Il PCE (m-l) esce rafforzato dal X Congresso

Nei primi giorni di dicembre si è svolto a Madrid il X Congresso del Partito Comunista di Spagna (m-l), che nello stesso mese ha compiuto il suo 60° anniversario.

Sono stati giorni di intenso lavoro collettivo che hanno sintetizzato un lungo percorso di riunioni svolte per discutere i documenti presentati dalla direzione del Partito e che, una volta approvati dai delegati presenti al Congresso fungono da guida per il lavoro di tutte le cellule e i comitati.

Il Rapporto approvato ha riguardato l’aspra disputa sulle aree di influenza tra le principali potenze imperialiste, raggruppate attorno a due poli guidati rispettivamente dagli Stati Uniti, che finora dominano l’economia capitalista mondiale, e dalla Cina, che vuole affermare la propria egemonia tra le potenze imperialiste.

In una situazione di conflitto interimperialista, la lotta per la pace tra i popoli di fronte alla guerra alla quale ci conduce l’imperialismo e la solidarietà con i popoli che subiscono l’aggressione delle potenze imperialiste occupano un posto preminente. Di fronte a un nemico brutale come l’imperialismo, i comunisti devono recuperare la parola d’ordine leninista abbandonata dal revisionismo moderno: né guerra tra i popoli, né pace tra le classi.

Il documento evidenzia la distruzione massiccia delle forze produttive, l’aumento incessante della disoccupazione, della miseria e della guerra, le calamità che accompagnano la lotta tra gli imperialisti. Mentre una minoranza di parassiti accumula ricchezze scandalose nelle proprie mani, i diritti sociali e i servizi pubblici conquistati con la lotta della classe operaia vengono tagliati a ritmo forzato, le pensioni, la sanità e l’istruzione vengono privatizzate. Il Partito fratello segnala, che tutto, comprese le relazioni personali, diventa una merce per l’investimento del capitale finanziario e speculativo che governa il mondo.

Il X Congresso si è celebrato in un momento caratterizzato da circostanze che segneranno in modo decisivo la vita politica in Spagna e nel mondo e, di conseguenza, il lavoro dei comunisti: l’aumento delle contraddizioni interimperialiste e l’aperta minaccia di guerra; il discredito generale dei percorsi riformisti come alternativi ai gravi problemi dei lavoratori; la crescita delle correnti nazionaliste, irrazionaliste e fasciste, favorite dal capitalismo e dal suo imponente apparato di propaganda.

Per far fronte a questa situazione, i compagni spagnoli hanno deciso di lavorare per l’unità di tutti i democratici, di coloro che in Spagna difendono il superamento del regime monarchico che costituisce un muro di fronte al movimento di lotta della classe operaia e delle masse popolari, un muro che deve essere abbattuto, per espandere la lotta per la libertà e spingere la rivoluzione ad una fase superiore.

Viviamo in un’epoca turbolenta, di enorme confusione e dispersione, in cui il fascismo emerge ancora una volta come una seria minaccia per la classe operaia e i popoli del mondo. Queste sono le circostanze che fanno dei comunisti un fattore determinante, in Spagna e nel mondo, per evitare che la classe operaia perda le sue conquiste ed eviti una battuta d’arresto nel cammino verso la libertà e l’emancipazione del genere umano.

Il Congresso ha sottolineato che una delle deformazioni più pericolose che il revisionismo prima, e il populismo borghese poi, hanno portato con se l’esaltazione del ruolo di ciascun individuo, isolato dagli altri, e la concezione dell’organizzazione collettiva come mero strumento per la promozione di leader che cercano di elevarsi al di sopra della classe operaia e delle sue organizzazioni. Questa deformazione ha portato alla dispersione delle lotte e al loro allontanamento dagli obiettivi generali e comuni.

In Spagna questi dirigenti “virtuali” hanno promesso di avanzare, disprezzando il ruolo essenziale delle masse nell’organizzazione delle lotte e, infine, hanno mostrato l’assoluta vacuità della loro politica, la loro sottomissione al formalismo istituzionale di uno Stato, quello monarchico, ereditato dalla stesse basi politiche del franchismo.

La conseguenza è stata l’allontanamento dalla politica, la confusione e la sfiducia della maggioranza lavoratrice nei confronti delle organizzazioni e delle proprie forze.

Tuttavia, come hanno osservato i compagni delegati al Congresso, recentemente si è potuto constatare a Valencia come le masse abbiano risposto unitamente al di fuori delle istituzioni incompetenti dello Stato borghese, dimostrando nella pratica la loro capacità di adottare le forme di organizzazione più originali ed efficaci per affrontare una catastrofe come quella subita dal popolo valenziano.

Il Congresso ha affermato che, per ottenere un miglioramento sostanziale della gravissima situazione in cui versa il proletariato, è necessario ricostruire e rafforzare, anche politicamente e ideologicamente, le sue organizzazioni di lotta, sia nel movimento operaio, dove è urgente recuperare il sindacalismo di classe, sia in altri ambiti: quartieri, centri studi, ecc. In questo compito, i militanti del PCE (m-l) rinnovano il nostro impegno a dare l’esempio.

Il discredito della politica riformista ha lasciato un vuoto politico che deve essere colmato dai comunisti e dalla altre forze democratiche e progressiste. Per raggiungere questo obiettivo, il PCE (m-l) ha deciso di rafforzare il lavoro di massa e ribadito la necessità di agire per articolare un fronte popolare attorno a rivendicazioni che riflettano i desideri e le aspirazioni più profonde della classe operaia e delle grandi masse.

Per questo motivo, oltre ad aggiornare la Linea Politica, il Programma e lo Statuto, i delegati al Congresso hanno dibattuto le principali linee guida che orienteranno il lavoro del PCE (m-l) riguardo allo sviluppo dell’unità popolare e la proposta programmatica che il partito lancia per far fronte alle sfide più pressanti.

I dibattiti sono culminati con l’elezione dei nuovi organi dirigenti del Partito, ai quali hanno aderito giovani quadri proveniente dalla lotta.

Per quanto riguarda il lavoro internazionalista il Congresso ha riaffermato l’impegno di lotta per l’unità internazionale dei comunisti (marxisti-leninisti). Con le parole dell’indimenticabile compagno Raúl Marco, ha ratificato la decisione di tenere alta la bandiera del marxismo-leninismo, avanzando con la CIPOML verso la costituzione di un’Internazionale che permetta di riunire tutte le organizzazioni e i partiti rivoluzionari nella lotta per l’unificazione ideologica del campo comunista.

In finale, possiamo affermare che il X Congresso è stato un successo per l’affermazione del PCE (m-l), che ne esce rafforzato e ringiovanito nei quadri dirigenti, con strumenti più adeguati per sviluppare il lavoro politico.

Ai lavori del Congresso, fra gli altri partiti fratelli e le organizzazioni rivoluzionarie, ha partecipato una delegazione di Piattaforma Comunista, che ha portato ai delegati il saluto dei comunisti e dei proletari rivoluzionari del nostro paese.

Da Scintilla n.150, gennaio 2025

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