Diluvia, governo infame!

Una nuova terrificante alluvione ha colpito per la seconda volta in 15 giorni la Romagna e di nuovo, dopo il settembre scorso, le Marche.
Ancora morti, dispersi, danni che pesano in modo insopportabile sulla povera gente. Le cifre: 9 morti al momento, ma ci sono decine di dispersi, migliaia e migliaia di sfollati in parte recuperati dai tetti delle case, in 50.000 senza elettricità (così ci hanno detto) ma chissà quanti in realtà. Campagne, negozi, arenili devastati, ponti crollati, sottopassi allagati, persino un pronto soccorso per alcune ore sott’acqua, e, nella zona collinare, frane a non finire.
Innanzitutto vogliamo porgere alle popolazioni colpite la nostra solidarietà.
Allo stesso tempo denunciamo il carattere tardivo e limitato, come risorse materiali ed umane messe in campo, dei soccorsi, senza nulla togliere a chi si è prodigato nel compiere il proprio dovere e ai volontari. Non si è mobilitato, se non in modo tardivo e marginale, l’esercito, tantomeno le associazioni combattentistiche, così attive nelle sfilate militariste e nel conferire il grado di generalessa alla Premier che si è svegliata a tre giorni dall’alluvione e, bontà sua – senza interrompere i suoi impegni pro-Zelensky – ha annunciato un CdM straordinario (che si terrà fra una settimana, se la prendono comoda…) per il varo di provvedimenti di agevolazione fiscale e – forse – stanziamenti irrisori, non certo ricavati da ricchi e padroni non chiamati ad alcun sacrificio, tantomeno dalle crescenti spese militari che sottraggono risorse alle spese sociali.
Denunciamo altresì l’inerzia, in cui sono coinvolte regioni ed enti locali, di chi non ha fatto nulla (e ben poco farà in futuro) per mettere in sicurezza il territorio, a partire dalle criticità più evidenti, come denuncia per esempio il comitato “tra i due fiumi” di Senigallia.
Eppure questa ennesima tragedia era ampiamente prevista. Ormai quasi tutto il territorio nazionale è a rischio a causa degli sconvolgimenti climatici: dalla tempesta Vaia, all’implosione del ghiacciaio della Marmolada, alle tragedie di Sarno e Rigopiano, ai ponti che crollano, alle frane di Ischia e di tante vallate alpine ad appenniniche, alle sempre più frequenti grandinate fuori stagione, ai periodi di calura e/o siccità estrema che bruciano i raccolti e desertificano le campagne.
Sconvolgimenti non dovuti a generiche ‘attività umane’ o come tributo del generico ‘progresso’, ma al caotico sviluppo capitalistico, tutto subordinato all’ottenimento del massimo profitto, che ha duramente compromesso l’equilibrio ecologico del pianeta.
Solo il passaggio al socialismo, in cui i mezzi di produzione saranno di proprietà sociale, potrà fermare quanto in atto e gradualmente ripristinare tale equilibrio, con piani di riassetto delle attività produttive e del territorio a cui dedicare le risorse necessarie e quindi salvare l’umanità dal disastro in cui la sta conducendo il capitale.
Via il governo dei padroni che ci porta alla rovina! Mobilitiamoci, uniamoci, organizziamoci per farla finita con il sistema capitalista-imperialista che ci distrugge la vita e ci nega il futuro!
17 maggio 2023
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