30° anniversario della CIPOML
1994-2024: trenta anni di lotta tenendo in alto la bandiera del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, per la rivoluzione e il socialismo!
Il 1° Agosto 1994, in piena offensiva anticomunista scatenata dall’imperialismo e dalla reazione, sorgeva la Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML).
La CIPOML è l’integrazione ideologica, politica e organizzativa dei partiti rivoluzionari del proletariato di vari paesi e continenti in lotta per lo sviluppo di un potente Movimento Comunista Internazionale Marxista-Leninista, che si proietti nella ricostruzione dell’Internazionale Comunista.
Riproduciamo di seguito il “Proclama comunista” approvato dalla CIPOML nella sua riunione di fondazione, una dichiarazione di grande valore e attualità.
Proclama comunista ai lavoratori e ai popoli
Fino a quando esisteranno esseri umani che sfruttano altri esseri umani, fino a quando il capitalismo distruggerà la vita umana sulla terra, vi sarà lotta!
Fino a quando gli imperialisti e la borghesia opprimeranno le nazioni deboli e i popoli indifesi, vi sarà lotta!
Fino a quando i lavoratori e i popoli del mondo aspireranno a cambiare l’attuale società, a trasformarla a loro beneficio, e fino a quando saranno pronti, per questo, a vivere o morire, vi sarà lotta!
«La storia di ogni società è stata finora la storia di lotte di classe» (Marx e Engels, Manifesto del Partito Comunista).
Contrariamente alle pretese conciliatrici dei capitalisti, secondo i quali i lavoratori e i padroni hanno gli stessi interessi, noi riaffermiamo con decisione la tesi marxista che la lotta di classe, nelle società divise in classi, è la forza motrice della storia.
La lotta di classe non avrà fine sin quando non saranno stati raggiunti i più alti e generali obbiettivi che i lavoratori e i popoli si sono posti: costruire, sulle rovine del capitalismo, il nuovo mondo del socialismo e del comunismo.
Negli ultimi anni il movimento comunista e operaio ha subìto alcuni duri colpi. Il processo di restaurazione del capitalismo, generalizzatosi a partire dal XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, e culminato con gli avvenimenti dell’Europa dell’Est, della ex URSS, e col tradimento dell’Albania, fa parte dell’azione dell’imperialismo, delle forze reazionarie, revisioniste, filocapitaliste.
I limiti storici, l’inesperienza, il mancato sviluppo della teoria, la sottovalutazione delle contraddizioni interne della società socialista, la burocratizzazione e l’isolamento del partito comunista dalle masse, non hanno permesso ai comunisti, alle classi lavoratrici e ai popoli di difendere le loro conquiste e di evitare la restaurazione del capitalismo. Non siamo riusciti a impedire la nascita di una nuova classe borghese che, mascherandosi come «socialista», si è impadronita del potere e ha distrutto il socialismo. Ma questi duri colpi, queste sconfitte, non significano la fine della storia.
Dopo l’ultimo e generale assalto dell’imperialismo e del capitalismo (che pretendono di averla fatta finita per sempre col marxismo-leninismo, col socialismo scientifico, con la rivoluzione proletaria e l’antimperialismo), siamo di nuovo presenti in tutti i continenti. Noi comunisti risorgiamo in ogni sciopero operaio, in ogni mobilitazione popolare, in ogni lotta della classe operaia e dei popoli per la libertà e la democrazia, in ogni rivolta giovanile, in ogni movimento guerrigliero. Ci riorganizziamo, ci uniamo, traiamo lezione da quanto è accaduto, e continuiamo la nostra marcia in avanti.
Finché non avremo compiuto la nostra missione storica, non verremo meno al nostro impegno.
Siamo milioni di esseri umani in lotta. Noi lavoratori continueremo ad essere i fondamentali produttori di tutta la ricchezza, dovunque e nelle più varie condizioni di sviluppo dei mezzi di produzione. Nulla, in definitiva, cambierà finché altri vivranno del nostro sudore, finché non saremo riusciti a trasformare la società esistente in un’altra società, di tipo superiore.
Quale innovazione, quale rivoluzione tecnico-scientifica, può modificare il fatto che siamo l’asse principale dell’attuale società? Tutti i progressi scientifici e tecnologici non cambiano assolutamente la natura del proletariato, né il fatto che i mezzi di produzione continuano ad essere nelle mani dei capitalisti. La ricchezza creata dal nostro lavoro è stata e continua ad essere la base materiale di ogni sviluppo tecnico e scientifico.
