2024: le guerre imperialiste in un contesto di crisi

Da “La Forge” n. 668, Organo centrale del Partito Comunista degli Operai di Francia

Le ONG specializzate nel monitoraggio dei conflitti e delle guerre (1) hanno rilevato un aumento significativo delle guerre e del numero di vittime nel 2024 (223.000 morti), con due principali aree di interesse: Ucraina e Palestina – Medio Oriente. Ma è in Africa che si registra il maggior numero di conflitti, in particolare in Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo, nel Sahel e nella regione dei Grandi Laghi.

Per quanto riguarda le vendite di armi a livello mondiale, l’aumento nel 2023 (632 miliardi di dollari per le 100 maggiori aziende del mondo, di cui la metà statunitensi – secondo il SIPRI) dovrebbe essere confermato nel 2024.

Nel 2023, più di un miliardo di persone ha sofferto di povertà acuta in tutto il mondo (secondo l’UNDP, un’organizzazione delle Nazioni Unite), di cui 455 milioni vivono in zone di conflitto. La tendenza non si invertirà nel 2024.

Dire che la situazione internazionale nel 2024 è peggiorata per i popoli del mondo sarebbe un eufemismo. La causa profonda sta nell’aggravamento delle contraddizioni fondamentali del sistema capitalista-imperialista: la contraddizione tra capitale e lavoro, le contraddizioni inter-imperialiste, che si riflettono in particolare nelle guerre imperialiste e inter-imperialiste, e la contraddizione tra l’imperialismo e i popoli.

L’imperialismo francese fa parte del sistema imperialista.  Come abbiamo sottolineato nella relazione politica del X Congresso del nostro partito, esso sta perdendo terreno nei confronti dei suoi principali alleati e rivali; è sempre più sfidato dai popoli dei paesi che domina, soprattutto in Africa, dai regimi che governano questi paesi e dai popoli delle sue colonie. Tutte queste difficoltà fanno parte della crisi economica che sta colpendo la sua economia, sia a livello nazionale che europeo. Queste tendenze sono in atto da anni e gli eventi del 2024 le confermano.

Il ritiro delle truppe francesi dai paesi del Sahel

Iniziato nel 2022 in Mali, il ritiro delle truppe francesi si è esteso al Burkina Faso e al Niger, per poi riguardare il Ciad a dicembre. I leader di Senegal e Costa d’Avorio hanno appena annunciato la decisione “concertata” con Parigi di congedare le forze francesi nei loro paesi. Non restano che il Gabon (dove il numero di militari francesi è destinato a scendere da 350 a circa 100) e Gibuti, dove al momento non si parla di ridurre, né tanto meno di eliminare, la presenza militare francese (1.500, dotati di mezzi aerei), che si affianca a quella di truppe statunitensi, tedesche, britanniche, giapponesi e cinesi.

A differenza di altre potenze imperialiste o di potenze che aspirano a divenire delle potenze imperialiste, l’imperialismo francese ha sempre difeso i propri interessi economici, politici e culturali e i propri connazionali insediati nelle neo colonie dispiegando forze armate sul terreno. È evidente, però, che non ha più le risorse finanziarie e materiali per farlo e non è in grado di imporlo con la forza. Naturalmente, nulla è definitivo, ma possiamo constatare che altre potenze imperialiste, in particolare la Russia, dispongono dei mezzi per fornire armi, inviare truppe e/o supervisionare quelle dei paesi interessati.

Ciò che è degno di nota è che questi ritiri sono stati accolti con favore dalle popolazioni di questi paesi, che non si sono sentite “protette” dalle violenze dei gruppi armati jihadisti che le forze armate francesi avrebbero dovuto combattere, né da quelli delle forze armate dei loro stessi paesi.

L’imperialismo francese sta riorganizzando le proprie forze armate, dispiegandole maggiormente in Europa, pur mantenendo la presenza dei monopoli francesi in Africa: cambiano le forme del dominio imperialista, ma permangono il controllo delle materie prime, dei mercati e del sistema finanziario, oggetto di una feroce competizione tra i monopoli delle diverse potenze imperialiste ed emergenti.

La guerra in Ucraina

Macron non ha smesso di incoraggiare Zelensky a proseguire la guerra e di cercare di convincere i governi della UE a fornire un maggiore sostegno all’Ucraina, arrivando persino a dire che sarà necessario inviare truppe. Inoltre, sta spingendo per lo sviluppo di una base industriale militare europea, in cui i monopoli francesi avrebbero un ruolo di primo piano e, allo stesso tempo, opportunità di maggiore sviluppo, di sbocchi, ecc.

C’è molta propaganda in tutto ciò e la realtà concreta e materiale degli “aiuti” francesi è di gran lunga inferiore a quella di altre potenze imperialiste come la Germania.  Detto questo, Macron fa parte della lega dei leader europei bellicosi, insieme ai leader degli Stati baltici e scandinavi, che sono ferocemente anti-russi.

