Chi sono gli operai avanzati?

In numerosi articoli di Scintilla compare il concetto di “operai avanzati”, ai quali noi ci rivolgiamo e che riteniamo essere gli elementi fondamentali da attrarre nel lavoro per gettare le basi del partito comunista.

Ma chi sono questi operai? Quali le loro caratteristiche e il loro ruolo nella lotta per il Partito?

La questione ha una grande importanza e va risolta alla luce del marxismo-leninismo.

Come spiega Lenin, gli operai avanzati o di avanguardia, che sono espressi dal movimento operaio, principalmente dal proletariato industriale, sono i migliori rappresentanti della classe operaia, i più disciplinati, i più impegnati alla causa dell’educazione e dell’organizzazione della classe operaia, coloro che non solo sono aperti al socialismo scientifico, ma che – nonostante l’abbrutimento causato del lavoro salariato –  lo studiano e lo assimilano in modo cosciente ed elaborano perfino teorie rivoluzionarie in maniera autonoma.

Di solito gli operai avanzati sono dei dirigenti rispettati  della lotta economica, che sempre e dovunque determinano il carattere del movimento operaio facendosi seguire dalla massa operaia, perché hanno conquistato pienamente la sua fiducia nella pratica, dimostrando volontà di lotta, fermezza, combattività, capacità organizzative e pedagogiche.

Gli operai avanzati sono le teste pensanti e attive del movimento operaio, un prodotto obiettivo dello sviluppo del capitalismo in tutti i paesi, che emerge dalla lotta degli operai contro il capitale.

Ma non bisogna ridurre la loro coscienza a quella dei militanti sindacali o restringere la loro attività e le loro aspirazioni al livello delle rivendicazioni economiche.

La loro caratteristica è infatti quella di andare oltre i limiti del sindacalismo, perché accettano il socialismo coscientemente e lottano per una comprensione scientifica della lotta di classe, dei suoi scopi, dei compiti che devono essere adempiuti al fine di dirigerla nella prospettiva dell’abbattimento del regime  capitalista.

Di conseguenza, fra questi operai il problema del partito indipendente e rivoluzionario della classe operaia – determinante nella concezione della rivoluzione e del potere proletario – non è un “tabù”, ma una questione posta e da risolvere.

Per cui essi sono propensi ad accettare il dibattito, si informano, leggono le pubblicazioni e i documenti che affrontano il problema, si sforzano di offrire il loro contributo e – in determinate circostanze – finanche di mettere in pratica il concetto di partito.

Oggi gli operai avanzati non sono  molti nel nostro paese, ma il ruolo che svolgono nella lotta di classe è decisivo.

Riguardo il loro orientamento politico e ideologico, va detto che diversi elementi operai avanzati si definiscono comunisti e hanno esperienza di militanza in organizzazioni comuniste e rivoluzionarie.

Ve ne sono anche diversi che finora non si sono distaccati da organizzazioni e partiti revisionisti e socialdemocratici.

Questo è un fatto che va compreso alla luce dell’attuale debolezza del movimento comunista, così come della difficoltà di scorgere nelle condizioni della confusione ideologica e della frammentazione organizzativa l’organizzazione in cui militare.

Ma ciò non deve certo essere una barriera che impedisce il dialogo e la collaborazione con questi operai, in vista della loro fusione in una sola organizzazione comunista; un processo che nello sviluppo della lotta di classe potrà avanzare con l’attività politica e l’azione dei comunisti organizzati che lottano per il Partito, facendo vivere il marxismo-leninismo nella teoria e nella pratica, in stretto legame con la lotta di classe, favorendo il progressivo avvicinamento e fusione del movimento comunista con quello operaio.

Nella nostra concezione, il Partito comunista, in quanto parte integrante e dirigente della classe operaia, incarna l’unione (con un termine in voga fra gli stessi operai, “la convergenza”) del movimento comunista (m-l) con gli elementi di avanguardia del movimento operaio.

Senza gli operai avanzati il Partito non potrebbe avere radicamento nella classe, non potrebbe introdurre le idee e la politica rivoluzionarie nella lotta di classe degli sfruttati e degli oppressi dalla borghesia, non potrebbe creare un legame e trascinare nella lotta, sotto la sua direzione, gli strati medi e arretrati della classe.

Qualsiasi altra concezione del partito, qualsiasi equivoco sul concetto di operai avanzati (spesso confusi erroneamente con gli attivisti sindacali, i riformisti radicalizzati o i piccoli borghesi arrabbiati), qualsiasi negazione dell’esistenza di questi elementi della classe operaia, così come qualsiasi negazione della organizzazione del partito costruita sulla base della produzione e quindi del luogo di lavoro (organizzazione per cellule), rappresenta in ultima istanza un ritorno ai concetti e alle pratiche della socialdemocrazia, dell’economicismo e del movimentismo.

È dunque indispensabile per i comunisti stabilire un rapporto sempre più stretto, fino a divenire organico, con gli operai avanzati per partecipare alla lotta di classe e infondere al suo interno le concezioni scientifiche del socialismo proletario.

Il rapporto che in quanto marxisti-leninisti, membri del collettivo redazionale di Scintilla, vogliamo stabilire con questo esiguo ma fondamentale strato avanzato del proletariato è ben espresso dalle parole di Lenin:

“noi dobbiamo fare ogni sforzo possibile perché le loro file si estendano continuamente, perché le loro elevate esigenze intellettuali vengano soddisfatte appieno, perché dai loro ranghi emergano dei dirigenti del Partito operaio socialdemocratico russo. Il giornale che voglia diventare organo di tutti i socialdemocratici russi deve perciò essere al livello degli operai d’avanguardia; non solo esso non deve abbassare artificialmente il proprio livello, ma deve al contrario elevarlo costantemente, affrontando tutte le questioni tattiche, politiche e teoriche della socialdemocrazia mondiale. Solo allora le esigenze degli intellettuali operai saranno soddisfatte, e il giornale potrà prendere direttamente nelle proprie mani la causa operaia russa, e quindi anche la causa rivoluzionaria russa.” (Lenin, Una tendenza retrograda della socialdemocrazia russa, 1899).

Il problema più scottante dell’oggi è quello dell’unità degli operai avanzati attorno a una loro organizzazione (domani Partito) indipendente, legata al Movimento Comunista Internazionale. Per favorire ciò è necessario assumere indispensabili responsabilità nella lotta sul fronte teorico (economico, filosofico, storico) e politico contro l’attacco incessante della borghesia, nel favorire la loro stretta collaborazione e unione con i comunisti nella lotta e nel lavoro quotidiano, senza contentarsi di basarci su “progetti” al margine della lotta di classe, o sotto un’angolazione di propaganda astratta.

Quando l’unione del socialismo scientifico con il movimento operaio raggiungerà un livello più elevato, portando al suo interno la coscienza rivoluzionaria di classe e raccogliendo le forze proletarie d’avanguardia,  si comprenderà ancora meglio il fatto che gli autentici gruppi marxisti-leninisti svolgono un ruolo vitale per l’unità degli operai avanzati in Partito comunista.

Da Scintilla n. 136 (luglio-agosto 2023)

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