La morte di Prigožin, ovvero l’acuta crisi interna alla borghesia imperialista russa

Il 23 agosto è avvenuto l’attentato che ha causato la morte di Evgenij Prigožin, capo della milizia mercenaria Wagner.

Tale evento rappresenta un ulteriore manifestazione delle acute contraddizioni in seno alla borghesia imperialista russa, manifestatesi platealmente con l’ammutinamento di giugno.

Tali dispute si sono originate, tra le altre ragioni, dalla volontà della Wagner di agire in maniera autonoma dal Ministero della Difesa di Mosca, fino a porsi in contrapposizione rispetto allo stesso indirizzo politico del governo russo.

La Wagner possiede vaste risorse naturali in Africa, ciò nonostante, gli acquirenti sono in larga parte occidentali, sicché hanno minacciato pacchetti di sanzioni contro la stessa. Non c’è dunque da stupirsi, specie per noi marxisti-leninisti che riteniamo che i fenomeni sociali e politici sorgano da interessi economici, se la Wagner si è spinta fino a giudicare errato l’intervento in Ucraina e ha dato luogo all’ammutinamento.

La conditio sine qua non del governo di Putin per la conservazione della propria autorità è dipesa dalla limitazione dell’autonomia della Wagner, fino a sabotarla, creando problemi entro il fronte di guerra in Ucraina, tra esercito regolare ed esercito privato, già causati da divergenze strategiche e tattiche. Lo dimostra la disputa sulla mancata fornitura di munizioni da parte del Ministero della Difesa e del Capo di Stato Maggiore alla Wagner durante la battaglia di Bachmut, che ha visto un alto numero di vittime del gruppo di mercenari.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il tentativo del Ministero della Difesa di arrogarsi maggior controllo sulla Wagner. Di qui l’ammutinamento, il cui esito ha previsto lo spostamento del gruppo privato in Bielorussia determinando il massiccio invio di soldati della Polonia al confine orientale e nuove e aspre tensioni.

Tale situazione, culminata nella morte di Prigožin, è la manifestazione lampante delle contraddizioni esistenti entro la borghesia imperialista russa.

I comunisti russi, lungi dal favorire una delle due parti, devono lavorare per far sì che tale contraddizione si approfondisca, giacché la rivoluzione proletaria, come insegnano Lenin e l’esperienza vittoriosa della Rivoluzione Socialista d’Ottobre, potrà scoppiare e risultare vittoriosa in presenza di una crisi rivoluzionaria che impedisca alla classe dominante di organizzarsi.

Riponiamo fiducia verso compagni russi i quali, coadiuvati dallo sviluppo del fattore oggettivo, ricostruiranno un autentico partito marxista-leninista erede del partito bolscevico di Lenin e Stalin, che saprà egregiamente svolgere la funzione di fattore soggettivo della rivoluzione proletaria.

Agosto 2023

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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