Metalmeccanici: Sconfiggere con la lotta e l’unità di classe l’intransigenza padronale

Volantino diffuso da Militanza Comunista Toscana e Piattaforma Comunista in occasione dello sciopero nazionale dei metalmeccanici del 28 marzo, che ha visto significative adesioni operaie in numerose fabbriche. A fronte della provocatoria linea padronale, che pretende altre riduzioni salariali in nome della “competitività delle imprese”, nel mese di aprile si effettueranno altre 8 ore di sciopero (in totale sono 32). Lo scontro si fa più duro.
I metalmeccanici scioperano di nuovo per 8 ore il 28 marzo a livello nazionale per esigere la riapertura delle trattative sul nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL).
Federmeccanica-Assistal hanno finora rigettato le richieste dei metalmeccanici per il CCNL 2024-2027 avanzando una “controproposta” che prevede: nessun aumento salariale, nessuna riduzione di orario, nessun superamento della precarietà, allungamento a quattro anni del contratto!
Eppure dal 2000 in poi il salario reale è diminuito e i profitti sono saliti alle stelle, eppure la piattaforma per il rinnovo era nel solco della moderazione salariale.
280 euro di aumento medio lordo (che per i livelli inferiori sarà più basso) è un recupero che a malapena copre quanto perso, specie negli anni 2021-23 di alta inflazione, che oggi prosegue a causa di dazi e tensioni internazionali.
Oltre all’abbassamento generalizzato del salario reale, per gli 1,6 milioni di metalmeccanici in dodici anni è saltato un rinnovo contrattuale, senza contare le gravi perdite salariali dovute a cassa integrazione e contratti di solidarietà, col precariato che dilaga e gli infortuni e le malattie professionali che avvengono come e più di prima.
In alcune provincie i padroni hanno già cancellato a partire dal 1° gennaio 2025 gli accordi territoriali metalmeccanici vigenti, ovvero le conquiste operaie dal 1974 a oggi. Sotto il ricatto dei licenziamenti, come alla Berco, disdicono l’integrativo. E i premi di produzione sono sempre più irrisori, come in Stellantis, scatenando la protesta operaia.
L’offensiva capitalista si sviluppa mentre procede la crisi del settore industriale: 24 mesi di calo della produzione e 120 mila operai a rischio di licenziamento, decine e decine di fabbriche che rischiano di chiudere o delocalizzano.
I padroni sono all’attacco, ringalluzziti dall’appoggio esplicito di un governo loro amico, e puntano a mantenere il salario al livello più basso possibile, per trarre dal maggior sfruttamento elevati margini di profitto. Perciò puntano direttamente a cancellare il CCNL!
L’obiettivo è tornare al passato remoto, gettare nella miseria e nell’assenza di diritti chi produce tutta la ricchezza della società.
I padroni non arretreranno se non saranno costretti dalla mobilitazione operaia, che per essere efficace deve essere dura, prolungata, estesa a livello nazionale, accompagnata da vaste manifestazioni di piazza, locali e nazionali, coinvolgendo le altre categorie di lavoratori.
Occorre aumentare la pressione sui padroni, decidendo il passaggio a forme di lotta più dure in fabbrica e fuori (scioperi improvvisi, blocchi, presidi) per inceppare il meccanismo di estrazione del plusvalore, legando la vertenza nazionale a quelle locali.
Si deve utilizzare tutto il potenziale di lotta che i metalmeccanici più volte hanno dimostrato di possedere su una linea di difesa intransigente degli interessi di classe.
Nessun passo indietro! A decidere fra interessi antagonisti non può essere altro che la lotta di massa degli operai rafforzata dalla solidarietà degli altri sfruttati.
Basta con la collaborazione di classe! Basta con le proposte di uscire dalla crisi riconvertendo nell’industria bellica a discapito degli investimenti sociali in sanità, scuola, trasporti, tutela dell’ambiente e del territorio. Gli operai hanno sempre respinto le politiche di riarmo e di guerra e continueranno a farlo!
O si difende il lavoro o si difende il capitale con tutte le sue nefaste conseguenze! Esigiamo l’aumento del salario reale, il blocco dei licenziamenti, meno orario e migliori condizioni lavorative, sicurezza sul lavoro, stop alla precarietà, più servizi sociali, lotta alle diseguaglianze e alla povertà causate da un sistema parassitario e moribondo. No alla politica e all’economia di guerra!
Avanti, uniti e organizzati nella lotta contro il capitale, per una società diversa e migliore, in cui sia abolito lo sfruttamento del lavoro!
Militanza Comunista Toscana
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
Il manifestino
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