No alle provocazioni scioviniste e ai guerrafondai nel Balcani!

Negli ultimi tempi l’aspirazione alla “Grande Serbia” da parte della borghesia serba, che ha sempre avuto pretese storiche, è stata rivitalizzata. Valutando favorevole il contesto del conflitto creato dall’invasione russa dell’Ucraina per compiere passi avanti verso tale obiettivo, la borghesia serba, con il governo Vucic, è alla ricerca di una nuova avventura.

Si afferma che le tensioni si siano raffreddate dal momento che Vucic ha dichiarato che i serbi nel nord del Kosovo hanno iniziato ad abbattere alcune barricate che avevano eretto, ma la situazione non è cambiata del tutto, poiché le ragioni del conflitto hanno radici profonde.

Vucic sembra aver messo gli occhi sul Kosovo, dove le bande nazionaliste serbe scioviniste e razziste, i cetnici, non si fermano. Ha iniziato a creare tensioni con il Kosovo schierando truppe al confine. La borghesia serba, che ha buoni rapporti con l’ungherese Orban e con l’estrema destra nel nuovo governo italiano, ha anche gli occhi puntati su altre parti dell’ex Jugoslavia, presumendo che annettendo parti del Kosovo e di altri paesi dei Balcani possa creare la “Grande Serbia”. Vucic sta cercando di materializzare passo dopo passo il sogno della borghesia serba assieme ai reazionari in Montenegro, Croazia e Bosnia.

Dato che la Serbia è un potente paese dei Balcani, non va sottovalutato il nazionalismo della borghesia serba e l’aspirazione alla “Grande Serbia”. Questo orientamento della borghesia serba, che è montato soprattutto prima della Grande Guerra, ha costantemente posto un serio problema nei Balcani. Il fervore nazionalista della borghesia serba, che è stato ripreso da Tito subito dopo la liberazione della Jugoslavia, è proseguito con la repressione delle nazionalità riunite in quel paese, che egli staccò dall’unità con i paesi noti come democrazie popolari.

Il dominio del revisionismo moderno ha spianato la strada in Jugoslavia, in URSS, e poi in tutti i paesi balcanici e dell’Europa orientale, tranne che per alcuni decenni in Albania, ad adottare apertamente l’ordine capitalista dello sfruttamento; ciò ha portato al collasso e alla disintegrazione di questi paesi revisionisti.

Di conseguenza le borghesie dei paesi balcanici, in primo luogo quella serba, che consideravano una soluzione la collaborazione con gli imperialisti statunitensi, europei, russi e cinesi, hanno provocato rivalità e conflitti tra le nazioni, diffuso inimicizie tra i popoli producendo differenze nazionali per rafforzare la loro egemonia nella regione.

Negli anni ’90, nelle condizioni di oppressione nazionale da parte della borghesia serba, che alimentava il nazionalismo e le differenze nazionali, il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO, che ha portato il paese alla distruzione, è stato sanguinoso, ma non difficile. L’aggressione grande-serba guidata da Milosevic e la disintegrazione della Jugoslavia hanno portato al deterioramento e all’ampliamento delle rivalità e dei conflitti nazionalisti fra le borghesie balcaniche.

I Balcani non devono trasformarsi nuovamente in un terreno di conflitto e di guerra. Una guerra che colpirà inevitabilmente tutti i lavoratori e i popoli europei.

Bisogna impedire che le borghesie dei paesi balcanici, in particolare la borghesia serba, in collaborazione con gli imperialisti e con l’appoggio dei residui del revisionismo, trascinino i popoli in una nuova lotta nazionalista.

I Balcani restano ancora una volta un centro di conflitto tra le potenze imperialiste. USA e NATO “proteggono” il Kosovo per i propri interessi – non per la libertà degli albanesi e di altri popoli in Kosovo – e molti stati balcanici sono oggi membri della NATO e dell’UE imperialista, che stanno utilizzando e approfondendo i conflitti e incoraggiano le forze imperialiste filo-occidentali nella regione. L’imperialismo russo cerca di mantenere ed estendere la sua influenza alimentando i conflitti, sostenendo e favorendo lo sciovinismo serbo.

Spetta alla classe operaia e ai popoli dei Balcani, con le loro organizzazioni comuniste, rivoluzionarie e progressiste, assumere la responsabilità.

In quanto membri della Conferenza Internationale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML), dichiariamo di stare a fianco del popoli dei Balcani e dei rivoluzionari che sollevano le rivendicazioni della pace e della fratellanza contro lo sciovinismo, i guerrafondai e il fascismo.

La soluzione sta nel socialismo contro il capitalismo, nella reale indipendenza, nella democrazia politica contro il fascismo, nell’uguaglianza dei diritti nazionali e nell’unità e solidarietà internazionale della classe operaia e dei popoli contro il nazionalismo borghese e tutti gli imperialisti.

9 gennaio 2022

I membri europei della Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Partito Comunista d’Albania – PCA

Partito Comunista degli Operai di Danimarca – APK

Partito Comunista degli Operai di Francia – PCOF

Organizzazione per la costruzione di un Partito Comunista degli Operai di Germania

Movimento per la riorganizzazione del Partito Comunista di Grecia (KKE 1919-55)

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Organizzazione marxista-leninista Revolusjon – Norvegia

Alleanza Rivoluzionaria del Lavoro di Serbia – RSRS

Partito Comunista di Spagna (marxista-leninista)

Partito del Lavoro (EMEP) – Turchia

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