ESPRIMIAMO
CON LO SCIOPERO GENERALE LA VOLONTA’
DI
CACCIARE IL GOVERNO BERLUSCONI
E
CONQUISTARE LA DIREZIONE POLITICA DELLA SOCIETA’
Operai,
lavoratori,
la
crisi politica del governo Berlusconi si trascina da mesi. Ricatti, corruzione
e interessi di bottega sono il pane quotidiano della cricca al governo che non
ha più nulla da offrire ai lavoratori se non soppressione di diritti, miseria,
repressione e avventure militari.
La riduzione dell’Irpef si rivela per quello che è sempre stata: una manipolazione delle masse dietro la quale si nascondono i soliti regali ai ricchi e ai padroni mai sazi di profitti, oltre che evasori incalliti. La Finanziaria 2005 è l’ennesimo episodio dell’attacco ai servizi sociali, alla sanità ed alla scuola pubblica, dello strozzamento dei contratti che subiamo da troppi anni. Il “rilancio dell’economia” si traduce sistematicamente nei licenziamenti, nell’aumento dello sfruttamento e della precarietà, nello scippo di pensioni e TFR, nelle stangate per finanziare la vergognosa occupazione dell’Iraq e dell’Afghanistan.
E’ evidente che i capitalisti ed il loro governo capeggiato dal boss piduista stanno portando avanti la versione italiana della “guerra preventiva”, seguendo l’esempio dei briganti nordamericani che per altri quattro anni, con il pretesto del terrorismo, ci daranno bellicismo sfrenato ed interventi negli affari interni degli altri paesi.
Ma essi hanno ormai contro la maggioranza dei lavoratori che non si lasciano più ingannare e ripudiano la politica affamatrice, di trasformazione reazionaria dello stato e di oppressione dei popoli che ci sta facendo pagare un prezzo sempre più alto.
Perciò lo sciopero generale odierno – che segue
molteplici scioperi e proteste locali e categoriali - deve costituire un
importante momento di unità politica della classe operaia e di tutti i
lavoratori, segnando la ripresa della mobilitazione di massa per cacciare il
governo Berlusconi e sconfiggere il progetto di costruzione di un regime
reazionario.
Questo è oggi il nostro obiettivo da perseguire con l’unità, l’organizzazione e
la lotta che va intensificata e resa più ampia!
La classe operaia ed i lavoratori sfruttati,
superando di slancio i cedimenti e le esitazioni dei capi riformisti, hanno la
forza e la capacità per dare la spallata decisiva a Berlusconi prima che faccia
altri ed irreparabili danni, infliggendo così una lezione esemplare all’intera
borghesia.
Possiamo farlo respingendo in blocco l’intera
politica capitalista, senza limitarci ad ostacolare questo o quell’aspetto
particolare.
Possiamo farlo tornando protagonisti dello scontro,
prendendo nelle nostre mani l’iniziativa e rafforzando il carattere politico,
generale e prolungato della mobilitazione.
Possiamo farlo liberandoci dai vincoli che ci sono
stati finora imposti e dotandoci di una piattaforma unificante e di una linea
opposta a quella cercata nella “politica dei redditi”, nella concertazione e
negli accordi a perdere. Riconquistando cioè la nostra indipendenza politica.
Abbattere
il governo delle destre con la mobilitazione di massa vorrà dire allo stesso
tempo impedire il raggiungimento di nuovi equilibri a favore di settori di monopolisti che progettano di cambiare cavallo con un centrosinistra borghese per
poter proseguire,
con meno resistenza, l’attacco contro il proletariato ed i popoli oppressi.
La caduta nelle piazze del governo Berlusconi deve
infatti significare il fallimento di tutta una politica antioperaia che lo ha
avvantaggiato e favorito, deve essere la sconfitta di un intero strato
dominante che lo ha prodotto e sostenuto: la borghesia imperialista.
Dunque una rottura totale e radicale non solo con le
sue componenti liberiste più aggressive, ma anche con ogni altra componente che
rappresenta in varie forme gli interessi di questa forza sociale parassitaria e
pertanto non può in alcun modo farci uscire dal declino e dalla crisi generale
del capitalismo.
Il proletariato è l’unica classe in grado di portare
il paese fuori dall’attuale situazione rivendicando il diritto, in quanto
classe produttrice dell’intera ricchezza, a prendere il potere per via
rivoluzionaria ed attuare la direzione politica della società in alleanza con
gli altri lavoratori sfruttati.
Tutti i problemi delle grandi masse lavoratrici
possono essere risolti con l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di
produzione e la creazione di un tipo di organizzazione sociale del lavoro
superiore al capitalismo.
Di qui la necessità di ricostruire un
vero partito comunista che sappia organizzare e guidare le masse nei conflitti
quotidiani come nelle grandi battaglie che ci attendono, per precipitare la
caduta del dominio capitalista e conquistare un nuovo mondo senza sfruttamento,
miseria e guerre di rapina: il socialismo!
Lottiamo ed
organizziamoci per aprire la strada ad un vero governo operaio e degli altri
lavoratori sfruttati!
Solidarizziamo con i
popoli vittime delle aggressioni imperialiste!
"Teoria & Prassi", rivista marxista-leninista
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novembre 2004