Contratto metalmeccanici: avanti nella lotta!

Uno sciopero generale e gli scioperi provinciali di 8 ore (che proseguono) con il blocco di flessibilità e straordinari non sono stati sufficienti ad imporre al padronato il nuovo contratto nazionale di lavoro.

Eppure quanto richiesto nella piattaforma per il rinnovo rimane nel solco della moderazione salariale.

Tutti concordano sul fatto che dal 2000 ad oggi il salario reale degli operai è sensibilmente diminuito, mentre i profitti sono saliti alle stelle grazie all’aumento dello sfruttamento del lavoro operaio.

280 euro di aumento medio  e lordo (che per i livelli inferiori sarà più basso) è un recupero parziale di quanto perso, specie negli anni 2021-23 di alta inflazione.

Un aumento reale e generale del salario è una rivendicazione giusta e necessaria per non peggiorare ulteriormente il tenore di vita degli operai!

Ciò nonostante la posizione degli industriali di Federmeccanica-Assistal al tavolo del CCNL 2024-2027 dei metalmeccanici non ha lasciato adito a dubbi: nessun aumento certo e consistente di salario, nessuna riduzione di orario, nessun superamento della precarietà, ma allungamento a quattro anni del contratto.

La piattaforma presentata da Fiom, Fim e Uil è stata respinta e i padroni hanno presentato la loro contro-piattaforma: un fatto inedito che dimostra il livello di aggressività antioperaia e antisindacale.

Le trattative sono pertanto rotte a causa dell’intransigenza padronale.

I capitalisti sono all’attacco, ringalluzziti dall’appoggio esplicito di un governo loro amico, e puntano a mantenere il salario al livello più basso possibile, per trarre dal maggior sfruttamento margini di profitto.

Questo tanto più in un contesto di crisi del settore: oltre 20 mesi di calo della produzione industriale e 40 mila operai metalmeccanici a rischio di licenziamento.

I padroni non molleranno tanto facilmente il loro obiettivo, se non costretti dalla mobilitazione operaia.

Non dimentichiamo che in alcune provincie i padroni hanno cancellato a partire dal 1° gennaio 2025 gli accordi territoriali metalmeccanici vigenti, ovvero tutte le conquiste operaie dal 1974 a oggi.

L’indicazione è chiara: tornare al passato remoto, gettare nella miseria e nell’assenza di diritti chi produce la ricchezza.

Oltre all’abbassamento generalizzato del salario reale, per gli 1,6 milioni di metalmeccanici in dodici anni è saltato un rinnovo contrattuale, senza contare le gravi perdite salariali dovute a cassa integrazione e contratti di solidarietà.

Questo mentre il precariato dilaga e gli infortuni e le malattie professionali avvengono come e più di prima.

Nessun passo indietro può essere compiuto! A decidere fra interessi antagonisti non può essere altro che la lotta di massa degli operai rafforzata dalla solidarietà degli altri sfruttati.

Occorre quindi aumentare la pressione, stabilire collettivamente il passaggio a forme di lotta più dure in fabbrica e fuori per inceppare il meccanismo di estrazione del plusvalore, senza altri indugi.

Questa è l’unico linguaggio che capiscono i padroni.  Altro che la collaborazione di classe e i tavoli di concertazione  che i vertici sindacali continuano a invocare.

O si difende il lavoro o si difende il capitale con tutte le sue nefaste conseguenze! È l’ora della mobilitazione per esigere forti aumenti del salario reale, il blocco dei licenziamenti, meno orario e migliori condizioni lavorative, sicurezza sul lavoro, lo stop alla precarietà, più servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti), la lotta alle diseguaglianze e alla povertà causate da un sistema parassitario e moribondo.

Avanti, uniti e organizzati nella lotta contro il capitale, per una società diversa e migliore, in cui sia soppresso lo sfruttamento del lavoro!

Gennaio 2025

Militanza Comunista Toscana

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

 

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