Le relazioni con l’imperialismo tedesco si stanno deteriorando, soprattutto nel campo della cooperazione militare.

La guerra inter-imperialista in Ucraina è tutt’altro che conclusa e l’“accordo in un giorno” di Trump significa soprattutto che il leader statunitense vuole esercitare maggiori pressioni sugli alleati europei affinché si sostituiscano agli Stati Uniti nel fornire sostegno militare e finanziario a Zelensky e continuino ad acquistare armi statunitensi.

Il genocidio del popolo palestinese da parte dell’esercito israeliano

Mentre all’inizio del 2024 la pressione per un cessate il fuoco a Gaza sembrava guadagnare terreno, la leadership israeliana non si è discostata dal suo obiettivo di scacciare i palestinesi da Gaza, indebolire Hamas, prendere il controllo della Cisgiordania e attaccare Hezbollah in Libano, per indebolirlo e infine liquidare le sue capacità militari.

Certi del sostegno incondizionato dell’amministrazione Biden e della passività delle monarchie del Golfo, di diversi leader di stati arabi, tra cui il Marocco, i leader israeliani hanno attaccato un obiettivo dopo l’altro, con una barbarie senza limiti.

La solidarietà con il popolo palestinese è arrivata soprattutto dai popoli del mondo, che non hanno smesso di dimostrarla nelle strade, attraverso un sostegno concreto.

Israele, bombardando le popolazioni civili e le infrastrutture vitali, non solo sta commettendo crimini contro l’umanità, ma sta contribuendo a ridisegnare l’equilibrio di potere in Medio Oriente.

Il suo coinvolgimento in Siria, per spodestare il regime di al-Assad, è parte di questa strategia. Né la Russia né la Cina hanno usato i mezzi a loro disposizione per esercitare pressione su Israele o per venire in aiuto del popolo palestinese. Per quanto riguarda i leader delle potenze europee, la maggior parte ha sostenuto Israele, al di là delle dichiarazioni o dei voti a favore di un cessate il fuoco alle Nazioni Unite, senza che ciò abbia avuto alcuna conseguenza pratica.

Da questa situazione emergono tre cose: l’impossibilità di una “soluzione” a due Stati; la debolezza della protesta popolare progressista, libera dalle catene del sionismo, nello stesso Israele; l’importanza di promuovere e rafforzare la solidarietà con il popolo palestinese e di continuare a spingere per l’applicazione di sanzioni.

L’elezione di Trump negli Stati Uniti

Ci sono una serie di incertezze e preoccupazioni sulla politica concreta che questo leader di tendenze fasciste perseguirà, soprattutto a libello internazionale. L’egemonia dell’imperialismo statunitense è messa in discussione dall’imperialismo cinese, che aspira a diventare egemone. Nel 2024, anche la Cina ha incontrato difficoltà economiche interne e internazionali che l’hanno resa più “discreta” a livello internazionale.  Il pragmatismo è un tratto distintivo di Trump, per il quale la politica è sinonimo di affari. Questo vale anche per Musk, un miliardario molto potente che fa parte della cerchia dei magnati dell’alta tecnologia. Si tratta di un settore strategico in diretto confronto con i giganti cinesi.

Per noi, il fatto più importante di quest’anno è il rafforzamento del movimento di lotta e dell’organizzazione della classe operaia e dei lavoratori negli Stati Uniti, con massicci movimenti di protesta che sono riusciti a ottenere progressi per i lavoratori, soprattutto in termini di salari. Si è anche assistito a un potente movimento di solidarietà con il popolo palestinese, che ha mobilitato i giovani e i progressisti.

Il movimento comunista, marxista-leninista, organizzato all’interno della Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML), ha svolto un ruolo importante nel chiarire politicamente e ideologicamente le questioni internazionali della lotta di classe, la natura della guerra imperialista in Ucraina e la necessità di sviluppare la solidarietà con il popolo palestinese. Ha permesso di chiarire le posizioni e le tattiche da sviluppare di fronte a regimi che si presentano fraudolentemente come progressisti, in particolare in America Latina. Ha anche sottolineato l’importanza di lavorare per far progredire la coscienza degli elementi avanzati della classe operaia e delle masse, della necessità di lavorare per il rovesciamento rivoluzionario del sistema capitalista imperialista, in tutte le condizioni, adattando le tattiche politiche del partito comunista e delle organizzazioni di massa. Questo è il messaggio trasmesso dalla sessione plenaria della CIPOML, che quest’anno ha celebrato il suo 30° anniversario ad Amburgo.

  1. Fra cui specialmente Armed Conflict Location e Event Data.

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