XXVII Seminario Internazionale “Problemi della Rivoluzione in America Latina”
Pubblichiamo di seguito la Dichiarazione finale del XXVII Seminario Internazionale “Problemi della Rivoluzione in America Latina”, che ha visto la partecipazione di organizzazioni politiche, sindacali e sociali di 17 paesi e oltre 1500 partecipanti in forma fisica e virtuale.
Il tema del Seminario di quest’anno, culminato nel mese di settembre 2023 con sei tavoli di dibattito, è stato: “Le lotte della classe operaie e dei popoli, e le dispute interimperialiste”.
Il Seminario è stato organizzato dal Partito Comunista Marxista Leninista dell’Ecuador (PCMLE) e dalla Gioventù Rivoluzionaria (JRE) dell’Ecuador, nell’ambito delle attività della CIPOML.
I partecipanti al Seminario si sono trovati d’accordo sul fatto che solo l’organizzazione degli operai, dei lavoratori e dei popoli, delle donne, dei giovani, permetterà di portare la lotta alla conquista del potere. Perciò hanno insistito sulla necessità di rafforzare le proprie organizzazioni e l’unità di classe per affrontare l’offensiva borghese in ogni paese.
Una volta concluso il Seminario è stata realizzata la sessione commemorativa del 59° anniversario della fondazione del PCMLE.
Le lotte della classe operaia e dei popoli e le dispute inter-imperialiste
Non sono tempi buoni per il capitalismo, le sue inevitabili contraddizioni interne sono la fonte dei gravi problemi di cui soffre. Più di un secolo fa è entrato nella fase che ha segnato l’inizio del suo declino e la lotta dei lavoratori e dei popoli continua ad abbattere i muri dello sfruttamento capitalista. Ora il mondo sta assistendo a una nuova ondata di proteste, che esprimono il malcontento e il rifiuto dei popoli nei confronti di un sistema che offre loro solo incertezza, oppressione e sfruttamento.
Decine di migliaia di lavoratori in sciopero, proteste di massa di operai e giovani nelle strade, scontri violenti con le forze repressive hanno caratterizzato lo scenario socio-politico delle principali economie capitalistiche europee nei mesi precedenti. Questa è stata la risposta all’offensiva del capitale che scarica la crisi sulle spalle dei lavoratori e agli sforzi della grande borghesia monopolistica di finanziare i propri bilanci di guerra con misure che causano la diminuzione dei salari e l’aumento della disoccupazione.
L’Europa è diventata un epicentro della lotta delle masse lavoratrici, ma questa lotta è presente in tutti i continenti, nei paesi a più alto sviluppo capitalistico come gli Stati Uniti e la Cina e nei paesi meno sviluppati, intrappolati dalla dipendenza dall’imperialismo. Lo scontro tra la borghesia e la classe operaia, un’espressione della contraddizione capitale e lavoro, si sta rafforzando e ciò anima le azioni delle organizzazioni rivoluzionarie di tutto il mondo.
Nelle Americhe, accanto alla lotta degli operai, dei contadini poveri e medi, dei giovani e delle donne, c’è una componente che, per le caratteristiche dei nostri paesi, ha un’importanza strategica: i popoli indigeni e le nazionalità. La lotta di massa ha fermato i piani antipopolari dei governi neoliberisti e di coloro che si presentano come democratici e progressisti; essa ha sbarrato la strada alle cospirazioni della destra fascista – come in Brasile – e ha ottenuto, per via elettorale, importanti vittorie politiche che, in diversi casi, sono state tradite dall’inconsistenza di coloro che hanno beneficiato di questi successi.
L’acuirsi di questa contraddizione, insieme all’esacerbarsi delle contraddizioni tra gli Stati imperialisti, formano uno scenario particolare nel mondo di oggi, un contesto che conferma la tesi secondo cui il capitalismo-imperialismo è all’origine dell’acuirsi della lotta di classe, della lotta dei popoli contro la dominazione straniera, della contesa tra monopoli e Stati capitalisti-imperialisti per le zone di influenza e dell’origine di conflagrazioni che possono assumere la forma di guerre mondiali.
La guerra che ha come teatro di operazioni l’Ucraina è l’espressione più aspra delle contraddizioni tra i monopoli e le potenze imperialiste, ma non ne è la sola manifestazione. Il mondo di oggi è inconcepibile senza questi scontri, che a volte raggiungono livelli come quelli attuali, in cui si avverte persino il pericolo di una guerra mondiale, e altre volte appaiono relativamente “disinnescati”, ma che sono presenti in tutti i campi: nel campo del commercio, nello sviluppo tecnologico-scientifico, nel campo finanziario, nella corsa agli armamenti, nel campo culturale, ecc.
