crescerà fino a quando l’imperialismo stesso
obbligherà a passare dall’ordine sparso all'unità, o viceversa al tradimento
aperto.
Pensiamo, dunque, che l’unità non sia solo un
desiderio, una nobile aspirazione. E' invece la manifestazione ideologica e
politica di esigenze obiettive, di cause profonde, che agiscono nel seno della
società capitalistica. La spinta all’unità per rialzare la bandiera del
socialismo e del comunismo, per indicare a tutti coloro che lottano per una
società diversa e migliore la sola prospettiva avverabile, si origina dalle
leggi dello sviluppo storico e si alimenta dalle caratteristiche della presente
tappa della crisi generale del capitalismo: periodo di restaurazione e
offensiva borghese a tutto campo, di assalti continui da parte dei padroni, ma
anche periodo di risveglio delle lotte del proletariato e dei popoli.
Queste cause oggettive e profonde provocano modificazioni
nel carattere del movimento operaio, nel tipo degli elementi di avanguardia che
emergono dalle lotte del proletariato; producono costantemente nel movimento
comunista mutamenti che creano le basi della unità, generano la sua piattaforma
ideologica, politica ed organizzativa. Lo fanno nonostante e contro gli
ostacoli posti dal nemico di classe, dai revisionisti e da chi dice di aspirare
all’unità e invece la ritarda con mille mezzucci.
SEGUE NELLA RIVISTA