Caivano, Tor Bella Monaca, Quartieri Spagnoli: teatri della demagogia sociale e del militarismo del governo Meloni

A seguito di stupri avvenuti nel “Parco Verde” di Caivano ai danni di due bambine, il governo Meloni ha dato mandato a oltre 400 agenti della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, fra cui reparti speciali, di effettuare una maxi operazione volta “alla perquisizione, all’identificazione di persone e veicoli, e all’esecuzione di controlli igienico-sanitari”.

Il “blitz”, che ha comportato la creazione temporanea di una zona di “guerra interna”, è avvenuto all’alba del 5 settembre, dopo la visita della premier a Caivano su invito del parroco Patriciello; un evento che è servito a preparare il terreno, strumentalizzando la vicenda degli stupri, per risalire nei sondaggi che danno in netto calo il governo e il partito della Meloni, specie nel meridione.

Caivano è un comune di circa 36 mila abitanti situato all’estrema periferia settentrionale della Provincia di Napoli, a ridosso di quella di Caserta, tra i più degradati e colpiti dall’emergenza “Terra dei Fuochi”. In esso è presente il quartiere “Parco Verde”, sorto con la speculazione edilizia per contenere gli sfollati a seguito del terremoto del 1980.

Il quartiere, con scarsi servizi, strutture sociali ed educative, senza manutenzione, ridotto a un ghetto di reclusi, aveva tutti i requisiti per divenire una roccaforte della criminalità organizzata. Le istituzioni della borghesia italiana non hanno mai preso provvedimenti volti a scongiurare questa eventualità, che infatti si è concretizzata.

Il “Parco Verde” è diventato non solo uno dei più degradati quartieri d’Italia e tra i principali in mano alla camorra, ma anche un luogo di perversione e violenza, anche su bambini, indicativo della situazione di totale abbandono in cui vivono gli abitanti di questo quartiere.

Il “Parco Verde” rappresenta il fallimento dello Stato e del capitalismo, generatore di povertà, degrado e insicurezza sociale. Sebbene il comune presenti la frazione di Pascarola, uno dei centri industriali del meridione, il tasso di disoccupazione è, dati ISTAT, al 35%, quello maschile al 30,4%, quello femminile al 44,8% e quello giovanile al 65,5% con cifre verosimilmente più alte nel “Parco Verde”.

Il pullulare dei clan camorristi dediti al traffico di droga, implicati anche nello sfruttamento della prostituzione e nella pedofilia, non è altro che drammatico corollario dell’economia e della politica borghese.

A ciò non si può porre rimedio con una maxi operazione che ha visto irruzioni in appartamenti vuoti, il sequestro di qualche migliaio di euro e di una manciata di proiettili: risultati risibili per un tale spiegamento di forze (i pezzi grossi si erano già dileguati, magari lasciando qualche “regalino”….).

Quella del governo Meloni è un’operazione propagandistica che non tange minimamente la criminalità organizzata e tantomeno le sue radici, e non risolve alcun problema sociale.

L’intervento interforze con modalità ad “alto impatto”, e aspetti da cinematografo, serve invece a rafforzare la reazione politica e la militarizzazione del territorio. E’ la premessa di altre messinscene in zone degradate – sono di stamani i “blitz” nel quartiere romano di Tor bella Monaca e nei Quartieri Spagnoli di Napoli –  facendo passare con una sporca demagogia sociale l’idea che i problemi esistenti si risolvono con il militarismo e l’autoritarismo (come anche il governatore De Luca e il sindaco Gualtieri vanno  affermando), invece che con radicali cambiamenti strutturali.

I lavoratori e le masse popolari di Caivano non hanno più alcuna fiducia nelle istituzioni dello Stato borghese. Significativa la dichiarazione della madre di una delle bambine vittime delle violenze: «voglio lasciare questo inferno e quindi lancio un appello a chiunque possa darmi una mano a scappare, a un benefattore che mi possa aiutare a uscire da questo luogo di dolore».

Occorre che tale disillusione e malcontento si trasformino in protagonismo e militanza politica. Non un benefattore messianico, bensì la classe operaia e le masse popolari stesse di Caivano, di Tor Bella Monaca dei Quartieri Spagnoli così di altre aree povere e degradate, possono dare dignità e riscatto a sé stesse. Solo il proletariato può emancipare sé stesso, e con ciò l’intera società, nessun altro può farlo.

Bisogna dunque schierarsi dalla parte della rivoluzione e del socialismo, una società in cui è garantita la piena occupazione, la sola capace di eliminare le condizioni materiali e politiche che rendono il “Parco Verde” e altri quartieri quello che oggi vediamo, di estirpare con la dittatura del proletariato ogni crimine antisociale.

Gli operai, i giovani disoccupati, i lavoratori sfruttati, i giovani e le donne degli strati popolari che vivono la stessa situazione di degrado a abbandono, che soffrono lo sfruttamento, la disoccupazione, la povertà e l’insicurezza sociale, devono comprendere che un altro mondo è possibile, che i propri mali sono dovuti non “allo Stato” in astratto o alla “politica” in astratto, bensì al sistema capitalistico, allo Stato borghese e alla politica negligente e criminale dei governi centrali e locali della classe dominante.

A Napoli e nella sua provincia, nell’intero meridione, nei quartieri popolari delle metropoli la rabbia e la protesta di operai e disoccupati salgono di giorno in giorno.

È compito dei comunisti collegarsi con queste proteste, promuovere la creazione di comitati di lotta che raccolgano le masse, organizzare scioperi e manifestazioni per rivendicare il lavoro, il salario e i servizi sociali, contro le spese di guerra e l’offensiva governativa, stringendo legami con i proletari più avanzati e combattivi per avanzare nella costruzione di un autentico Partito comunista che sia la guida di tutti gli sfruttati e gli oppressi nella lotta per il potere.

7 settembre 2023

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia 

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