Disinformazione e ruolo dei marxisti-leninisti

Non basterebbe un libro, e per la verità ne sono stati scritti molti, per descrivere la disinformazione nel recente passato.

Nel breve spazio di un articolo ci preme mettere il fenomeno nel contesto odierno della lotta di classe, che è in ascesa.

La falsificazione della verità e le omissioni, ovvero le notizie sottaciute o nascoste, sono da sempre un’arma impiegata dalla borghesia nella gestione della sua egemonia.

Con la bancarotta del riformismo e del revisionismo in Europa e in Italia, la borghesia ha rotto gli argini e la falsificazione è dilagata in tutte le classi e i ceti sociali.

La disinformazione è divenuta un pilastro dell’affermarsi del “pensiero unico” neoliberista, conforme all’ideologia borghese, riducendo alla marginalità, assieme al ruolo dei parlamenti, le velleità liberal-democratiche su un possibile pensiero e un’informazione indipendenti.

Le cosiddette  “opposizioni parlamentari”  balbettano qualcosa – sempre meno – e l’apparato informativo non può non darne conto, ma sui temi cruciali non mancano di esprimere un acritico consenso.

Qualche esempio? La guerra in Ucraina (e ben prima le missioni armate di ‘pace’), la politica previdenziale e fiscale, la NATO e la fedeltà atlantica, l’equiparazione di comunismo e nazismo, la questione fondamentale della proprietà privata dei mezzi di produzione…

Volendo soffermarci sull’attualità, il governo Meloni ha avuto buon gioco nel comprarsi la pretesa “informazione critica” delle principali catene giornalistiche e radio-televisive e di quella veicolata dai principali social media.

La parte del leone dell’informazione che viene veicolata in rete, per esempio. accompagnando messaggi pubblicitari, è in linea con gli altri media, spesso con una maggiore quantità di informazioni false o impossibili da verificare, come nel caso della recente pandemia e della crisi climatica.

Nella fase attuale, segnata dall’attacco del capitale e dei suoi governi alla classe operaia e dall’inasprimento delle contraddizioni imperialiste, la disinformazione la sta facendo da padrona assoluta.

Nel mese di agosto l’insulto all’intelligenza umana è arrivato a vertici inauditi, sia sul terreno economico (vedi la vicenda della solidità dei conti pubblici strombazzata addirittura da Bankitalia), sia con il pesante silenzio calato sul problema sbarchi e immigrazione con profughi spediti qua e là come pacchi postali.

La disinformazione marcia su due gambe: da un lato occultando fino a quando e quanto possibile i fatti, dall’altro mettendo al confronto bugie e mezze verità in omaggio al “rispetto del pluralismo e della libertà di pensiero”. Il dibattito avviene solo fra opzioni reazionarie e anticomuniste o fra informazioni di dubbia attendibilità.

Tutto ciò porta verso un regime di tipo autoritario, dove solo le opinioni consenzienti sono accette e l’opposizione è ridotta a quella di “sua maestà” (il capitale). Ma  apre anche spazi ai marxisti-leninisti.

I compagni devono perciò apprendere l’arte di imparare ad afferrare e propagare la verità, che in quanto tale ha un carattere rivoluzionario ed è un’arma della lotta di classe.

L’informazione marxista-leninista, su carta stampata o virtuale (Internet e social network) deve fissarsi nella testa dei compagni come strumento di orientamento. Ma non basta. Perché essa va poi  completata e aggiornata (oggi non disponiamo di un quotidiano e nemmeno di un settimanale), calata  nelle realtà locali, nei posti di lavoro, nei quartieri popolari, nei luoghi associativi e ricreativi.

Oggi la coscienza dei proletari è relativamente bassa. Ma il loro bisogno di informazione sui problemi che li attanagliano cresce sempre di più. D’altra parte, anche i movimenti reazionari e fascisti si stanno attrezzando e rafforzando per trascinare le masse sfruttate utilizzando la loro demagogia.

Non possiamo permettere che questo vuoto venga colmato da forze reazionarie, razziste e fasciste o da compiacenti riformisti e revisionisti.

Perciò è necessario incrementare il nostro lavoro di propaganda, che comprende l’agitazione e le denunce politiche.

Dobbiamo aumentare la qualità di questo lavoro e utilizzare le nuove tecnologie in modo professionale.

In linea con le esigenze della lotta, dobbiamo aumentare il numero di materiali di propaganda concreti e stimolanti su vari argomenti e diffonderli utilizzando tutti i media possibili.

Dobbiamo riuscire a coniugare abilmente la propaganda del socialismo scientifico con le urgenti rivendicazioni della classe. I compagni debbono diventare nel loro agire quotidiano più autonomi ed in grado di fornire elementi di orientamento immediato.

Non è un lavoro facile ed occupa del tempo:  ma se ci si impegna, si impara e si affina.

Occorre formarsi ed informarsi seguendo criticamente l’informazione di regime, scoprendone le contraddizioni, le bugie e le omissioni.

Bisogna ascoltare le idee errate e l’informazione falsa o distorta che la borghesia inculca nella testa delle masse e, con pazienza, muovere critiche che facciano ragionare, che smentiscano falsità e luoghi comuni, riportando fatti inoppugnabili con citazioni delle fonti, completandoli via via con ragionamenti stringenti dalla logica ferrea.

Ciò consente al comunista informato di dialettizzarsi con gli altri compagni e con i proletari avanzati, di contribuire alla redazione di “Scintilla” dando il necessario apporto, così da occupare meglio gli spazi enormi lasciati dalla bancarotta revisionista e riformista.

Questo lavoro permette, assieme all’innalzamento del livello ideologico dei militanti, di fare “scuola di comunismo”.

I comunisti sono in una lotta continua contro la borghesia e i difensori del sistema capitalista, che diffondono quotidianamente menzogne, confusione e disinformazione, per conquistare influenza ideologica e politica sulla classe operaia e le masse popolari attraverso il lavoro di propaganda, per diffondere e affermare le idee e le concezioni rivoluzionarie.

Tale lavoro è una parte fondamentale della lotta per la ricostruzione del Partito.

Si tratta di un’attività importante affinché la coscienza di classe, della necessità della rivoluzione, si sviluppi e altri compagni vengano all’organizzazione e domani al Partito.

Da “Scintilla” n. 137 (settembre 2023)

 

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