L’infame politica di deportazione dei migranti

Nelle ultime settimane ha tenuto banco, tra i fatti di cronaca politica, la discussione riguardo l’invio forzato di immigrati clandestini nei CPR in Albania.

Un governo direttamente responsabile delle politiche di restringimento del diritto di asilo e di mancato soccorso in mare, la cui immagine è ulteriormente macchiata dalle stragi, come quella di Cutro ( 26 febbraio 2023) e di Roccella Jonica (16-17 giugno 2024) dove sono morti rispettivamente 94 e 65 migranti, nel silenzio del circo mediatico.

L’obiettivo dietro la politica di respingimento dei migranti è rafforzare il consenso ottenuto con campagne intense durate anni contro “l’invasione dei migranti”.

A questo obiettivo propagandistico si accompagna la necessità di selezionare la forza-lavoro dei migranti (dividendoli in “richiedenti asilo” ed “economici”, raccogliendo informazioni sul livello di formazione, competenze, qualifiche professionali, etc.), che viene integrata nelle branche produttive dei paesi imperialisti, a seconda delle loro caratteristiche tecniche e di sviluppo.

Si rendono quindi i migranti ancora più ricattabili e obbligati a lavorare con paghe da fame, con la spada di Damocle del permesso di soggiorno.  Come nel caso di Naffati, lavoratore tunisino che, dopo aver denunciato il datore di lavoro che non lo aveva pagato, è stato rinchiuso dapprima in un CPR e poi rimpatriato.

Nei CPR i reclusi non godono delle libertà personali, come quella di movimento.

Sulla carta, i detenuti in questi centri-lager avrebbero il diritto alla difesa legale, ma potranno comunicare con i loro avvocati solo da remoto, tramite mezzi audiovisivi.

L’accordo Rama-Meloni, annunciato il 6 novembre 2023, prevede che l’Albania ospiti piattaforme di sbarco per persone intercettate durante attraversamenti non autorizzati dei confini e soccorsi in mare dalle imbarcazioni dello stato Italiano.  L’Albania ha concesso due aree del suo territorio (Shëngjin e Gjadër) al governo italiano. L’accordo specifica che in queste porzioni di territorio albanese si applica la giurisdizione italiana.

La cooperativa Medihospes che ha vinto la gara d’appalto, è un’azienda italiana  nota a cronaca e giustizia in quanto il  presidente è stato sotto inchiesta per abuso di fondi pubblici e mala gestione di centri di detenzione per migranti. Il livello di corruzione in questo settore è elevato e la mafia è pronta a mettere la mani sulle centinaia di milioni sottratti a sanità e istruzione pubblica

Dopo che il 17 ottobre era stato disposto dalla questura di Roma che dodici stranieri   fossero trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana,  il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti all’interno del CPR di Gjader in Albania, disponendone il rientro in Italia.

Nonostante questa sentenza, il governo Meloni non ha fatto marcia indietro e si attivato per effettuare nuove deportazioni. La nave militare Libra ha quindi trasbordato altri otto migranti in Albania, ma i giudici non hanno convalidato il fermo, rimettendo la questione dei “paesi sicuri” alla Corte di giustizia europea.

La disputa ha visto anche la pesante ingerenza del miliardario reazionario Elon Musk, a sostegno del governo.

A Tirana le organizzazioni  riunite nel Network Against Migrant Detention hanno protestato con forza. Spiegando che l’accordo “estende la sovranità di uno stato membro europeo su territorio non-UE, usando la guerra alle migrazioni come ambito di scambio per legittimare l’accesso di nuovi stati in Europa, mina il diritto d’asilo delle persone in movimento e rafforza pratiche razziste e discriminatorie come la detenzione amministrativa, le procedure accelerate alla frontiera e le deportazioni forzate verso paesi pretestuosamente definiti sicuri”.

Una relazione tecnica ricostruisce le spese a preventivo ipotizzando un costo di circa 670 milioni di euro in 5 anni,una spesa enorme. Tuttavia è grave l’errore di alcuni  settori di opposizione parlamentare che criticano l’operazione esclusivamente sulla base dei costi elevati e della ridotta convenienza economica, mettendo in secondo piano la bestialità delle disumane deportazioni di migranti e della esternalizzazione delle frontiere.

Ursula von der Leyen, che già lo scorso dicembre aveva benedetto il progetto italiano di esternalizzazione delle frontiere (“è in linea con il diritto comunitario”), ha scritto ai leader europei per valutare l’opportunità di istituire hub per i rimpatri al di fuori dell’Ue, soprattutto in vista della nuova normativa sul rimpatrio.

E lo ha fatto citando proprio l’accordo stretto tra Italia e Albania, da considerare come un possibile modello da seguire. Un esempio lampante di come la borghesia liberale “normalizza” le politiche razziste e fasciste.  Von der Leyen non ha inoltre mancato di elogiare gli accordi dell’Ue con la Tunisia e il lavoro congiunto con le autorità libiche.

Intanto l’autocrate albanese Rama continua a ripetere che a lui “non interessa quello che accade dentro i centri” gestiti dall’Italia. L’importante sono i vergognosi affari che vengono conclusi sulla pelle dei migranti.

Da Scintilla n. 149, novembre 2024

Enquire here

Give us a call or fill in the form below and we'll contact you. We endeavor to answer all inquiries within 24 hours on business days.