Non si fermano gli scioperi alla Stellantis di Pomigliano

L’intensificazione dei carichi e dei ritmi di lavoro già insostenibili, le vergognose condizioni ambientali ed igieniche che minano la salute operaia, l’illegale eliminazione della mensa per imporre mezz’ora di pluslavoro aggiuntivo a turno (fatto passare come lavoro straordinario), spingono gli operai dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco a continuare gli scioperi.

Gli ultimi scioperi di 8 ore per turno, realizzati il 26 agosto e il 2 settembre, hanno visto un’alta adesione, con perdita per il monopolio automobilistico di oltre la metà delle vetture che gli operai avrebbero dovuto produrre.

Questo nonostante l’azienda abbia comandato al lavoro nel primo turno anche tutti gli operai del turno di pomeriggio nonché i 1.200 operai trasferiti a Pomigliano dallo stabilimento di Melfi grazie all’accordo-fregatura siglato dai collaborazionisti il 12 luglio scorso (la Fiom non lo ha firmato, ma non ha neanche organizzato una risposta all’altezza della situazione).

Con lo sciopero organizzato al di fuori dei sindacati di comodo è stato dunque inferto un duro colpo ai profitti capitalistici, all’arroganza padronale e al tradimento sindacale.

La grande e combattiva partecipazione degli operai di Pomigliano e di quelli trasferiti da Melfi agli scioperi dimostra che le pretese aziendali di risolvere i problemi tecnici, gestionali e produttivi intensificando lo sfruttamento ed eliminando i diritti dei lavoratori, imponendo con l’avallo dei sindacati filo-padronali 21 turni a scorrimento a cominciare dai reparti verniciatura, presse e lastrosaldatura, con i trasferimenti coatti di altri stabilimenti di lavoratori invalidi e sotto ricatto, non passeranno.

La mobilitazione in atto da alcuni mesi non si fermerà e Stellantis non potrà andare avanti a lungo con le sue prepotenze, il clima da caserma e le  manovre antioperaie.

Di fronte all’alternativa fra sottomissione e lotta collettiva la gran parte degli operai ha fatto la scelta giusta, mettendo all’angolo capi, capetti e sindacalisti di comodo.

La lotta senza dubbio proseguirà, facendo saltare la tattica dei manager Stellantis che consiste nello spremere il più possibile gli operai quando il “mercato tira” per poi gettarli in cassa integrazione quando c’è sovrapproduzione.

Per sviluppare la lotta in fabbrica e fuori, per spezzare i denti ai pescecani capitalisti, per neutralizzare i loro rappresentanti politici e i galoppini sindacali  ci vuole l’organizzazione indipendente e rivoluzionaria degli operai.

Questo è il punto cruciale su cui attiriamo l’attenzione degli operai avanzati, i migliori rappresentanti della classe operaia, che chiamiamo al confronto e alla collaborazione per favorire la fusione del movimento comunista con il movimento operaio, senza la quale entrambi rimarranno deboli.

Da “Scintilla” n. 137 (settembre 2023)

 

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