Amaro Natale per due dipendenti della Pam livornese che sono stati licenziati per motivi inaccettabili
Due di questi lavoratori prestavano servizio nei due supermercati Pam livornesi da circa vent’anni. Da quanto si apprende dai giornali ad uno dei due si sono presentati gli ispettori aziendali fingendosi clienti e con il “test carrello”, una vera e propria trappola, hanno messo alla prova il cassiere, facendo finta di rubare della merce.
Con i ritmi che i lavoratori della grande distribuzione devono tenere per essere produttivi o per non avere lamentele da parte dei clienti, è del tutto normale e comprensibile che l’attenzione non possa essere sempre al massimo.
Inoltre il licenziamento è illegittimo, nel metodo e nel merito.
I cassieri non sono pubblici ufficiali e non possono perquisire né il carrello né i sacchetti presentati dai clienti.
Aggiungiamo che per le merci dei reparti “serviti e pesa da te” è praticamente impossibile distinguere una merce da un’altra simile che costa di più o individuare un peso non effettivo.
Viene il dubbio che l’azienda volesse sostituire questi lavoratori con ragazzi giovani, precari, poco pagati, ricattabili e facili da poter spremere come limoni per la paura di non vedersi rinnovare il contratto di lavoro.
Un caso simile è accaduto nei giorni scorsi anche in un punto vendita di Siena dove ad essere colpito è stato un lavoratore che era delegato sindacale. Così come a Roma dove sono stati licenziati altri 10 lavoratori PAM.
Quello che è accaduto ai lavoratori PAM non è che un episodio grave delle vessazioni a cui quotidianamente i lavoratori delle piccole-medie imprese industriali e commerciali sono sottoposti, specialmente i più riluttanti nell’adattarsi a sistemi di lavoro servili. Un sistema ineliminabile nel capitalismo che crea ambienti di lavoro dove regna tensione, la diffidenza e la non cooperazione tra i lavoratori perché divisi sono più facilmente controllati e sfruttati, e a nulla è valso l’incontro (particolarmente teso) svoltosi a Roma tra Pam Panorama e sindacati con il diniego della ditta a reintegrare i lavoratori ingiustamente licenziati e i sindacati che denunciano la volontà dell’azienda a colpire una fascia specifica di dipendenti: lavoratrici e lavoratori con anzianità significativa, età anagrafica elevata, titolari di legge 104 o con limitazioni su salute e sicurezza.
Esprimiamo la nostra solidarietà a questi lavoratori denunciando ancora una volta la barbarie dei padroni e del sistema capitalista che vedono nei proletari e nei lavoratori solo carne da macello da sfruttare e da poter usare a proprio piacimento e ne chiediamo il reintegro immediato nella loro mansione lavorativa.
Ci associamo alla mobilitazione in corso nell’intera regione per il ritiro dei licenziamenti!
Organizzazione per il partito comunista del proletariato. Comitati Livorno – Versilia
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