A fianco degli operai Stellantis e automotive. Uniti contro il Capitale, per il futuro del Lavoro

La situazione negli stabilimenti della Stellantis e in tutto il settore automotive, è sempre più pesante. Le fermate produttive aumentano, la cassa integrazione e i contratti di “solidarietà” colpiscono duramente il salario. Per chi rimane in produzione carichi di lavoro e ritmi estenuanti, condizioni di salute e sicurezza sempre più precarie, pressioni e ricatti a non finire.

Quello che accade nel settore non è dovuto al caso, ma ha le sue radici nel sistema dell’economia capitalistica.

Le crisi nel capitalismo sono di sovrapproduzione. Mentre cresce la quantità di merci prodotte, diminuisce la domanda dei lavoratori che con i salari da fame, il lavoro sempre più precario, le bollette, etc., si trovano in condizioni tali che non possono più acquistare i beni di consumo da loro stessi prodotti.

Per questo le auto restano invendute, la produzione si ferma, chiudono le imprese e gli operai sono gettati in massa sul lastrico, andando ad ingrossare l’esercito dei disoccupati.

Sono finiti i tempi in cui agli operai veniva data la speranza di migliorare la propria condizione sociale.  Oggi tutti possono vedere che il capitalismo vuol dire solo sfruttamento, miseria e continua minaccia della disoccupazione, repressione quando ci ribelliamo (vedi il Ddl 1660 voluto dal governo Meloni), guerre ingiuste e di rapina.

I capitalisti vogliono farci diventare schiavi senza dignità, ci vogliono privare delle libertà conquistate con dure lotte, vogliono fare di noi e dei nostri figli carne da cannone!

La lotta degli operai del settore automotive e indotto è oggi la più importante battaglia della classe operaia del nostro paese. Per affrontarla e vincerla non bisogna credere alle promesse da marinaio di Urso o chiedere l’intervento della Meloni che cammina “mano nella mano” con i padroni o della UE dei monopoli.  Tanto meno ci si può fidare dei capi sindacali “firmatutto” e dei corrotti partiti parlamentari borghesi.

I tavoli ministeriali sono falliti. I monopoli come Stellantis ottengono dallo Stato miliardi, benefici, sgravi ma invece di dare occupazione stabile producono c.i.g. e licenziamenti di massa. Il disastro di Stellantis è il fallimento della borghesia italiana.

Oggi è la classe operaia che deve riprendere a intervenire a modo suo, senza sperare in aiuti che vengano dal di “fuori”. Sono gli operai stessi a doversi organizzare per colpire Tavares e azionisti miliardari dove fa più male: l’estrazione di plusvalore in fabbrica.

La crisi viene rovesciata sugli operai e la risposta deve essere: basta sacrifici, tutti uniti nella lotta, fino allo sciopero generale e all’occupazione delle fabbriche per impedire tagli e chiusure, per licenziare il governo dei padroni e della guerra!

Riprendiamo fiducia nella nostra forza, i padroni non sono onnipotenti e senza gli operai non si gira una vite! Creiamo comitati di fronte unico dal basso di operai e delegati, senza divisioni di sigla, per organizzare e dirigere gli scioperi! Stringiamo legami di solidarietà e lotta con gli operai delle fabbriche Stellantis all’estero!

In questa battaglia gli operai più avanzati, combattivi e coscienti, sono chiamati a porsi il problema dell’organizzazione politica indipendente della classe operaia: il Partito comunista, senza il quale si può solo indietreggiare e subire sconfitte.

Oggi nessun partito rappresenta gli interessi fondamentali della classe operaia. È ora di avviare una discussione che veda come protagonisti gli stessi operai avanzati e combattivi, per forgiare lo strumento indispensabile della lotta per il potere.

Solo la classe operaia, con la direzione del suo partito, può unire le altre classi e strati di lavoratori che non hanno altra scelta  se non quella di lottare contro lo sfruttamento e il saccheggio dei capitalisti e dei monopoli finanziari, per una società senza sfruttamento, fondata sulla proprietà sociale dei mezzi di produzione.

È necessario unirci, organizzarci e lottare per la rottura rivoluzionaria con il sistema capitalista-imperialista che sta portando l‘umanità alla rovina. Il futuro è nel socialismo, la società dei lavoratori!

Da Scintilla n. 148, ottobre 2024

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