Gli accordi, i trattati, le azioni comuni, la composizione e la ricomposizione di blocchi economici, politici e militari tra le maggiori economie mondiali confermano che da decenni viviamo in un mondo multipolare, in cui l’imperialismo statunitense ha svolto un ruolo egemonico (ora in declino), che non è sinonimo di unico imperialismo. Questa egemonia è ora contestata dall’imperialismo cinese, che a tal fine ha anche stipulato accordi, convenzioni e investimenti che gli consentono di mettere in circolazione il suo capitale finanziario, che non è meno sfruttatore e oppressivo di quello di qualsiasi altro paese imperialista. Nessuna potenza imperialista, così come nessun blocco economico dominato dai monopoli imperialisti, può essere fonte di sviluppo autonomo e sovrano per i paesi dipendenti, come viene ora presentato nei piani che Cina e Russia hanno per il blocco noto come BRICS, con il quale intendono rivaleggiare con l’imperialismo statunitense e ai suoi alleati.
Ribadiamo quanto già detto in altre occasioni: non esistono imperialismi buoni, fanno tutti parte del sistema imperialista mondiale e sono tutti nemici dei lavoratori e dei popoli.
L’America Latina e i Caraibi sono oggetto di dispute inter-imperialiste, il capitale statunitense, cinese, canadese, britannico, russo, tedesco, giapponese, ecc., circola nell’economia dei nostri paesi, sfruttando le risorse petrolifere, minerarie e agricole; nel sistema finanziario; nei progetti idroelettrici; nell’equipaggiamento militare…. La massiva presenza del capitale cinese si è accompagnata ai governi “progressisti” che hanno svolto e continuano a svolgere il ruolo di rinegoziatori della dipendenza esterna dei paesi.
Nella lotta per la conquista dell’emancipazione sociale e nazionale, le forze rivoluzionarie devono presentare ai lavoratori e ai popoli un progetto strategico orientato da una politica di indipendenza di classe, il che significa: avere un programma che mira a soddisfare e risolvere i bisogni materiali e i diritti dei lavoratori e dei popoli, a colpire gli interessi dei proprietari del grande capitale nazionale e straniero e a difendere la sovranità dei nostri paesi; unire le forze motrici della rivoluzione e isolare i nemici della rivoluzione; combattere l’imperialismo in tutte le sue espressioni. In questo senso, la costruzione e il rafforzamento di potenti partiti marxisti-leninisti è una necessità per l’avanzamento della lotta rivoluzionaria.
Noi, partecipanti al 27° Seminario Internazionale “Problemi della Rivoluzione in America Latina”, ribadiamo il nostro ripudio della guerra imperialista in Ucraina, chiediamo la pace immediata, il ritiro delle truppe russe da quel territorio e che gli Stati Uniti e la NATO tolgano i loro artigli dall’Ucraina, riaffermiamo la nostra solidarietà con il popolo di quel paese e con i popoli che soffrono per lo scontro imperialista.
Appoggiamo le lotte di liberazione nazionale dei popoli della Palestina e del Sahara Occidentale che stanno combattendo battaglie legittime e giuste soprattutto contro l’imperialismo statunitense, britannico e francese, nonché contro il regime di apartheid del sionismo israeliano e l’occupazione della monarchia feudale marocchina del territorio nazionale saharawi, in aperta violazione del diritto all’autodeterminazione dei popoli. Esprimiamo la nostra solidarietà agli operai, ai contadini, ai giovani e ai popoli che in tutti i continenti lottano contro gli effetti del dominio del capitale, per il lavoro, la terra, la casa, la libertà e la vita. In queste lotte c’è il seme dei torrenti rivoluzionari necessari per porre fine al mondo del capitale.
Quito, 2 settembre 2023
Partito Comunista Rivoluzionario d’Argentina
Partito Comunista Rivoluzionario – PCR – Brasile
Partito Comunista di Colombia (Marxista–Leninista)
Partito Comunista del Messico (Marxista-Leninista)
Partito Comunista Marxista Leninista dell’Ecuador
Unità Popolare – Ecuador
Raggruppamento Socialista per una Nuova Iniziativa Nazionale (RASIN Party)
Partito Comunista del Lavoro – PCT – Repubblica Dominicana
Verso l’Unità Marxista-Leninista – USA
Movimento delle Donne per la Liberazione Sociale – MMLS – Peru
Unione degli Studenti del Peru – UJE –
Partito Comunista Marxista-Leninista del Venezuela
Ricostruzione Comunista di Uruguay
Coordinamento Sindacale Salvadoregno
Gioventù Rivoluzionaria dell’Ecuador
Associazione Ecuadoriana di Amicizia con il Popolo Saharawi
Unione Generale dei Lavoratori dell’Ecuador – UGTE
Unione Nazionale degli Educatori – UNE (Ecuador)
Donne per il Cambiamento – Ecuador
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