Al divisionismo e allo spirito di setta contrapponiamo l’unità di lotta del proletariato
La mobilitazione contro il Ddl 1660 che colpisce le lotte sociali, specialmente operaie, trasformando in reati penali da punire con anni di carcere picchetti operai, blocchi di merci, blocchi stradali e ferroviari, comprese le “resistenze passive”, nonché l’occupazione di case sfitte, è cominciata, ma non all’insegna di un’autentica unità proletaria.
Nella giornata del 19 ottobre a Roma hanno sfilato praticamente due cortei espressione di due differenti percorsi di mobilitazione sindacale e politica in concorrenza tra di loro (Si Cobas e Usb, con le rispettive direzioni bordighiste e revisioniste/socialdemocratiche).
Una situazione non nuova che ha nociuto anche alle mobilitazioni contro la guerra e per la causa palestinese.
Il “marciare separati per colpire uniti”, così come si è dichiarato a Roma nei discorsi finali, fotografa una situazione paradossale dove in pratica l’accento viene posto nello spirito autoreferenziale o di parrocchia.
Ma il nemico da battere non sta nel campo di chi scende in piazza contro il Ddl 1660, bensì nel padronato e nel governo Meloni, di cui ben tre ministri hanno firmato il decreto!
A ciò aggiungiamo che questo modo di fare, oltre che indebolire, ritarda, allungando tempi di risposta che dovrebbero essere tempestivi.
Con franchezza diciamo agli esponenti dei due “percorsi” paralleli e scarsamente convergenti che l’interesse generale della classe operaia e del proletariato prescinde da beghe di bottega e ne è molto al di sopra.
È l’unione che fa la forza, non la divisione. Ed è la lotta che cementa l’unione. Dunque chi agisce per mantenere divisioni, rallentando e frapponendo ostacoli all’unità di azione del proletariato per la difesa intransigente dei propri interessi e delle proprie libertà, non ha senso di responsabilità né visione generale dello scontro di classe.
Ma questa è solo una parte del problema.
Come tutti ben sanno, nel suo insieme la classe operaia industriale è tuttora strettamente controllata dalla burocrazia sindacale confederale.
Ebbene, pur con colpevole ritardo e con ancora più colpevole mancanza di mobilitazione, la CGIL specialmente, sotto l’evidente spinta di parte della base e sotto la pressione governativa che nulla concede al “dialogo sociale” , ha preso posizione sul decreto dichiarando che “cercherà di far qualcosa per cambiarlo” nel suo percorso parlamentare non ancora terminato. Cioè, in pratica, nulla. Perché la sponda politica del riformismo non farà alcuna battaglia, forse pensando che un domani, tornando al governo, dal Ddl 1660 potrebbe trarne giovamento.
Gli stessi burocrati sindacali pensano che con questa legge sarà loro più facile prevenire le forme di lotta operaie più decise e sbarazzarsi di quei sindacati conflittuali che le praticano, così da rafforzare il loro monopolio sindacale.
Tuttavia non pochi, anche dentro le maggiori confederazioni sindacali, si rendono conto che di fronte all’attacco padronale il decreto non andrà a colpire solo il sindacalismo conflittuale, ma sarà una formidabile arma di lotta della borghesia contro tutto il movimento operaio. Presto avrà un utilizzo generale, senza chiedere, all’atto del colpire, la tessera di appartenenza.
Le confederazioni vivono quindi al proprio interno (e fra di loro) contraddizioni potenzialmente in grado di inasprirsi. E che andrebbero aiutate a maturare. Ebbene, che hanno fatto i principali esponenti di questi due percorsi paralleli, che il 19 hanno manifestato, per acutizzare queste contraddizioni? Poco o nulla.
La politica di setta e divisionista non prevede che si possano fare appelli, inviti, ricerche di momenti di dialogo, in assemblee di fabbrica e di territorio, alleanze tattiche, con chi si pensa sia collocato definitivamente “in campo avverso”, anche quando si tratta di lavoratori che vivono condizioni materiali di sfruttamento e oppressione.
Come si raggiunge ora la maggioranza degli operai senza utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, tra cui la direzione di alcuni segmenti sindacali per incidere sul resto della classe?
La politica di setta e divisionista è l’esatto contrario della politica di fronte unico proletario che prevede l’obbligo di perseguire l’unità operaia dal basso e che, per essere attuata, necessita anche di questi passaggi.
Non si tratta di fare concessioni al riformismo. È l’esatto contrario: è proprio per combattere il riformismo, isolare e battere i vertici collaborazionisti, allargare il dissenso e la protesta operaia verso la loro linea, che le proposte unitarie vanno fatte, che bisogna partecipare in massa alle assemblee e agli scioperi, compresi quelli che gli stravenduti capi sindacali sono costretti a proclamare sotto la pressione dei loro stessi iscritti.
Una linea, questa, che cozza contro la linea settaria e divisionista che conduce settori di lavoratori più o meno avanzati ad isolarsi, a rinchiudersi in una “splendida” quanto dannosa solitudine.
Facciamo perciò appello ai tanti compagni e ai lavoratori che ci seguono di attivarsi per organizzare nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle città, dei percorsi unitari, a prescindere dalle appartenenze di sigla, per informare, manifestare, organizzare, anche approfittando della mobilitazione per lo sciopero generale nazionale.
I lavoratori coscienti e combattivi devono utilizzare il tempo che rimane prima dell’approvazione definitiva, ma anche in seguito, per impedire l’applicazione di questa legge di stampo fascista, per coinvolgere i titubanti, i “non del tutto rassegnati”, per una battaglia fondamentale in difesa delle forme e degli strumenti di lotta che permetteranno alla classe di resistere con forza all’urto dell’attacco padronale e statuale che, man mano che la crisi economica procede e le politiche di guerra avanzeranno, andrà intensificandosi e divenendo sempre più reazionario.
Da Scintilla n.149, novembre 2024
Categorie
- AMBIENTE (28)
- ANTIFASCISMO (34)
- ATTUALITA' (271)
- CIPOML (84)
- DONNE IN LOTTA (26)
- ECONOMIA (38)
- ELEZIONI (9)
- FONDAZIONE PCdI (17)
- GIOVENTU’ M-L (27)
- INTERNAZIONALE (193)
- LOTTA ALLA GUERRA (90)
- LOTTA PER IL PARTITO (44)
- MEMORIA STORICA (87)
- MOVIMENTO OPERAIO (128)
- PANDEMIA (10)
- POLITICA (123)
- PRIMO MAGGIO (7)
- QUESTIONI TEORICHE (53)
- RIVOLUZIONE D'OTTOBRE (22)
- SALUTE E SICUREZZA (34)
- SCIENZA E FILOSOFIA (5)
- SCINTILLA (28)
- Senza categoria (1)
- TESTI M-L DIGITALIZZATI (18)