A più repressione, più solidarietà, più lotta e più organizzazione!

23 attiviste e attivisti di Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Palestina Libera che partecipavano a un pacifico sit in di protesta davanti la sede di Leonardo Spa sono stati fermati e trattenuti più di 7 ore nella questura di Brescia, nonostante avessero fornito i documenti di riconoscimento e non avessero opposto resistenza.
Le donne, e solo le donne – a riprova della sottocultura maschilista imperante in certi ambienti – sono state costrette a spogliarsi completamente e a fare piegamenti sulle ginocchia davanti agli agenti. Abusi e umiliazioni che ricordano quelli del 2001 nella caserma di Bolzaneto, che nel clima reazionario e repressivo imperante stanno diventando la prassi.
Non siamo in un regime teocratico, ma nella “civilissima” Brescia, dove poche settimane prima la stessa questura aveva permesso una manifestazione di neofascisti e attaccato brutalmente un presidio antifascista.
Se lo stesso trattamento fosse stato riservato a Cecilia Sala, i “nostri” governanti avrebbero scatenato il pandemonio. Ma quando gli stessi abusi, vedi la detenzione del Vigile del Fuoco detenuto nel carcere di Alessandria con l’accusa di terrorismo per nove mesi, e poi scarcerato, anche lui partecipante ad una manifestazione contro Leonardo, e le violenze su chi manifesta per i propri diritti, avvengono dentro casa non si fa altro che garantire la massima sicurezza e protezione alle forze dell’ordine.
La dura repressione subita dalle attiviste e dagli attivisti che protestavano contro la vendita di armi a Israele è da mettere in relazione con la difesa dei sacri profitti dell’industria militare e con la prosecuzione della complicità con il criminale sionismo.
Sono proprio i monopoli come Leonardo i fautori della politica di guerra e della fascistizzazione che viene realizzata dal governo Meloni, in cui vi sono ministri legati mani e piedi ai mercanti di cannoni.
Gli esempi della reazione galoppante si moltiplicano. Recentemente il ministro dell’interno Piantedosi ha inviato una direttiva ai prefetti “suggerendo” di istituire, con ordinanze ad hoc, “zone rosse” dove vietare la presenza di “soggetti pericolosi” con l’obiettivo di disporne l’allontanamento.
Si vengono così ad alimentare abusi e discriminazioni verso persone come i migranti o gli elementi combattivi del proletariato che hanno subito ingiuste condanne.
Il Daspo urbano, istituito dal ministro PD Minniti nel 2017, è un altro strumento utilizzato da anni per ridurre e rendere più difficili le lotte politiche.
In tal modo il governo Meloni anticipa una parte del contenuto apertamente repressivo, fascista e razzista del Ddl “Sicurezza” ex 1660 (ora in discussione al Senato come Ddl 1236).
È una strategia tipica delle forze fasciste quella di falsificare e limitare le prerogative del parlamento, chiamato solo a ratificare con la fiducia le leggi imposte dall’esecutivo.
Il governo Meloni non si limita ad inasprire le pene per chi protesta, ma vuole anche uno scudo penale per i celerini che nelle piazze manganellano studenti e operai, vuole garantire loro l’impunità anche in caso di omicidio.
Reazionari e fascisti, su ordine dei padroni, stanno preparando le forze dell’ordine a reprimere le lotte operaie che con la miseria che dilaga e i licenziamenti di massa, inevitabilmente esploderanno.
Nonostante tutti i loro sforzi non riusciranno a imbrigliare la lotta di classe, la renderanno solo più aspra.
Intensifichiamo la denuncia della repressione e solidarizziamo con le attiviste e le attivisti colpiti, con tutti gli operai, i disoccupati che si mobilitano per difendere i propri interessi e sempre più spesso vengono aggrediti dalla repressione borghese.
Non dimentichiamo che ogni qual volta vengono aggrediti operai e protagonisti di lotte sociali aggrediscono tutti noi.
Ma la denuncia e la solidarietà non bastano. La lotta alla repressione, alla fascistizzazione e alla guerra imperialista, che non deve limitarsi ad azioni di piccoli gruppi ma estendersi a livello di massa sulla base del fronte unico di lotta della classe, si inscrive nella più generale lotta per farla finita con il sistema capitalista-imperialista che genera inevitabilmente questi fenomeni.
Ma per perseguire questi scopi bisogna superare il volontarismo, lo spontaneismo, il movimentismo.
Di conseguenza, ribadiamo la necessità di organizzarci per costruire lo strumento fondamentale per affrontare il periodo di conflitti aperti che si sta aprendo e i nuovi compiti che esso pone al proletariato: il Partito comunista!
Gennaio 2025
Militanza Comunista Toscana
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
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