La lotta di classe non può essere eliminata, e non scomparirà finché esiste la proprietà privata dei mezzi di produzione. Dobbiamo, tuttavia, tener conto di questi progressi tecnici e scientifici, imparare a dominarli, e utilizzarli a beneficio del popolo e della rivoluzione.
«Il movimento proletario è il movimento indipendente dell’enorme maggioranza nell’interesse dell’enorme maggioranza […] I proletari non hanno nulla di proprio da salvaguardare; essi hanno soltanto da distruggere tutte la sicurezze privata e le guarentigie private finora esistite» (ibid.)
Nessun’altra classe o strato sociale attuale può assolvere questo compito. Esso è il compito del proletariato, che è la classe più rivoluzionaria della società, dotata del più elevato spirito pratico, capace di unire e di dirigere, nella lotta contro il capitale, altre classi e altri strati sociali sfruttati.
Siamo presenti e attivi nell’epoca contemporanea. La classe operaia e i popoli non hanno cessato per un solo istante di lottare per i propri obbiettivi. Nulla di essenziale è cambiato nella nostra epoca, da quando Lenin l’ha definita. Essa continua ad essere l’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie. Tutti i fatti accaduti dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 – la seconda guerra mondiale, la sconfitta del fascismo, la liberazione dei paesi coloniali, la rivoluzione cinese, la rivoluzione vietnamita, ecc., i progressi realizzati durante la costruzione del socialismo, la recente offensiva imperialista e l’attuale realtà della lotta dei popoli – confermano le tesi leniniste sull’epoca nella quale viviamo. Le contraddizioni fondamentali sono rimaste le stesse!
Imperialisti e borghesi sferrano violenti attacchi contro il marxismo-leninismo e ne proclamano la morte. Noi domandiamo: se questa teoria è diventata inservibile, perché la attaccano così furiosamente? Perché sanno, in realtà, che essa è viva e attuale. Il marxismo-leninismo si basa sullo sviluppo continuo della conoscenza scientifica, sull’esperienza dello sviluppo sociale e sul pensiero umano progressista. È una teoria rivoluzionaria che rappresenta gli interessi storici del proletariato e di tutta l’umanità; esso avanza in maniera dialettica, supera ostacoli e genera il nuovo. Noi marxisti-leninisti siamo consapevoli di alcune nostre debolezze per quanto riguarda la comprensione, l’applicazione e lo sviluppo del marxismo-leninismo: sono nostri limiti, che supereremo.
L’esperienza storica ha dimostrato la validità, l’attualità, la vitalità del marxismo-leninismo. Se esistono delle ideologie decrepite e obsolete, delle teorie che appartengono al passato, esse sono quelle della borghesia. Il marxismo-leninismo è il presente e l’avvenire.
«Ci vuole forse una profonda perspicacia per comprendere che, cambiando le condizioni di vita degli uomini, i loro rapporti sociali, la loro esistenza sociale, cambiano anche le loro concezioni, i loro modi di vedere e le loro idee, in una parola, cambia anche la loro coscienza? […] Si parla di idee che rivoluzionano tutta una società; con ciò si esprime soltanto il fatto che in seno alla vecchia società si sono formati gli elementi di una società nuova, che con la dissoluzione dei vecchi rapporti di esistenza procede di pari passo il dissolvimento delle vecchie idee» (ibid.).
In coerenza con i loro interessi di classe, i revisionisti e gli opportunisti di tutte le specie deformano questi enunciati del Manifesto Comunista e ne traggono conclusioni anticomuniste; vogliono conservare le loro posizioni di «grandi dirigenti» e i loro privilegi; vogliono manipolare il movimento operaio e impedire che i lavoratori prendano nelle proprie mani il loro destino: servono, in tal modo, la borghesia e arrecano un grave danno alla classe operaia.
Al contrario, noi comunisti lottiamo contro queste deviazioni, respingiamo questi servi della borghesia e aiutiamo la classe operaia a contare sulle proprie forze e ad avanzare.
Il revisionismo rappresenta un pericolo per il processo rivoluzionario, per il Partito Comunista e per la costruzione del socialismo. È assolutamente necessario combattere il revisionismo di ogni specie, e su tutti i terreni. Esso è un pericolo contro il quale non è possibile cessare o indebolire la lotta.
Discutere queste questioni, prendere posizione su di esse, stabilire che cosa occorre fare adesso, è l’inevitabile, necessaria ed urgente lotta ideologica da condurre all’interno del campo rivoluzionario, altrettanto necessaria dell’offensiva ideologica rivoluzionaria per battere l’attacco della reazione. Nessun comunista, nessun partito di avanguardia della rivoluzione può temere questi confronti di concezioni e di idee. Dobbiamo aprire il dibattito, dobbiamo mettere a confronto idee, analisi, esperienze, lezioni, ragionamenti, per giungere a delle conclusioni che ci permettano di avanzare. I fatti sono testardi, diceva Lenin, e la testardaggine dei fatti ci obbliga ad essere leninisti.
