Bande criminali, premi Nobel e Vaticano S.p.A.
La magistratura ha riaperto in questi
giorni l'inchiesta su Emanuela Orlando, la giovane cittadina dello Stato della
Città del Vaticano scomparsa ventisei anni fa e non più ritrovata.
Molte le ipotesi che furono allora
formulate sulla sua scomparsa: la più probabile - secondo alcune testimonianze
- era che fosse stata rapita e uccisa dallaa Banda della Magliana,
la potente holding criminale romana legata a Cosa Nostra, alla 'Ndrangheta,
alla Loggia P2 di Licio Gelli, ai servizi segreti e
ad ambienti neofascisti.
Già allora si sospettò che nel rapimento
della Orlandi fosse coinvolto monsignor Marcinkus, il «banchiere di Dio», direttore dello I.O.R (l'Istituto per le Opere Religiose) responsabile, fra
l'altro di uno dei maggiori
scandali finanziari italiani, il crack del Banco Ambrosiano di Guido Calvi.
Pochi giorni fa, in un'intervista
televisiva del 20 novembre, il giudice Rosario Priore ha spiegato quale poté essere stato lo scopo del rapimento di quella ragazza:
un tentativo di pressione e di ricatto nei confronti del Vaticano. Il motivo? Un prestito
di 15-20 miliardi di lire fatto dalla Banda della Magliana
al Vaticano per il finanziamento di Solidarnosc,
somma di cui la banda chiedeva insistentemente la restituzione.
Che il capitalismo avesse finanziato in
modi legali e illegali quel sindacato reazionario e anticomunista che fu Solidarnosc non è mai stato un mistero per nessuno. Adesso sappiamo qualcosa di più: sappiamo da
quali criminali prendesse i soldi il signor Lech Walesa, quel gran «campione della libertà», quel «grande
combattente per la democrazia» che la borghesia internazionale ha insignito del
premio Nobel (come il suo degno «compare» in anticomunismo Michail
Gorbaciov).
Il Vaticano S.p.A., insediato - come uno Stato autonomo e sovrano - nel cuore
della nostra Repubblica, è uno dei più potenti centri finanziari del mondo ed
allo stesso tempo un bastione della reazione mondiale. La rivoluzione
proletaria italiana dovrà liberare il nostro paese da questa presenza.
Nel «Progetto di programma» che abbiamo
elaborato nel 2004 lo abbiamo affermato con chiarezza: nell'Italia socialista
«tutti i cittadini avranno il diritto di professare liberamente la propria fede
religiosa», ma «tutti
i beni appartenenti alle istituzioni religiose saranno espropriati senza
indennizzo. I privilegi economici, sociali e fiscali del clero saranno
soppressi». « Lo Stato socialista regolerà i suoi rapporti nei confronti
della Chiesa cattolica e di tutte le confessioni religiose sulla base della più
rigorosa separazione. Saranno dichiarati nulli e senza effetto i Patti Lateranensi del 1929, l'Accordo del 1984 fra lo Stato
italiano e la Chiesa cattolica e le varie Intese stipulate dallo Stato italiano
con le altre confessioni religiose. Il
territorio dello Stato della Città del Vaticano sarà annesso allo Stato
italiano». Questi obiettivi politici, che potranno essere realizzati con la
rivoluzione sociale del proletariato, dovrebbero far parte del programma di
ogni autentica forza comunista.
Novembre 2009 Piattaforma Comunista