Il processo di fascistizzazione e il suo riflesso nella scuola pubblica italiana

Negli ultimi tempi il processo di fascistizzazione si sta mostrando in tutta la sua gravità in diversi paesi imperialisti, fra i quali rientra anche l’Italia. Questo processo si manifesta in tutta la sua ampiezza in corrispondenza dell’inasprirsi delle contraddizioni fra i diversi paesi imperialisti (si veda il conflitto inter-imperialistico in Ucraina), delle contraddizioni fra le potenze imperialiste e i popoli e le nazioni oppresse (si veda il conflitto israelo-palestinese) e delle contraddizioni fra il proletariato, che è alla testa delle masse popolari, e la borghesia (alla cui testa ci sono i settori monopolistici). È, quindi, la globale tendenza delle rivoluzioni proletarie che attraversa l’epoca dell’imperialismo a costringere la borghesia a divenire sempre più reazionaria.
Il continuo approfondimento dell’offensiva contro la classe operaia e le masse popolari, cui tutti i settori del capitalismo finanziario italiano ed estero contribuiscono attivamente, non poteva non trovare riflesso nel campo della scuola italiana.
In questo contesto si inseriscono le linee guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’insegnamento dell’educazione civica.
I comunisti (marxisti-leninisti) sono consci del fatto che la lotta di classe si manifesti non solo nell’ambito politico ed in quello economico, ma anche nel campo ideologico e culturale.
Alla luce di ciò, occorre analizzare le misure prese dal governo sulla scuola pubblica italiana, mettendole in relazione al processo di fascistizzazione che sta investendo l’Italia e alla conseguente lotta ideologica, politica ed economica che il proletariato deve affrontare contro la borghesia.
Delle linee guida del Ministro Valditara per l’insegnamento dell’educazione civica, oltre ai vari punti puramente retorici e privi di reale contenuto, risaltano tre aspetti:
- L’accento posto sul concetto di comunità nazionale e di civiltà occidentale, facendo riferimento anche al ruolo guida dell’Unione Europea;
- La promozione della cultura d’impresa e della cultura del lavoro;
- L’esasperante propaganda dell’individualismo e delle libertà individuali.
Questi tre aspetti sono intimamente collegati fra loro e a loro volta essi sono correlati alla corporativizzazione in atto qui in Italia.
Porre la questione della “patria” e dei doveri cui i cittadini sono tenuti ad adempiere davanti ad essa significa sostanzialmente cercare di instillare una visione negli studenti secondo la quale non esistano contraddizioni di classe e ogni classe sociale debba, pertanto, collaborare reciprocamente per il bene della nazione, che, nella realtà dei fatti, coincide col bene della classe dominante.
A questa prima questione, inevitabilmente, corrisponde l’insegnamento della cultura d’impresa. In questo modo alla collaborazione di classe corrisponde, in realtà, il più spregiudicato dominio della borghesia.
In modo speculare si applica la cosiddetta “cultura del lavoro”, fondata sulla richiesta di sempre più duri sacrifici agli operai e alle masse popolari e sul conseguente aumento del loro sfruttamento e della loro oppressione.
A questo secondo aspetto si lega la diffusione di una certa cultura individualista, che serve a dare un fondamento morale al dominio sempre più opprimente della classe borghese.
Ciò riflette pienamente il processo oggettivo in atto qui in Italia che mira ad instaurare uno Stato di tipo fascista, col conseguente azzeramento della già precarie libertà democratiche a disposizione della classe operaia e delle masse popolari.
Smascherare queste posizioni reazionarie sull’insegnamento dell’educazione civica, promuovere e sostenere la mobilitazione contro la circolare Valditara, contro il clima di militarizzazione e repressione che si rafforza nelle scuole, rientra, dunque, nella più ampia lotta del proletariato, delle masse popolari sfruttate e degli studenti contro la fascistizzazione, per un nuovo e superiore ordine sociale.
Da Scintilla n. 148, ottobre 2024
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