Con il popolo palestinese, contro il sionismo e l’imperialismo!

A 50 anni dalla guerra del Kippur, l’ala militare di Hamas e altre componenti della resistenza palestinese hanno lanciato un attacco a sorpresa e senza precedenti contro Israele, approfittando della debolezza politica del governo Netanyahu, un governo di razzisti, terroristi, fascisti, artefici e fautori sia della colonizzazione, sia dell’annessione totale dei Territori occupati.

È così tornata sullo stato sionista una minima parte della violenza che ha esercitato per decenni, addirittura intensificatasi negli ultimi anni (un attacco al giorno nel 2021, due attacchi al giorno il 2022, tre attacchi al giorno nel 2023, con un ritmo crescente della colonizzazione).

Sia chiaro: la violenza degli oppressi non può mai essere equiparata a quella degli oppressori che portano la responsabilità della drammatica condizione che subisce il popolo palestinese, impedendo con i loro complici imperialisti qualsiasi soluzione della questione palestinese.

L’obiettivo della resistenza non è stato solo quello di attaccare Israele, ma anche quello di boicottare la normalizzazione dei rapporti fra lo stato sionista, l’Arabia Saudita e altri paesi arabi.

I briganti occidentali, USA e UE, incluso il governo italiano, hanno condannato gli attacchi “terroristici” e insistito sul ritornello “siamo con Israele, che ha diritto a difendersi” con ogni mezzo.

Mai hanno parlato del diritto alla difesa del popolo palestinese in sette decenni di occupazione della Palestina, a fronte di numerose risoluzioni ONU, di almeno sette aggressioni armate sioniste (da “Piogge estive” del 2006 alla recente “Alba nascente”) condotte nella striscia di Gaza sotto blocco da 15 anni, al sistema di violenza e negazione dei più elementari diritti della popolazione palestinese, che ha causato decine di migliaia di vittime e l’incarcerazione di oltre 5000 palestinesi, di cui circa 1250 detenuti senza iter processuale.

Aggressioni e violenze che non hanno piegato la resistenza palestinese, ma ne hanno accresciuto la determinazione e la combattività.

La reazione di Israele agli attacchi non si è fatta attendere. I sionisti sono passati al contrattacco, bombardando pesantemente la popolazione civile di Gaza, demolendo grattacieli. È stata tagliata l’energia elettrica, mettendo in grande difficoltà gli ospedali sovraffollati, è stata interrotta la fornitura di beni essenziali.

In Cisgiordania occupata, le manifestazioni a sostegno della resistenza sono state represse violentemente dall’esercito israeliano, provocando diversi morti e più di un centinaio di feriti.

I sionisti stanno preparando una risposta più ampia, puntano a stroncare la resistenza palestinese. “Quel che c’è non esisterà più”, ha minacciato il ministro della difesa israeliano. Ma hanno fatto male i loro conti: il popolo palestinese, sia nei territori occupati, sia in esilio o dalle carceri sioniste, non smetterà mai di lottare per i propri diritti nazionali, sociali e politici.

La guerra di Israele contro il popolo palestinese non sarà breve e sarà sanguinosa. Di fronte all’inevitabilità delle guerre ingiuste e di rapina nell’epoca dell’imperialismo, è indispensabile stringere il legame fra il movimento del proletariato e le lotte per la liberazione dei paesi dipendenti e delle colonie in un solo fronte mondiale della rivoluzione contro il fronte mondiale dell’imperialismo.

Rilanciamo la solidarietà con il popolo palestinese e alla sua resistenza che lotta eroicamente contro l’occupante sionista, l’imperialismo e i loro servi, partecipando alle mobilitazioni che si svilupperanno nelle diverse città.

Ciò include la denuncia del sostegno e della cooperazione con Israele da parte del governo italiano, dei partiti filo-sionisti e delle aziende che traggono profitti dalla colonizzazione.

8 ottobre 2023

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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