Critica dello schema della “piramide imperialista”

  1. Premessa

La guerra inter-imperialista che si combatte sulla pelle del proletariato e dei popoli di Ucraina e di Russia ha portato alla luce concezioni opposte e inconciliabili sull’imperialismo espresse da forze organizzate (partiti o gruppi) che hanno come il comunismo come punto di riferimento.

Quella dell’imperialismo è una questione essenziale della teoria marxista-leninista. L’intera storia economica e politica, i fenomeni della vita sociale corrente, i fatti che al capitalismo si riferiscono, l’opportunismo esistente nel movimento operaio, la tendenza alla reazione politica e alla guerra, così come la necessità della rivoluzione socialista del proletariato, sono comprensibili solo alla luce di questa teoria, che guida l‘azione rivoluzionaria.

Non è possibile offrire una valutazione storica e politica della guerra attuale, così come la determinazione della sua natura, che si inserisce a pieno nella lotta fra le grandi potenze per una nuova spartizione del mondo, delle zone di influenza, delle materie prime, etc., se non si spiega, nel modo più completo, dal lato economico e dal lato politico, la natura dell’imperialismo in quanto suprema e ultima fase di sviluppo del capitalismo.

Negli ultimi anni sono emerse apertamente posizioni di carattere revisionista, riformista e opportunista che separano, o confondono, le tendenze politiche aggressive, gli interventi militari, etc., con l’essenza economica dell’imperialismo.

Si tratta di riedizioni della concezione kautskiana, la quale nega che l’imperialismo sia la suprema e ultima fase di sviluppo del capitalismo, sostenendo invece che sia una politica preferita dal capitale finanziario. Questo concetto serve per dimostrare che gli imperialisti possono realizzare un’altra politica, una politica non imperialista, non di conquista, non di rapina. Conseguenza di ciò sono gli appelli a favore del “multipolarismo” e del “multilateralismo”, una maschera dietro cui si nascondono gli interessi di stati imperialisti e capitalisti, in particolare della Cina, che mettono in discussione l’egemonia mondiale USA.

Contro queste posizioni il KKE (Partito Comunista di Grecia), e nel nostro paese alcune formazioni comuniste che in un modo o nell’altro condividono le sue posizioni, hanno avanzato una serrata critica sostenendo una visione del sistema imperialista incentrata sullo schema di una “piramide”.

Ben venga la critica del riformismo e opportunismo neo-kautskiano, ben venga la denuncia e la condanna delle forze che negano la definizione data da Lenin dell’imperialismo, che appoggiano il “multipolarismo” e si appoggiano su un imperialismo per combatterne un altro. Che ci sia la più netta separazione da queste forze!

Salutiamo questi sviluppi, ma chiediamo: è corretto interpretare il sistema imperialista con lo schema piramidale? Esso è un reale contributo teorico che permette di comprendere gli aspetti fondamentali del sistema imperialista e le sue intime contraddizioni? Quali conseguenze derivano da questo schema?

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