La lotta per la salute e la sicurezza sul lavoro necessita dell’unità di azione

Mentre le condizioni di lavoro peggiorano in modo spietato e senza freni, il bollettino sugli infortuni e sulle morti sul lavoro continua inesorabilmente a crescere ed a registrare numeri intollerabili.
Come rileva l’Osservatorio Naz.le di Bologna, il numero dei morti sui luoghi di lavoro registrato in dieci regioni italiane al 2 ottobre 2023, supera il numero di quelli totali registrati nel corso del 2022 nelle stesse regioni.
L’aumento degli omicidi di lavoratori, che quest’anno non può essere addebitato al Covid, è indubbiamente legato all’intensificazione dello sfruttamento e alla riduzione dei costi per la salute e la sicurezza che i padroni attuano, incentivati da un governo che fa del “non disturbare le imprese” il suo slogan preferito.
Le risposte che riceviamo dallo Stato borghese sono le lacrime di coccodrillo dei rappresentanti istituzionali e l’impunità normalmente garantita per i responsabili di una mattanza che assume nel complesso le dimensioni di una guerra in cui i caduti sono da una parte sola: oltre 19 mila dal 2008 al 2022, fra morti sui luoghi di lavoro e in itinere, un dato occultato dai media.
Il vero artefice di questa mattanza lo conosciamo bene: è il capitalismo nel suo ultimo stadio, con la sua legge economica fondamentale: la ricerca del massimo profitto. Questa legge sta dietro gli omicidi e le stragi come quella della Thyssenkrupp e di Brandizzo.
Se vogliamo affrontare seriamente il problema dobbiamo superare le divisioni e unire le nostre forze e fare in modo che i lavoratori tornino ad essere i protagonisti del loro futuro e della loro vita.
Dobbiamo tornare a lottare in prima persona per la difesa intransigente della nostra salute e sicurezza incrociando le braccia ogni volta che un nostro compagno subisce un infortunio.
Ma questa lotta non la possiamo affrontare da soli e divisi, ognuno nella propria realtà o sigla sindacale.
Al contrario dobbiamo costruire momenti di unità che portino alla nascita di un coordinamento, di una rete nazionale, così come di comitati e collettivi sui luoghi di produzione, per unire tutti coloro che si battono e si impegnano in questo campo rafforzando così il nostro intervento, rendendolo più incisivo e organizzato.
Il nome e la forma che assumerà questo percorso unitario non sono importanti, quello che è fondamentale è che si diano gambe all’unità di azione dove si realizzi il protagonismo di operai, lavoratori, delegati sindacali, RLS, sindacalisti combattivi, associazioni, familiari delle vittime e attivisti seriamente impegnati sulla questione della salute e della sicurezza sui posti di lavoro e nel territorio.
Appoggeremo tutte le iniziative che si muoveranno in tale direzione. Basta morti in nome del profitto!
Da Scintilla n. 138 – ottobre 2023
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