Sui Brics allargati e il multipolarismo

l prossimo allargamento dei Brics a sei paesi (Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti), deciso al XV summit di Johannesburg, ha ridato fiato alle trombe dei sostenitori del “mondo multipolare”.

Naturalmente vi saranno cambiamenti negli equilibri globali fra paesi imperialisti e capitalisti  (ad es., nel campo della produzione e della vendita del petrolio e del gas, con l’indebolimento del dollaro come moneta internazionale di riserva).

Ma ciò non porterà ad una “pacifica soluzione delle differenze e delle dispute attraverso il dialogo e consultazioni inclusive” come affermato nella dichiarazione finale del summit, bensì a maggiori contrasti interimperialisti, in particolare fra USA e Cina che sono in lotta per l’egemonia mondiale, ed anche a più acute  tensioni politiche interne nei paesi in cui si scontrano fazioni borghesi.

Il concetto di “mondo multipolare” si presta sia a una falsa descrizione dell’attualità, sia a un illusorio modello di relazioni internazionali, basato su una architettura “alternativa” a quella odierna.

La teoria del multipolarismo deriva dalla teoria dell’ultraimperialismo di Kaustky, ed è adottata dai revisionisti, dagli sciovinisti e dai reazionari (come il russo Dugin), nonché dalla geopolitica borghese, per definire un modello di relazioni  mondiali caratterizzato dall’emergere di grandi e piccole potenze imperialiste e capitaliste che sfidano la supremazia USA e puntano ad avere “voce e rappresentanza nel governo globale”.

I principali fautori del passaggio al mondo multipolare in nome di una “democratizzazione” dei rapporti internazionali, per assicurare la pace e gli interessi dei popoli, sono gli imperialisti cinesi, che puntano ad usare i Brics come veicolo per l’esportazione di capitale, l’espansione economica e l’influenza politica nei paesi “emergenti e in via di sviluppo”.

Il multipolarismo è l’arma ideologica della borghesia dei paesi che non vogliono più essere messi al passo dagli USA e ritengono sia giunto il momento di mettere in discussione il vecchio ordinamento mondiale diretto dagli USA e aumentare il proprio potere in campo economico, politico e militare.

Dietro il multipolarismo non c’è una avanzata del fronte antimperialista del proletariato e dei popoli.

Lo scopo della teoria del mondo multipolare è, al contrario, quello di far rinunciare alla classe operaia e ai popoli oppressi di lottare per i propri interessi di classe e internazionalisti, di sostenere al loro posto gli interessi delle borghesie che competono con gli USA per il controllo delle materie prime, dei mercati, delle sfere di influenza, etc.

Alla base del multilateralismo c’è la conciliazione di classe, il tentativo di attenuare la lotta di classe, di ingannare la classe operaia e i popoli oppressi con formule accattivanti.

Dietro la demagogia sulla “ricerca di soluzioni adatte” in una fase di mutamenti internazionali, il multilateralismo predica la collaborazione e la pace sociale fra classi sfruttate e classi sfruttatrici, fra paesi oppressi e paesi oppressori, fra nazioni oppresse e nazioni che opprimono.

I concetti di multipolarismo e di “multilateralismo inclusivo” ingannano le masse sulla possibilità della pace duratura nel sistema capitalista-imperialista, attraverso la pacifica spartizione delle sfere di influenza e delle colonie.

I revisionisti e i riformisti sostenendo il multilateralismo negano il carattere oggettivo dell’esistenza delle contraddizioni di classe, tentano di conciliare classi antagoniste, accreditano l’idea che l’imperialismo e il capitalismo possano essere fattori di progresso e di pace nel mondo.

Nelle loro concezioni non c’è alcuno spazio per la lotta rivoluzionaria per la dittatura del proletariato e il socialismo.

La loro posizione non è casuale: devono cercare con ogni mezzo di convincere il proletariato e i popoli che le contraddizioni di classe e quelle fra potenze imperialiste e capitaliste sono compatibili nel quadro del regime borghese e delle sue istituzioni internazionali (ONU, G20, FMI, WTO, etc.), che la soluzione dei drammatici problemi esistenti va trovata nella maggiore comprensione reciproca e una migliore cooperazione fra le classi dominanti, nella coalizione con la borghesia imperialista.

La realtà è ben altra. La maggior parte dell’epoca dell’imperialismo (dall’inizio del’900 ad oggi) è stata caratterizzata dalla lotta fra le maggiori  potenze imperialiste fra di loro che è sfociata in guerre mondiali per decidere quale potenza imperialista sarebbe divenuta dominante.

Il mondo attuale è caratterizzato ancora dall’egemonia della superpotenza imperialista nordamericana.

Ma da decenni osserviamo l’erosione dell’egemonia USA che è in declino storico, e un’ascesa delle potenze imperialiste rivali, in primo lugo la Cina.

La risposta nordamericana a questa dinamica storica consiste in una politica aggressiva e bellicista per mantenere la propria posizione egemonica, mentre avanza il riarmo e il militarismo a livello mondiale.

La contraddizione fondamentale non è fra unipolarismo e multipolarismo, ma fra potenze imperialiste rivali.

I Brics allargati non formano un blocco omogeneo antimperialista, non hanno una politica e un’ideologia anticapitalista e socialista, non formano  un modello alternativo per lo sviluppo indipendente dei paesi oppressi, essendo composti da potenze imperialiste e capitaliste con governi reazionari che calpestano i diritti elementari dei lavoratori e dei popoli.

L’avanzata sullo scacchiere mondiale di queste potenze non potrà essere pacifica, ma produrrà maggiori conflitti e guerre.

Anche se al momento i Brics sembrano avviati ad un’espansione, non sono da escludere forti tensioni interne (come avviene nel G7) poiché questo raggruppamento è basato sul capitalismo e le sue leggi. Soprattutto fra gli stati più forti o fra quelli interessati agli stessi mercati e sfere di influenza potrebbero nascere conflitti.

Il cosiddetto mondo multipolare, o multipolarismo, è una mistificazione e un’illusione su un mondo che in realtà è caratterizzato da imperialismi in lotta fra di loro.

Dietro il c.d. “mondo multipolare” ci sono le potenze imperialiste e capitaliste che si scontrano originando un nuovo periodo di guerre che sono un prodotto inevitabile del regime capitalista-imperialista.

Oggi vediamo quanto sia reale, e non campato in aria, questo pericolo che comprende anche il possibile utilizzo delle armi atomiche.

La lotta politica e ideologica contro i fautori del multipolarismo e del multilateralismo è un aspetto della lotta contro l’imperialismo, il revisionismo, il riformismo e la reazione, per spingere la classe operaia e i popoli ad opporsi alla politica di guerra e a denunciare i blocchi militari (Nato, UE, Patto di Shanghai, Aukus, etc.), costruendo fronti antimperialisti, per l’affermazione della necessità storica della rivoluzione socialista.

Da “Scintilla” n. 137 (settembre 2023)

 

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