Intransigenza padronale e intransigenza operaia

Volantino/Comunicato diffuso in occasione dello sciopero generale dei metalmeccanici del 20 giugno 2025.

32 ore di sciopero, che hanno visto un’ ampia adesione dei lavoratori alle iniziative di lotta nei mesi scorsi, non sono riuscite ad imporre al padronato la riapertura delle trattative per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici, a un anno dalla sua scadenza.

Per battere l’atteggiamento di chiusura dei padroni le segreterie di Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato per il 20 giugno, altre 8 ore di sciopero nazionale, esteso alle aziende Confapi, con manifestazioni regionali, rafforzando anche il blocco degli straordinari e delle flessibilità. E siamo a 40!

Mentre si approva una legge sulla “partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese” (era nel programma della P2 di Gelli), Federmeccanica-Assistal mostra il significato di queste parole: sottomissione alla logica capitalista, depotenziamento della contrattazione collettiva per portare il salario e i diritti al livello più basso possibile, peggioramento delle condizioni di lavoro. Ecco in cosa consiste la “stagione nuova” dei rapporti fra imprese e sindacati!

Il disegno padronale è chiaro: tornare al passato remoto, gettare nella miseria e nell’assenza di diritti chi produce col suo lavoro tutta la ricchezza della nazione, per massimizzare i profitti.

Ciò avviene a fronte di una vasta crisi del settore: 26 mesi di calo della produzione industriale e 40 mila operai metalmeccanici a rischio di licenziamento, con la lista di nuove crisi aziendali che si allunga ogni giorno.

L’aumento dei salari sganciato dalla produttività è oggi al centro del conflitto attuale. Ricordiamo che 280 euro di aumento medio, lordo e scaglionato (che per i livelli inferiori sarà più basso) a malapena recuperano quanto perso, mentre l’inflazione sulle bollette e sul carrello della spesa continua e crescerà a causa dei dazi e delle tensioni internazionali.

Ricordiamo che per gli 1,6 milioni di metalmeccanici in 12 anni è saltato un rinnovo contrattuale, senza contare le gravi perdite salariali dovute a cassa integrazione e contratti di solidarietà.

Dunque nessun passo indietro è possibile! I 280 euro vanno portati a casa tutti e subito!

L’intransigenza padronale deve fare i conti con l’intransigenza della classe operaia  che rifiuta altre perdite salariali e di diritti, così come un contratto-elemosina.

Occorre perciò intensificare la mobilitazione a partire dallo sciopero del 20 giugno, passando a forme più efficaci di lotta per inceppare il meccanismo di estrazione del plusvalore, scioperando nei periodi di picco produttivo, a singhiozzo, a scacchiera, con picchetti, etc.

L’unità di azione per la difesa intransigente degli interessi di classe è la via da seguire!

La lotta per il contratto va legata alla mobilitazione in atto contro le leggi liberticide che colpiscono le legittime proteste dei lavoratori e la politica guerrafondaia di un governo che aumenta le spese militari a discapito di quelle sociali, complice della guerra genocida portata avanti da Israele a Gaza.

Va costruita una vertenza generale per l’aumento del salario reale che si coniughi con il blocco dei licenziamenti, la riduzione di orario, il miglioramento delle condizioni lavorative, la sicurezza sul lavoro, la fine del precariato, più servizi pubblici, lotta alla povertà di massa causata da un sistema capitalista sempre più barbaro e parassitario.

Basta con sacrifici e austerità! No alla linea della concertazione e a quella filo aziendale!

Avanti, uniti e organizzati nella lotta contro il capitale, per una società diversa e migliore, in cui sia soppresso lo sfruttamento del lavoro!

Organizzazione per il partito comunista del proletariato

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