Forti proteste dei lavoratori in Tunisia

In Tunisia, come da tempo denuncia il Partito dei Lavoratori, c’è un regime populista di destra che ha occupato il potere attraverso il suo rappresentante, Kais Saied, che monopolizza tutti i poteri dal colpo di stato del 25 luglio 2021 e intende instaurare in modo autocratico la sua “Nuova Repubblica”.

Kais Said ha utilizzato la sua posizione alla presidenza per rovesciare dal potere l’ala dell’establishment costituita dal movimento islamista Ennahda e dai suoi alleati, e procedere gradualmente all’attuazione del suo progetto: eliminare la democrazia rappresentativa in nome della “vera democrazia”, che non è diversa dalla democrazia dei teorici fascisti.

Secondo la logica populista, ciò che Kais Saied vuole è ciò che il popolo vuole,  e ciò che il popolo vuole è ciò che Kais Saied esprime perché è l’unico che ha capito ciò che il popolo vuole.

Di conseguenza, governa per decreti.

Kais Saied è un pericolo concreto che sta avanzando nella realizzazione del suo progetto di dittatura borghese, con decisioni che cancellano le libertà democratiche e i diritti collettivi e personali conquistati attraverso la rivoluzione politica del 2011.

Questo mentre prosegue e peggiora una crisi economica che colpisce le fasce più povere della popolazione, la gioventù, le donne.

Obiettivo principale di Kais Saied sono oggi le organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Nel silenzio dei media, in Tunisia si sta sviluppando un attacco senza precedenti alle libertà e ai diritti sindacali.

Durante il mese di febbraio numerosi sindacalisti sono stati arrestati o posti sotto sorveglianza dalle forze dell’ordine solo perché stavano esercitando i propri fondamentali diritti di azione sindacale, tra i quali la promozione e la partecipazione a iniziative e scioperi di massa.

Gli attacchi sono culminati con l’arresto di Anis Al-Kaabi, dirigente del sindacato delle autostrade aderente all’Unione generale dei lavoratori tunisini (Ugtt, che ha circa un milione di iscritti), accusato di aver “arrecato danni patrimoniali” alla società delle autostrade.

L’arresto è avvenuto dopo un discorso pronunciato da Saied alla caserma della Guardia nazionale tunisina in cui minacciava chi voleva bloccare le strade.

In seguito Kais Saied ha fatto arrestare oppositori politici e giornalisti di  media indipendenti definendoli “terroristi” che volevano alimentare la tensione sociale.

E’ in atto una vera e propria campagna repressiva orchestrata dal regime di Kais Saied volta ad eliminare il diritto di sciopero e di espressione per schiacciare la resistenza del movimento operaio e popolare alle politiche che sta portando avanti.  Politiche che scaricano sulle spalle di lavoratrici e lavoratori la crisi economica e sociale.

Nonostante la repressione gli scioperi  e le manifestazioni di protesta continuano: i lavoratori sono scesi in piazza in diverse città della Tunisia contro il crescente autoritarismo del regime populista, contro il peggioramento della situazione economica e la mancanza di generi di prima necessità, che avviene mentre Kais Saied sta preparando con il FMI un piano “lacrime e sangue”.

Condanniamo la politica antipopolare e repressiva del regime di Kais Saied ed esprimiamo solidarietà ai lavoratori e a rappresentanti sindacali tunisini colpiti.

Siamo sicuri che i lavoratori e il popolo di Tunisia, che stanno soffrendo la crisi e la repressione, sapranno sollevarsi di nuovo nella lotta, per conquistare il proprio futuro di libertà, indipendenza e giustizia sociale.

Da Scintilla n. 132, marzo 2023

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