Le lezioni del primo turno delle elezioni legislative e la nostra posizione per il secondo

1) I risultati del primo turno delle elezioni legislative confermano e amplificano il rifiuto da parte degli ambienti popolari, di Macron del macronismo e delle politiche da lui perseguite. Il suo partito, Ensemble, è arrivato terzo (13,02% dei votanti), nonostante fosse il gruppo maggioritario (maggioranza relativa) nell’Assemblea uscente (250 deputati). Il macronismo appartiene al passato e i principali leader di questo movimento hanno preso le distanze da Macron, che ritengono responsabile di aver affondato il loro partito precipitando lo scioglimento dell’Assemblea nazionale.

2) E’ aumentata la partecipazione elettorale. Ciò si spiega per diversi fattori, in particolare per la percezione della posta in gioco in queste elezioni. Ciò spiega perché dei settori che avevano abbandonato il campo macroniano hanno votato nuovamente per Ensemble. Ma questo contributo non compensa la disaffezione elettorale che ha non ha cessato di manifestarsi nel corso di diverse elezioni. La partecipazione agli elettori è stata ugualmente rilevante nei quartieri popolari. Ma l’astensione resta a un livello elevato: il 33,29% degli aventi diritto al voto. Ciò  relativizza i dati elettorali, perché 1/3 degli elettori registrati non vota più.

3) Il Rassemblement National (RN) alleato a Ciotti ottiene 10,6 milioni di voti, il livello più alto della sua storia. Ciotti “porta” un milione di voti.

Il razzismo, la xenofobia, l’insistenza sull’insicurezza… sono gli assi fondamentali di questo partito, con cui riesce a capitalizzare parte della rabbia contro Macron, contro l’abbandono delle classi popolari, che si manifesta tra l’altro con la “desertificazione” di ogni genere, conseguenze del degrado e della scomparsa dei servizi pubblici; con l’impoverimento, il pauperismo, che si sono accelerati negli ultimi anni, in particolare dopo la crisi Covid e l’improvviso ed elevato aumento dei prezzi, specie di carburante ed energia… La demagogia sociale del RN – che pretende di tornare sulla riforma delle pensioni – il suo il lavoro all’interno dei contadini (dai più ricchi ai “contadini medi”) e il suo sostegno alla “ruralità”, hanno contribuito al suo radicamento elettorale nelle zone rurali.

Il RN ha giocato sul discredito dei partiti politici integrati nelle istituzioni, per installare idee semplificatrici, come quella che consiste nel dire “non potrebbe andare peggio”, “non l’abbiamo mai provato”… Senza dimenticare il lavoro di diversi anni di confusione, offuscamento dei confini politici e ideologici… che ha accompagnato la politica di indebolimento di strumenti di organizzazione e di lotta – in particolare i sindacati.

4) Il Nuovo Fronte Popolare (NFP) è al secondo posto con 8,9 milioni di voti. Raggiunge livelli molto alti nelle grandi città e in generale nei quartieri popolari.

E stato oggetto di un’intensa campagna diffamatoria volta a disgregarlo, stigmatizzando le posizioni della France Insoumise (FI). Macron ne ha fatto il suo obiettivo principale prima del primo turno e la campagna odiosa e fuorviante contro l’antisemitismo della FI ha avuto effetti su una parte dell’elettorato socialdemocratico.

È chiaro che il voto per il NFP e i suoi candidati è apparso come l’unico voto possibile e necessario per milioni di elettori, tra cui gran parte degli attivisti, siano essi politici, sindacali, associativi… per il movimento femminista, per gli antirazzisti… per i giovani e i meno giovani.

Più di 30 deputati, eletti nelle circoscrizioni popolari, che si sono fatti avanti su più fronti della mobilitazione e che godono di notorietà mediatica, sono stati eletti al primo turno.

Il voto per i candidati del NFP è stato evidentemente la sola posizione progressista giusta ed efficace. Assicurare l’elezione di candidati del NFP al secondo turno è oggi la priorità.

5) Les Repubblicains (LR), divisi tra i Ciotti e chi dice “né RN, né Fronte Popolare”, sono tra i perdenti di queste elezioni (2 milioni di voti). I Repubblicani “storici” si sono rifiutati di allearsi con il partito di Macron, per non “affondare” con esso.

6) La nostra posizione per il secondo turno.

Ricordiamo innanzitutto la nostra posizione per il primo turno, vale a dire votare e far votare per i candidati del NFP, al fine di limitare il più possibile il numero dei deputati del RN. Questa posizione fa parte di un approccio progressista, che si rivendica di sinistra, del movimento operaio e popolare che lotta contro la politica neoliberista.

Questa è fondamentalmente la stessa posizione che assumiamo per il secondo turno. È essenziale in tutti gli scenari in cui il NFP si trova di fronte al RN.

La questione si pone nel caso in cui il NFP non sia presente al secondo turno e sia un candidato di destra o macronista a confrontarsi con un candidato del RN.

Noi partiamo dall’analisi della fascistizzazione e delle responsabilità del macronismo e della destra in questo processo e nell’ascesa dell’estrema destra.

La politica che hanno sviluppato, le leggi reazionarie che hanno imposto, la decisione di sciogliere l’Assemblea che ha aperto un’autostrada al RN, l’isteria della campagna di Macron, della destra dei LR contro le forze progressiste… li squalificano dal presentarsi come “bastioni contro il RN”.

Questo è il motivo per cui non chiediamo di votare per i loro candidati al secondo turno delle elezioni legislative.

Per noi la lotta contro il RN si inscrive nella lotta contro la fascistizzazione, contro lo Stato di polizia, contro lo Stato al servizio dei monopoli, contro la politica di guerra, per una rottura rivoluzionaria con il sistema capitalista-imperialista.

Parigi, 2 luglio 2024

Partito Comunista degli Operai di Francia

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