I referendum e le fanfaronate di Landini

Il prossimo 8 e 9 giugno si voterà per i quattro referendum sul lavoro fortemente voluti dalla CGIL guidata da Landini.

Sull’argomento ci siamo già espressi nei numeri 143, 146 e 151 di Scintilla.

Ma le fanfaronate di Landini ci obbligano a tornare brevemente sulla questione.

Affermare che il voto ai referendum è la “rivolta sociale” (un vero e proprio ossimoro); dichiarare che “ci sono tutte le condizioni per raggiungere il quorum” e che se si vince il giorno dopo milioni di lavoratori vedranno migliorati i propri diritti; sostenere che ogni iscritto alla CGIL  può convincere quattro cittadini ad andare a votare, rivolgersi a “quelli che sono oggi al governo”, agganciarsi ai radicali di +Europa per sperare di raccogliere voti, diffondere spot pubblicitari personalistici (commissionati ad agenzie private), è semplicemente qualcosa di fuorviante, illusorio e pericoloso per i lavoratori e per lo stesso sindacato.

A ciò va aggiunta la linea ambigua, ingannevole e subalterna alle forze belliciste, che ha caratterizzato la segreteria CGIL nell’ultimo periodo.

Una linea che si è concretizzata nella ignominiosa, quanto modesta, partecipazione alla manifestazione degli europeisti con l’elmetto a Piazza del Popolo, nei fallimentari  tentativi di mettere toppe peggiori del buco (ovvero, dire di essere lì per la pace), causando la protesta e il rigetto del social-sciovinismo europeista da parte di tanti iscritti e delegati.

Abbiamo già spiegato che in mancanza del referendum cassato sull’autonomia differenziata (una scelta tutta politica), che poteva fungere da volano, sarà praticamente impossibile  raggiungere il quorum nei referendum sul lavoro.

Si tratta infatti di una battaglia condotta in solitaria della CGIL, che non ha l’appoggio pieno delle altre sigle sindacali (la CISL è nettamente contraria), né dell’intero PD.

Senza dimenticare che chiamare la popolazione alle urne vuole dire far decidere sui diritti dei lavoratori dipendenti anche coloro che non lo sono, come imprenditori e liberi professionisti.

Non è difficile capire dove si possa indirizzare la scelta di classi e strati sociali che vogliono rimanere a galla affondando il proletariato: nell’astensione, o nel “no” promossi dalle forze di governo e reazionarie.

Landini e i dirigenti CGIL  sono in difficoltà.  Essi sanno che assai difficilmente i referendum abrogativi otterranno il quorum.

Il loro obiettivo è quindi quello di raggiungere il 35-40%  di partecipazione (sarà molto difficile) con un’ampia maggioranza di voti favorevoli ai quesiti presentati per rimanere in piedi con qualche capriola dopo il 9 giugno.

A questo scopo vogliono incanalare le forze disponibili in una campagna referendaria che avrà come effetto quello di depotenziare le vertenze operaie in corso.

Sostenere di voler recuperare (parzialmente) con il voto i diritti che si sono persi, senza aver fatto nulla di serio per difenderli con la lotta è una vera e propria beffa.

Il referendum sulle questioni del lavoro è uno strumento inadeguato e rischioso: la mannaia governativa è pronta. Questa strategia è frutto di un riformismo imbelle che ha portato a cedimenti e all’indebolimento delle lotte operaie.

Tutto ciò non significa che dovremo boicottare i referendum proposti.  Bisognerà utilizzare il SI ai referendum  per sviluppare la mobilitazione contro  leggi ingiuste, esigere diritti, denunciare le malefatte padronali e i piani governativi, nonchè le responsabilità della c.d. “opposizione parlamentare”.

E anche per chiamare, assieme a tanti lavoratori, Landini e soci a rendere conto  della loro linea interclassista, rilanciando l’appello per rafforzare l’opposizione di classe all’interno dei sindacati aventi basi di massa.

Nella società capitalistica nulla viene regalato al proletariato. I nostri interessi vitali e i diritti, gli aumenti di salario e le migliori condizioni di vita e di lavoro si conquistano solo con la mobilitazione di classe unita e organizzata, diretta dal partito comunista che è necessario costituire assieme ai proletari coscienti.

Da Scintilla n.152, aprile 2025

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