HAITI: CAUSE NATURALI E CAUSE
SOCIALI DEL DISASTRO
Qualsiasi metropoli avrebbe subito danni terribili
da un terremoto come quello che ha devastato la capitale di Haiti il 12
gennaio. Ma non è un caso che Port-au-Prince adesso sembra una zona di guerra.
Haiti è spesso descritto come "il paese più povero
dell'emisfero settentrionale”. Questa povertà è un'eredità del brutale sistema
di oppressione colonialista, a cui hanno fatto l'oppressione e lo
strangolamento imperialista.
La nobile "comunità internazionale” che ora sta ipocritamente
inviando “aiuti umanitari” - e migliaia di marines - è ampiamente responsabile
per le sofferenze del popolo haitiano.
Fin da quando gli USA hanno
invaso e occupato il paese nel 1915, ogni tentativo politico serio per permettere
al popolo di Haiti di passare dalla miseria assoluta ad una vita dignitosa è
stato violentemente e volutamente bloccato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati (Canada, Francia) a suon di
colpi di stato, assassini, corruzione, brogli.
Haiti è un paese in cui circa la maggioranza della
popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno. Decenni di neoliberismo e di intervento imperialista
hanno impedito qualsiasi capacità di migliorare le condizioni di vita del popolo haitiano e di sviluppare
l'economia. Gli stessi paesi che ora inviano aiuti, hanno bloccato gli
investimenti destinati alla riduzione della povertà o allo sviluppo
agricolo, in linea con le direttive del
FMI.
È questa povertà, è questa
dipendenza, che hanno aggravato i danni del terremoto. Dagli anni '70 in poi l'implacabile assalto
neoliberista ha costretto decine di migliaia di piccoli agricoltori a
trasferirsi in sovraffollate baraccopoli urbane. Centinaia di migliaia di haitiani sono stati costretti
a vivere sotto gli standard minimi, senza acqua corrente, elettricità, strade,
spesso in equilibrio precario sull'orlo di burroni. Il servizio sanitario è
inesistente. La capacità delle istituzioni di mobilitarsi verso ogni tipo di
calamità è praticamente zero. E gli inviati delle “democratiche” potenze
occidentali, a quanto pare, scavano solo sotto gli hotel di lusso.
Tutto ciò non ha nulla di naturale o di accidentale.
Se vogliamo
veramente aiutare il popolo di Haiti, schiavizzato, venduto e tradito dalle
potenze imperialiste, allora dovremmo chiederci che cosa possiamo fare per
aiutarlo ad uscire da questa situazione.
La risposta non può che stare nel continuare a lottare quotidianamente
contro l'imperialismo, a cominciare dal nostro, contro le aggressioni militari
ed economiche ai danni dei popoli, dando vita alla pratica conseguente
dell'internazionalismo proletario, dispiegando la solidarietà militante con i
lavoratori e i popoli del mondo che, anche nell'area caraibica, vogliono
liberarsi dal giogo degli sciacalli capitalisti e costruire il socialismo.
15 gen. 2010 (corrispondenza
ricevuta da un simpatizzante)