Chi cancella il nostro futuro?

A seguito della rielezione a Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha tenuto il consueto discorso di fine anno.

Il focus dovrebbe essere rivolto – oltre che sulla demagogia di cui ha usufruito per descrivere il nostro sistema come una “democrazia matura, compiuta”, titolo affibbiatogli poiché ora tutte le principali forze politiche parlamentari sarebbero giunte all’esecutivo, e delle lodi alla Costituzione del 1948, reputata ancora attuale e funzionale, tacendo rispettivamente sulla fascistizzazione dello Stato e sull’abbandono delle originarie finalità popolari (nei limiti democratici borghesi della Carta), della “crescita” economica di cui hanno beneficiato i soli gruppi monopolistici, o della politica imperialista nostrana del “Mediterraneo allargato e del nostro rapporto privilegiato con l’Africa” – soprattutto sulle ipocrite moine rivolte ai giovani.

Mattarella infatti, dissimulando le responsabilità degli imperialisti occidentali nel conflitto in Ucraina, in realtà ben evidenti dal 2014 quando è stato perpetrato il putsch euro-atlantico in combutta con forze reazionarie e fasciste locali, ha scaricato tutte le colpe sulla Federazione Russa tessendo elogi ai “ragazzi russi che sfidano la guerra”, contrapponendo nettamente la loro situazione di mancanza di libertà alla nostra, quando anche noi abbiamo alle calcagna il rischio di finire al fronte per via della sciagurata politica estera guerrafondaia dei nostri governanti.

Ha proseguito il discorso ponendosi obiettivi irrealizzabili, a fortiori dopo la salita al potere dell’estrema destra fautrice dell’autonomia differenziata e della flat tax, tra i quali quello di tamponare la disoccupazione giovanile “dal 2008 quadruplicata”. Questo nonostante proprio quest’anno sia stata inaugurata da Valditara la concezione “meritocratica” dell’istruzione penalizzante ulteriormente gli ultimi, cioè i giovani proletari, nonché gli investimenti per la  scuola e l’università pubblica.

Per giunta ha chiamato in causa il supremo ordinamento giuridico che avrebbe la funzione, a detta sua, di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni.”. Ipocrisia senza limiti!

“Non cancellate il vostro futuro” è il proclama del Capo dello Stato riferito ai giovani, disperati e timorosi del domani, che ricorrono all’uso di alcol e stupefacenti causando danni civili, ma in primis a loro stessi.

Ma chi è che cancella ai giovani il futuro se non la società capitalistica stessa basata sul profitto di pochi e sulla disoccupazione e miseria di molti che implica guerre, morte e distruzione?

Non sono i giovani a cancellare il proprio futuro, è la borghesia a negarlo! Per questo occorre rovesciarla con una rivoluzione socialista, per edificare la nuova società fondata sul potere proletario e la partecipazione esclusivamente popolare, che garantisca occupazione, sicurezza sociale, benessere e pace.

Ma senza un forte partito proletario rivoluzionario il capitalismo potrà sempre riprendersi dalle crisi, non incontrando una resistenza organizzata e una guida decisa del movimento operaio e popolare, scaricando perciò sulle spalle delle masse le loro conseguenze.

Per questo il compito che ci si pone davanti è di accumulare forze attingendo al vasto bacino di astenuti, disillusi e contrari al modo di produzione capitalistico, per mezzo della collaborazione e del sostegno dei settori proletari e popolari con una già avanzata coscienza di classe.

Questo lavoro può e deve progredire dentro una prospettiva di azione unitaria, che inizi ottemperando al compito immediato di impedire il protrarsi della macelleria sociale che spiana la strada al fascismo e della mattanza di cui sono vittime i popoli ucraino e russo, col rischio di escalation militare e di guerra mondiale.

Da Scintilla n. 130 – gennaio 2023

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