Oltre la solidarietà, per l’organizzazione degli operai in partito indipendente

Firenze, 25 marzo h. 14, Viale Guidoni, manifestazione nazionale con gli operai GKN.
La strenua lotta degli operai GKN è un esempio per tutti i lavoratori che subiscono la violenza dei padroni, perché GKN è solo una delle centinaia di aziende che licenziano, affamano e adottano misure repressive contro gli operai.
L’esperienza compiuta dal Collettivo di Fabbrica, con le forme organizzative e di lotta realizzate, è ricca di insegnamenti per l’intera classe operaia.
La vertenza GKN, contraddistinta dalle speculazioni del liquidatore Borgomeo, dai tavoli istituzionali vuoti, da lunghi mesi senza busta paga, dai licenziamenti “indotti”, ma soprattutto da 20 mesi di Assemblea permanente e dalla capacità di costruire organismi e stringere legami per la difesa del posto di lavoro, dimostra che l’azione comune non di una sola fabbrica ma di tutta la classe operaia, è una necessità inderogabile per gli operai contro cui stanno il grande capitale e le sue istituzioni.
Mentre gli operai GKN e le forze solidali continuano a discutere e a lottare per rompere l’assedio, cosa fanno i vertici sindacali?
Se Sbarra e Bombardieri si inchinano davanti ai padroni, il riformista Landini, che non ha mai voluto unire gli operai in una vera lotta contro i licenziamenti e per gli aumenti salariali, è giunto al punto di invitare al Congresso CGIL la sciovinista e guerrafondaia Meloni, che ha ricevuto una vergognosa legittimazione. Ora devia l’azione sull’obiettivo dell’iniquità fiscale, che non può certo sostituirsi alle mobilitazioni operaie rispetto le quali i vertici di CGIL CISL e UIL fanno da pompieri. Non a caso nella sua relazione non ha detto una parola sulla grandiosa lotta dei lavoratori francesi.
Questi atti vergognosi vanno denunciati senza rinunciare al compito di lavorare dove sono le masse per attrarle dalla nostra parte, conducendo la lotta contro i burocrati sindacali che accettano la collaborazione di classe.
La resistenza degli operai GKN ha messo in luce la contrapposizione mortale fra borghesia e proletariato e la questione centrale della proprietà privata dei mezzi di produzione, fornendo la prova che un’unica lotta di classe deve necessariamente unire la lotta politica e la lotta economica.
Nello scendere in piazza il 25 marzo a Firenze a fianco degli operai GKN, nell’opporci ad ogni tentativo di bloccare la convergenza delle lotte per il lavoro, per il pane, per la pace, per l’ambiente, affinché progrediscano reciprocamente, affermiamo che è proprio la lotta politica a dover essere messa in primo piano.
La storia dimostra che la classe operaia può partecipare alla lotta politica per la propria emancipazione solo attraverso il proprio partito. Questa verità, sistematicamente occultata e negata dai padroni e dai loro servi riformisti e opportunisti, è ben chiara ai comunisti.
Nessun partito borghese e piccolo borghese verrà in aiuto agli operai e agli altri lavoratori sfruttati. Nessuna illusione può essere coltivata sui liberaldemocratici asserviti alla NATO come Schlein, lontani anni luce dalle esigenze del proletariato. Così come è utopistico pensare di uscire dallo sfruttamento e dalle crisi con le nazionalizzazioni nell’ambito del sistema capitalista-imperialista, irriformabile a beneficio degli operai e delle masse lavoratrici.
Essere classe dirigente – e domani classe dominante e dirigente – significa dotarsi dello strumento fondamentale dell’egemonia: il partito del proletariato, la forma suprema dell’unione di classe dei proletari capace di guidare le masse alla rottura rivoluzionaria con il capitalismo e alla presa del potere per edificare un nuovo e superiore ordinamento della società umana, una vita nuova.
Oggi nessun partito è parte integrante e dirigente della classe operaia. Nessun partito rappresenta i suoi interessi fondamentali. Dunque il primo passo da compiere è avviare una seria discussione sul problema decisivo dell’organizzazione degli operai avanzati in partito indipendente, contrapposto a tutti i partiti delle classi possidenti e legato al movimento comunista internazionale.
Una discussione che deve vedere come protagonisti gli stessi operai che hanno autorità sulla massa, assumendo indispensabili responsabilità, come ad es. la convocazione a questo scopo di una riunione nazionale di delegati operai più coscienti e combattivi.
In quanto comunisti (marxisti-leninisti) siamo pronti a fare la nostra parte per contribuire a tale processo, sapendo che l’unità degli operai avanzati in partito si conquista nella lotta e nel lavoro quotidiano, strettamente legati ai fini rivoluzionari.
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
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