Lotta senza quartiere al piano reazionario

Nei comunicati diffusi da Militanza Comunista Toscana e Piattaforma Comunista in occasione del 25 Aprile e del 1° Maggio compare una chiara definizione delle caratteristiche di questa fase politica e dei compiti dei comunisti (marxisti-leninisti).
In primo piano c’è la lotta alla tendenza reazionaria e militarista, al tentativo di costruzione di un regime autoritario e antidemocratico.
Il processo di fascistizzazione che investe tutti gli apparati dello stato borghese è oggi la tendenza generale dei monopoli e dell’imperialismo. Essa avanza a livello internazionale e trova in Italia un’evidente espressione con il governo Meloni.
Questo governo di estrema destra va avanti nel suo attacco a tutto campo contro la classe operaia e le masse popolari, realizzando una politica a esclusivo servizio del grande capitale e degli strati parassitari. Un governo con una ristretta base sociale, che esprime una forma particolare di reazione, in rapporto alla profonda crisi della classe dominante.
Ciò si manifesta nella limitazione dei diritti democratici, come quelli di sciopero e di dimostrazione; nei metodi fascisti utilizzati contro le lotte proletarie e studentesche, contro gli operai e i sindacalisti combattivi (licenziamenti politici, fogli di via, aggressioni); nei progetti di premierato autocratico e di autonomia regionale disgregativa; nell’aumento continuo delle spese militari a danno di quelle sanitarie e sociali; nelle misure fiscali a favore di ricchi e padroni; nella politica razzista e xenofoba di persecuzione dei migranti; nell’attacco ai diritti riproduttivi delle donne; nel controllo delle reti Rai, agenzie di stampa, radio e altri media, utilizzati per spargere il veleno sciovinista, razzista e fascista; nelle nomine di personaggi compiacenti con i fascisti ai vertici delle partecipate pubbliche.
Questo avviene mentre i padroni sentono di avere mani libere con il governo Meloni e intensificano la spremitura di plusvalore dal proletariato.
Il disegno dell’estrema destra al potere è creare un regime autoritario e antidemocratico che privi il proletariato delle libertà e delle agibilità necessarie alla lotta, così da rovesciare sulle spalle delle masse lavoratrici tutto il peso della stagnazione economica, del debito e della guerra imperialista.
Contemporaneamente vengono aumentate le spese militari, a scapito di quelle sanitarie e sociali, per inserirsi al carro della NATO nella lotta inter-imperialista che è la causa dei conflitti bellici che minacciano di estendersi in Europa, in Medio Oriente e altrove.
Per avanzare nei suoi scopi il governo sparge tonnellate di demagogia sociale, sciovinista e razzista per irretire gli strati scontenti della piccola borghesia e quelli arretrati del proletariato che, nonostante le trovate elettorali come i “bonus”, vedono peggiorare le loro condizioni di vita.
La fascistizzazione, diretta dai settori capitalistici più reazionari, sciovinisti e imperialisti, non può essere fermata dall’opposizione “costituzionale” borghese, che nasconde il carattere di classe del fascismo e appoggia la politica di guerra, che è sempre pronta a collaborare con l’estrema destra “nell’interesse dell’Italia”, ovvero della borghesia monopolistica. Per di più i riformisti oggi illudono i lavoratori con i referendum interclassisti che dovrebbero recuperare quello che non si è voluto difendere o conquistare con la lotta.
Per battere il piano reazionario e far cadere il governo Meloni è essenziale l’unità di azione del proletariato per la difesa intransigente dei propri interessi economici e politici.
Su questa base, va stabilita un’alleanza di lotta, diretta dalla classe operaia, con le masse popolari schiacciate dal grande capitale, con gli autentici democratici e antifascisti.
I dirigenti riformisti e opportunisti che si oppongono a questa linea devono essere smascherati e combattuti senza pietà.
Ma ciò ancora non basta. La questione che si pone è quella di legare la lotta alla fascistizzazione, all’offensiva capitalista e al militarismo alla critica radicale del sistema capitalista-imperialista, sviluppando la coscienza della necessità della rottura rivoluzionaria con il sistema borghese.
Ciò pone in primo piano la questione del Partito comunista come forza dirigente della lotta degli sfruttati e degli oppressi per la conquista del potere politico.
Questo è il nodo che i comunisti e gli operai avanzati devono sciogliere, unendosi e organizzandosi per formare l’embrione di un partito rivoluzionario che si appoggi sul movimento operaio e si ponga alla sua testa nella lotta per il socialismo.
Da Scintilla n. 145 – maggio 2024
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