Crisi di sovrapproduzione nel settore automobilistico in Germania

Il settore automobilistico è uno dei rami con il maggior numero di occupati in Germania e nel mondo. Oggi stiamo assistendo a una crisi senza precedenti, che ha molte ripercussioni sia sui fornitori che sui sub-fornitori a livello internazionale. Gli ordini di auto sono diminuiti drasticamente negli ultimi anni, aumentando la sovraccapacità complessiva dell’industria automobilistica che già lavorava al di sotto della sua capacità produttiva, a volte di oltre il 50%. Per mantenere la sua “competitività”, il settore ha ridotto drasticamente i posti di lavoro, quasi il 40% in alcune aziende.
Oggi, alcuni gruppi leader, come Volkswagen (VW), stanno valutando la chiusura di stabilimenti in tutto il mondo e, per la prima volta, in Germania. In Germania, il “diesel gate” [“Scandalo sulle emissioni” di automobili munite di motore diesel del gruppo Volkswagen. N.d.T.] è stato il momento cruciale che ha portato i costruttori a investire nel motore elettrico. Tuttavia, questa tecnologia non è la panacea: non ancora perfezionata, presenta necessità di investimenti molto significativi in nuove attrezzature industriali e in ricerca e sviluppo, e un alto prezzo di vendita delle auto. Per mantenere la loro competitività, i gruppi continuano a tagliare posti di lavoro e a chiudere siti (ad esempio Audi, facente parte del gruppo VW, che sta chiudendo lo stabilimento di Bruxelles (berline elettriche). E l’attenzione è già rivolta ad altre tecnologie del futuro (ad esempio il motore a idrogeno).
La Cina è il principale concorrente e sta guadagnando quote di mercato in Germania e nel mondo nei settori automobilistico, meccanico, chimico ed elettronico. VW ha perso la leadership nel mercato cinese a favore di auto più competitive di produttori cinesi (come BYD, che sta entrando anche nel mercato europeo). Questo costringe VW a investire nel suo sito cinese (2,5 miliardi annunciati). Anche in Europa il mercato automobilistico sta crollando. I lavoratori non hanno più le stesse possibilità di acquistare automobili.
Questa crisi automobilistica si ripercuote su tutti i subappaltatori a livello internazionale. ZahnradFabrik GmbH (ZF), fornitore mondiale di tecnologie per trasmissioni e telai, sta ristrutturando i suoi 35 siti e annunciando la riduzione di 14.000 posti di lavoro in Germania (escluse le ristrutturazioni internazionali). Anche i subappaltatori dei subappaltatori sono colpiti (Dumarey, Novares, MA France e molti altri). Il quotidiano Le Monde del 03/10/2024 cita J. Eckardt della società di consulenza FalkenSteg, in merito al settore automobilistico: “Mi aspetto 60 dichiarazioni di fallimento su larga scala nel 2024, rispetto alle 34 del 2023“. Anche BOSCH sta chiudendo siti (Marignier [74° Dipartimento] – 153 posti di lavoro, Mondeville [14° Dipartimento] – 413 posti di lavoro).
In Germania, la situazione ha ripercussioni sul “modello sociale”.
La “Mitbestimmung” (cogestione) è stata la vetrina del modello tedesco e principalmente della IG Metal del Gruppo VW. Introdotta nel 1951, la legge prevede che il 50% dei seggi nel consiglio di sorveglianza di un gruppo di oltre 2.000 dipendenti debba essere occupato da rappresentanti dei lavoratori. Nella crisi attuale, questo modello viene messo in discussione, creando una frattura in questo modello di cogestione tra un sindacalista riformista e i datori di lavoro.
Sul giornale Arbeit Zukunft, i nostri compagni tedeschi denunciano i raggiri dei dipendenti da parte dei grandi gruppi, principalmente da parte del gruppo VW. “Riduzione delle voci salariali, come i bonus per le ferie o le vacanze di Natale, drastico aumento della produttività, con il pretesto di consolidare l’azienda. Per finire oggi nell’eliminazione di posti di lavoro e nella chiusura delle fabbriche.»
L’articolo conclude: “La sfida per i lavoratori è quella di non farsi intimidire e, soprattutto, di ricorrere ad una lotta sindacale unitaria contro i piani di taglio dei posti di lavoro, di riduzione dei salari e di precarizzazione. Né i milioni o miliardi di sussidi che escono dalle casse statali o federali sono una soluzione efficace per evitare o ritardare a lungo termine i piani dei padroni per aumentare la produttività. Nella migliore delle ipotesi, potrebbe esserci un breve differimento che i lavoratori pagheranno alla fine attraverso tasse più elevate.”
La crisi automobilistica in Germania sta già avendo un forte impatto sul mondo e continua a causare reazioni a catena. Di fronte alla perdita di milioni di posti di lavoro nel mondo, al crescente impoverimento, al pericolo di guerra per l’appropriazione delle materie prime, è necessario aumentare le lotte e la solidarietà di classe.
Da “La Forge”, n. 665, organo del Partito Comunista degli Operai di Francia
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