Abbiamo creato i nostri partiti nel fuoco della lotta contro il revisionismo e l’opportunismo, i quali, con la loro degenerazione e il loro tradimento politico, sono stati i principali responsabili dei danni causati al movimento comunista e operaio internazionale.
I partiti comunisti sono strumenti indispensabili per ORGANIZZARE la rivoluzione in ciascuno dei nostri paesi.
Come Conferenza Internazionale dei Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti, rappresentiamo, tutti insieme, la reale alternativa per la classe operaia e per i popoli. La fiamma della rivoluzione proletaria e la speranza dei popoli sono nelle mani dei comunisti.
«I comunisti lottano per raggiungere gli scopi e gli interessi immediati della classe operaia, ma nel movimento presente rappresentano in pari tempo l’avvenire del movimento stesso» (ibid.).
Noi pensiamo che le masse popolari siano e debbano essere sempre e in ogni campo le protagoniste della storia. Solo quando i partiti comunisti si sono burocratizzati, sono degenerati ideologicamente e hanno perduto il loro carattere di avanguardia rivoluzionaria al servizio della classe operaia e dei popoli, le masse hanno voltato loro le spalle.
I proletari e i comunisti, i lavoratori e i popoli non debbono mai rompere i legami che li uniscono. Noi comunisti lottiamo insieme alla classe operaia e ai popoli per i loro interessi; con loro dobbiamo e possiamo conquistare il potere; con loro dobbiamo costruire le varie forme di democrazia popolare, la dittatura del proletariato, lo Stato socialista, costruire il socialismo e procedere oltre.
L’imperialismo è stato, e sempre sarà, fonte di guerre di aggressione e di rapina. Negli ultimi tempi, l’Iraq, la Somalia, Panama, lo Yemen, il Ruanda, l’ex Jugoslavia, l’ex Unione Sovietica, Haiti, ecc., sono stati teatri di guerre di aggressione, di guerre razziste, reazionarie. Noi denunciamo il vero carattere di queste guerre. È necessario organizzare e sostenere la mobilitazione popolare contro questa politica imperialista di guerra. I lavoratori, i popoli, i comunisti saranno alla testa di questa lotta.
La rivoluzione esige l’unità e l’azione della classe operaia e dei popoli. Noi comunisti dobbiamo esserne gli artefici. L’unità è una concezione e una pratica che deve svilupparsi. Le alleanze sono necessarie. Per crearle dobbiamo, anzitutto, contare sulle nostre forze, unirci con altre forze, praticare la politica delle alleanze con obbiettivi rivoluzionari. Potremo concludere dei compromessi che non comportino concessioni di principio. Questi compromessi non debbono mai farci dimenticare che la lotta di classe continua.
Lottiamo per la rivoluzione. Rivendichiamo la violenza rivoluzionaria dei popoli come la via per la conquista del potere. Per questo è necessario che noi impariamo ad avvalerci di tutte le forme di lotta.
Riaffermiamo la nostra decisione di mantenere alta la bandiera del marxismo-leninismo, di lottare per la sua applicazione, di trasformare i nostri partiti e organizzazioni in un’alternativa politica, sociale e organizzativa su scala nazionale e internazionale. I nostri partiti e organizzazioni riaffermano la loro decisione di lottare insieme alla classe operaia e ai popoli, insieme ai democratici, ai patrioti e ai progressisti, per contrapporre al dominio capitalistico la lotta per la rivoluzione sociale del proletariato.
Manteniamo vivo lo spirito della Comune di Parigi, della Rivoluzione d’Ottobre, di tutti i processi e le esperienze rivoluzionarie, basandoci sui principi elaborati da Marx, Engels, Lenin e Stalin.
«I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Essi dichiarano apertamente che i loro scopi non possono essere raggiunti che con l’abbattimento violento di ogni ordinamento sociale esistente. Tremino pure le classi dominanti davanti a una rivoluzione comunista. I proletari non hanno nulla da perdere in essa fuorché le loro catene. E hanno un mondo da guadagnare» (Ibid.)
Proletari e popoli del mondo: la lotta continua. Dinanzi alla nuova ondata di lotte rivoluzionarie che si avvicina, i comunisti, i lavoratori e i popoli debbono esserne i protagonisti. Trasformiamo in fatti lo storico motto di Marx ed Engels:
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Quito (Ecuador), 1° agosto 1994
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