È morto Giorgio Napolitano, espressione della degenerazione del moderno revisionismo

È morto ieri Giorgio Napolitano, compianto dalla borghesia italiana e dai vertici sindacali.

Il suo curriculum indica fin dove può spingersi il tradimento revisionista: dopo la morte di Giorgio Amendola divenne il leader della corrente migliorista del PCI il cui obiettivo, deplorando la scissione di Livorno e la via rivoluzionaria, poiché “inadatta” alle condizioni dei paesi a capitalismo avanzato, era la creazione del “partito unico (riformista) della classe operaia”. Il PCI avrebbe dovuto dunque abbandonare rapidamente il proprio patrimonio ideologico e di lotte, già compromesso, integrandosi con i partiti socialdemocratici, fedeli sostenitori del regime capitalistico.

Con Napolitano il PCI subì una brusca accelerata verso il Partito Socialista Europeo (di qui il dialogo con il PSI completamente reazionario di Craxi), l’europeismo imperialista e l’atlantismo: Kissinger, il segretario di Stato degli USA mandante di efferati crimini, l’avrebbe definito “il mio comunista preferito”.

Napolitano, a seguito di un lungo lavorio volto a condannare il “socialismo reale” e ad appoggiare la linea della subordinazione all’imperialismo, scaricando persino il proprio padre politico Togliatti (“silente” dinanzi ai processi dell’URSS negli anni ’30 e pronto a coprire di fango Stalin a seguito del XX Congresso del PCUS), approfittò degli eventi del 1989 per spingere alla trasformazione del PCI in PDS, coronando il suo progetto collaborazionista, per poi divenire presidente della Repubblica borghese. In questa veste diede incarico al governo “tecnico” Monti imposto dalla troika UE-BCE-FMI e avallò la revisione dell’art. 81 della Costituzione che condanna il nostro paese al rispetto dei precetti neoliberisti.

È fondamentale comprendere e denunciare la funzione di figure come Napolitano, quali inevitabili degenerazioni della politica revisionista giunta allo stadio in cui svela apertamente il suo volto anticomunista.

Ieri come oggi la lotta contro il revisionismo e la socialdemocrazia è fondamentale per far crescere e rafforzare le organizzazioni comuniste fedeli al marxismo-leninismo, per avanzare nella lotta per il Partito.

23 settembre 2023

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

 

 

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