La lotta per gli aumenti salariali esige chiarezza!

Nello scorso numero del giornale (v. Scintilla n. 130, gennaio 2023) nell’evidenziare che l’inflazione colpisce gravemente i lavoratori sfruttati – il salario operaio ha perso più del 10% del potere d’acquisto nel corso dell’ultimo anno – denunciavamo che i capi sindacali confederali per affrontare il problema hanno adottato la linea dell’abbassamento del cuneo fiscale, cioè della minor tassazione del salario, aderendo a politiche invocate da anni dalle organizzazioni padronali e dai governi al loro servizio.

Le recenti dichiarazioni dei vertici Cgil confermano in pieno tale impostazione sbagliata e perdente, frutto della socialdemocrazia e del riformismo.

La proposta consegnata alla Meloni durante l’incontro con i sindacati sulla manovra di bilancio è tutta impostata sul taglio del cuneo fiscale e la riattivazione  del Fiscal Drag.

Gianna Fracassi, vice segretaria generale della Cgil, ha ribadito al quotidiano “La Repubblica”: “Insieme al Fiscal Drag, chiediamo anche il taglio del cuneo contributivo di cinque punti”.

Landini ha ripetuto lo stesso concetto. Per aumentare gli stipendi “bisogna fare ciò che il governo non ha fatto: riduzione del carico fiscale contributivo a favore dei salari e allo stesso tempo, visti i livelli di inflazione che sono altissimi, ripristinare il cosiddetto fiscal drag”.

Impostare la lotta per l’aumento salariale agendo sul piano fiscale significa evitare di avviare una lotta generale per intaccare i profitti dei capitalisti e porre le premesse per il taglio dei servizi e delle prestazioni sociali per cui vengono a mancare altre risorse.

L’aumento del salario deve prescindere dalle manovre fiscali ed andare a scapito di profitti, rendite e interessi capitalistici. Inoltre non deve esserci una politica dei “due tempi”, prima gli sgravi fiscali e poi la lotta sui contratti di lavoro, che serve solo a fiaccare il movimento operaio e sindacale.

L’aumento dei salari va rivendicato e generalizzato con la lotta di classe e non sugli inutili i tavoli ministeriali, alla ricerca della fallimentare concertazione perduta (peraltro irrecuperabile con un governo aggressivo e reazionario come quello della Meloni).

Le rivendicazioni per le esigenze vitali dei lavoratori vanno sostenute con la lotta indipendentemente dalla loro compatibilità con le leggi del capitalismo.

E’ necessario che organizzazioni operaie di fabbrica, RSU, comitati, delegati e singoli operai prendano coscienza del grave stato di cose esistente e aumentino la pressione su padroni e governo, smascherando la burocrazia sindacale in quanto ostacolo della lotta operaia.

Il malcontento e la protesta per l’aumento dei salari vanno espressi in ogni occasione, aumentati d’intensità, diffusi e legati alla lotta contro la guerra.

Vanno organizzate manifestazioni, assemblee sindacali e sociali, presidi, blocchi, con l’intendimento di aprire una nuova e dura fase di lotta.

Recupero salariale per tutti pari all’intera inflazione! Aumento generalizzato dei salari per tutti i lavoratori del settore privato e pubblico, maggiore per i lavoratori peggio pagati! Esigiamo lavoro, salute, educazione, sicurezza lavorativa e sociale! Sviluppiamo la mobilitazione!

Da Scintilla n. 131 (febbraio 2023)

 

 

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