Il filo nero che lega Dugin ai fascisti italiani

Aleksandr  Dugin è un ideologo di riferimento per Putin e la sua politica estera. Il suo testo “Fondamenti della geopolitica” ha avuto una notevole influenza nelle alte sfere militari dell’imperialismo russo. La filosofia politica di Dugin è l’euroasiatismo e lo sciovinismo grande russo.

Il motore della storia per Dugin non è la lotta di classe, ma lo scontro delle “civiltà”. È uno dei teorici del multipolarismo che per i filoputiniani si afferma con l’invasione dell’Ucraina.

Dugin già negli anni ’80 si avvicinò al pensiero di René Guénon e Julius Evola. A cavallo degli anni ’90, mentre fondava il partito nazional-bolscevico, strinse rapporti con personaggi come Alain de Benoist, Jean-Francois Thiriart e Claudio Mutti.

Quest’ultimo sarà la porta di accesso di Dugin ai fascisti italiani attirati dall’euroasiatismo antiamericano.

Oggi Dugin viene pubblicato dalle edizioni Aga, casa editrice di quel Murelli che aveva dato alle stampe la rivista Orion. L’ultima opera di Dugin dedicata a Julius Evola viene presentata da Murelli e Rainaldo Graziani, altro esponente di spicco dell’area politica che si rifà ai fascisti di Ordine Nuovo e affini.

Le teorie di Dugin sono apprezzate dai camaleonti fascisti partoriti negli scorsi decenni, come il comunitarismo, Terza Posizione e la citata rivista Orion.

Anche nel revisionismo di “sinistra” vi è chi guarda con simpatia a Dugin. In passato Dugin espresse i suoi apprezzamenti per Costanzo Preve e oggi il suo allievo, il putiniano  tradizionalista Fusaro, non nasconde la sua ammirazione per l’ideologo russo.

Lo scorso gennaio il “filosofo” ha partecipato a Lucca a un convegno organizzato dal fondatore di Casapound di Pistoia. A febbraio Murelli e Graziani sono stati accolti con tutti gli onori all’ambasciata russa in un incontro di commemorazione della figlia di Dugin.

Intanto in Russia gli studenti antifascisti hanno lanciato una petizione contro la Scuola politica superiore diretta da Dugin intitolata al filosofo nazifascista Ivan Ilyin, smascherando la demagogia di Putin che cita ripetutamente Ilyin mentre proclama che uno degli obiettivi dell’offensiva in Ucraina sia la “denazificazione”.

Da Scintilla n. 145 – maggio 2024

 

 

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