Ampliare il fronte di lotta al Ddl 1660

Concluso il 6 agosto l’iter nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia, è iniziata alla Camera la discussione per approvare il Disegno di legge (Ddl) n. 1660 sulla “sicurezza pubblica”,  presentato dai ministri Piantedosi, Crosetto e Nordio.

La volontà del governo e della sua maggioranza politica è chiara: approvare il prima possibile questa legge antioperaia e liberticida, intensificando ed estendendo le misure repressive che erano state approvate dai precedenti governi.

Con il Ddl 1660 il governo Meloni, come si era capito fin da subito con il “decreto rave”, mira a restringere al massimo le agibilità sindacali, politiche e sociali, preparando una micidiale stretta sulle realtà di lotte operaie e popolari, così come su qualsiasi azione di protesta e dissenso da parte dei proletari, della povera gente, delle donne.

Il  Ddl, fra la altre misure di tipo fascista, inasprisce le pene nell’ambito di manifestazioni di piazza; trasforma in reato penale il blocco stradale e ferroviario, aggravato se commesso  “da parte di più persone riunite” e con il “proprio corpo” (cioè in occasione di scioperi e  picchetti operai); aumenta ulteriormente le pene per oltraggio, resistenza e lesioni (anche lievissime) a pubblico ufficiale; introduce il reato di rivolta in carcere e nei lager per migranti, esteso alla resistenza passiva e persino ai familiari dei detenuti; rende possibile il porto di pistole personali da parte di agenti di Ps; mette le pubbliche amministrazioni e le società a partecipazione  pubblica al servizio delle agenzie spionistiche; cancella l’obbligo di rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in gravidanza e per le madri di bambini fino a tre anni…

Con un emendamento presentato al Ddl 1660 dalla Lega di Salvini, si prevedono pene pesantissime, fino a 20 anni di carcere, per chi si oppone alle  “grandi opere” come la TAV o il Ponte di Messina, anche con atti simbolici.

Si utilizza inoltre il pretesto del “terrorismo della parola” per colpire le forme di lotta di classe più acute degli sfruttati e degli oppressi.

Ad essere colpiti dalle misure di questo disegno di legge sono i picchetti operai, i blocchi stradali e ferroviari – che da sempre fanno parte delle forme di lotta del movimento operaio e sindacale –  le proteste dei disoccupati, i sit-in degli studenti, le manifestazioni per la pace e in solidarietà con il popolo palestinese, le mobilitazioni contro la costruzione di nuove basi militari, le azioni di protesta contro la crisi eco-climatica e la devastazione ambientale, le occupazioni di abitazioni sfitte e la resistenza agli sfratti, le proteste nei lager e nelle carceri sovraffollate.

Allo stesso tempo si garantisce per i “tutori dell’ordine” la piena impunità per i loro sempre più frequenti abusi antipopolari e si garantisce la copertura economica statale per gli sbirri che eventualmente andranno sotto processo.

La predisposizione del Ddl 1660 va compresa dentro il processo di fascistizzazione del potere borghese, di cui un aspetto fondamentale è l’assalto alle libertà democratiche dei lavoratori, per instaurare uno stato poliziesco.

Il motivo di questa politica è presto detto. In periodo di crisi e di guerra, la borghesia deve consolidare le sue retrovie. Nessun circolo dirigente può pensare di licenziare, ridurre ulteriormente i salari, tagliare ancora i servizi pubblici mentre si sprecano miliardi  per la guerra, mentre si concedono altri benefici e sgravi ai ricchi, per opere costose e inutili, senza reprimere duramente gli operai, i giovani, le donne che lottano, senza criminalizzare e annientare la protesta sociale.

Parallelamente all’escalation bellica procede l’escalation della repressione antioperaia e antipopolare. Da qui prende le mosse la fascistizzazione, che coinvolge gli apparati dello stato borghese, trasformandolo in stato di polizia.

Per opporsi a questo processo e al varo del Ddl 1660 non c’è che una via: l’unità di azione del proletariato in  difesa dei propri interessi politici ed economici, delle libertà e dei diritti conquistati con la Resistenza e con decenni di dure lotte.

Ogni operaio, ogni lavoratore sfruttato, indipendentemente  a quale sindacato sia iscritto, oppure non iscritto, dalle proprie opinioni ideologiche e credenze, deve sentirsi aggredito da questo Ddl infame e unirsi ai suoi compagni di lavoro per organizzarsi e respingerlo in massa.

Da parte di qualche attivista sindacale, sociale e politico sarebbe gravissimo pensare “queste norme non mi riguardano, perché adotto forme di lotta differenti”. In realtà, il Ddl 1660 tocca le libertà e i diritti di tutti i lavoratori!

Nella situazione attuale l’unità della classe operai contro le misure liberticide e fasciste può essere ottenuta dal basso, sulla base dello sviluppo del movimento delle masse lavoratrici,  senza settarismi di sorta, ma in una lotta unitaria e risoluta contro il governo e i collaborazionisti; una lotta che i sinceri democratici e le associazioni amanti delle libertà dovrebbero appoggiare risolutamente.

Non facciamoci alcuna illusione sul ruolo della c.d. opposizione parlamentare che ha preparato il terreno a queste misure con precedenti decreti, come quelli di Minniti-Orlando e Salvini.

Ma che bei difensori della democrazia sono costoro, che appoggiano la guerra imperialista, il genocidio in Palestina  e si limitano a qualche emendamento (respinto) mentre vengono distrutte le libertà e i diritti dei lavoratori!

Ma ha fatto male i suoi conti chi pensa che con le nuove misure repressive di stampo fascista gli operai, i lavoratori, i giovani, le donne,  arretreranno.

Nemmeno con la violenza sfrenata e col terrore i fascisti sono mai riusciti a risolvere nessuna questione, ma le hanno sempre aggravate tutte.

I bisogni, le necessità, le aspirazioni delle masse lavoratrici non possono essere cancellate e compresse con leggi che rispondono solamente in termini di repressione, di provvedimenti di polizia.

Gli operai non vogliono minacce, violenze, arresti, che invece il governo offre loro in gran quantità. Esigono lavoro, pace, libertà, e non si lasceranno mai e in nessun modo calpestare e intimorire, non si lasceranno legare le mani dal Dl 1660, ma saranno ben decisi di difendere i propri interessi di classe con l’azione e con la lotta unitaria, per spezzare le barriere che il governo eleva contro il progresso sociale.

Sviluppiamo nei luoghi di lavoro e sul territorio la denuncia del Ddl 1660. In ogni sciopero, in ogni manifestazione di protesta deve vivere la parola d’ordine “NO al Ddl liberticida e fascista 1660!”.

Le libertà operaie non si toccano! Alle manovre reazionarie e fasciste ordite contro il movimento operaio e sindacale si deve rispondere con la più ampia unione di tutte le forze.

I diritti si difendono praticandoli, la libertà si conquista sviluppando l’organizzazione politica comunista, principale arma di lotta del proletariato.

Sulla base di queste posizioni parteciperemo ad assemblee, iniziative pubbliche, manifestazioni e scioperi per rigettare in blocco il Ddl 1660.

Da Scintilla n. 147, settembre 2024

 

Enquire here

Give us a call or fill in the form below and we'll contact you. We endeavor to answer all inquiries within 24 hours on business days.



    Dimostra di essere umano selezionando casa.

    Organizzazione per il partito comunista del proletariato